lunedì 5 novembre 2012

L'uomo che sussurra ai leoni

                                       

   L'uomo che sussurra ai leoni, essere in contatto ravvicinato con loro, gli animali feroci, e uscirne indenne ed appagato.
   Stavo seguendo ieri un programma che m'interessa per la qualità dei servizi, è una trasmissione come ormai ce ne sono poche: scevra da volgarità e con un occhio sul mondo. E' una sorta di documentario supportato da una voce narrante che descrive i luoghi della terra, i commenti non sono mai banali e quando si tratta di viaggi realmente compiuti il commentatore con la sua voce sostituisce il viaggiatore e in prima persona descrive le sue emozioni e sensazioni. Il programma non si occupa solo di viaggi ma presenta argomenti interessanti riguardanti la natura e tutto il suo insieme. Ebbene è stato ospite un giovane uomo di trentotto anni, Kevin Richardson, che dall'età di cinque anni ha manifestato il suo amore per gli animali divenendo zoologo in età adulta. Egli è del Sud Africa e dopo varie difficoltà ha ottenuto la direzione di un Parco riservato ai leoni. Questi felini sono a rischio estinzione e Richardson si prodiga nella tutela dei leoni, vive con loro e li tratta come esseri umani bisognosi d'affetto e cure. I leoni sono altrettanto teneri con lui e gli riservano coccole affettuose come fossero creature umane. Il segreto di questo feeling è il paziente amore di Kevin, la disponibilità e l'intuito, egli è in grado di comprendere quando non è desiderato nel recinto e quando invece può anche dormire insieme ai felini. Lui sostiene che gli animali non sono cattivi e che bisogna interpretare il loro pensiero; la bestia con la sua sensibilità percepisce le buone intenzioni dell'uomo e sa se l'uomo vuole stabilire un rapporto d'amicizia e rispetto, ossia non intende essere un predatore. Kevin è stato denominato l'uomo che sussurra ai leoni e in effetti egli parla con loro, si stringe a loro mormorando parole e comprende il loro linguaggio, sembra inverosimile ma è tutto reale.
   Ho visto nello sguardo di Kevin una dolcezza e tenerezza davvero sorprendente, non un attimo di sgomento ma tanta serenità. Vi sono passioni nella vita difficili da comprendere e sinceramente l'idea che un grosso felino possa essere mio amico non rientra nel mio immaginario, ma per Kevin sì e considerando la cattiveria umana, credo che lui abbia ragione nel sostenere che l'animale, considerato feroce, lo diventa solo quando si sente attaccato e l'uomo sa come essere molto pericoloso e crudele.


 
 

10 commenti:

  1. Gli animali sanno amare, hanno la limpida espressione comportamentale, l'uomo è una bestia imprevedibile e incostante...
    Hai aperto uno scenario splendido, amiamo gli animali!
    un abbraccio caro*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Luisa, dici bene: gli animali sanno amare senza sotterfugi o condizionamenti.
      Grazie, ti auguro un buon proseguimento di giornata.
      affettuosità
      annamaria

      Elimina
  2. Nemmeno io mi azzarderei a convivere in quel modo con le belve, anche considerando che le bestie sono sincere e affettuose, le mie più esaltanti esperienze riguardano il mio cane e i gatti che sempre hanno rallegrato le giornate della mia vita. Riconoscono la mia voce, il loro nome uno per uno, mi chiamano se mi vedono seduta al computer spiando attraverso le persiane e si fanno capire. Ricevo molte coccole. Però la loro vita è tanto più breve della mia ed ogni volta che ne perdo uno sono dolori.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo, cara Mimma, la vita animale ha un decorso più breve e quando muore un animale lascia un vuoto doloroso proprio per l'enorme affetto che dedicano all'uomo.
      Grazie, un abbraccio.
      annamaria

      Elimina
  3. gli animali attaccano solo per tre motivi: fame, paura, protezione (cuccioli, territorio, ecc.), se non si è una simile situazione si può stare tranquilli (diciamo così).

    non ricordo il nome ma anni addietro una donna, credo Americana, è stata uccisa da un leone, evento che ha stupito molti, la povera Signora in mezzo a questi bellissimi felini ci aveva vissuto per quasi tutta la vita, più o meno come il personaggio da te citato. Valli a capire certi meccanismi. Io convivo con un Terranova di 75 chili, quando siamo in giro insieme mi rendo conto della sua capacità di percepire chi ha paura di lui e chi no, è un cane da salvataggio (bagnino) e quindi assolutamente socievole e mansueto, tuttavia la sua stazza incute timore, soprattutto in quelli che hanno paura dei cani, lui questo lo capisce.

    TADS

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I meccanismi si scatenano anche fra gli uomini, ovvero sia gli strani raptus, per cui non è solo l'animale da temere. Certamente il leone è da sempre considerato un animale feroce e aggressivo e la mole contribuisce a renderlo tale. Tu possiedi un cane mansueto che per via della sua stazza incute timore, quando si ha una certa fobia per gli animali è sempre così.

      Grazie, buona serata
      un caro saluto
      annamaria

      Elimina
  4. Non dimentichiamoci mai che l'animale di gran lunga più pericoloso è l'uomo: basta parlare con un etologo (io ho seguito alcune lezioni di Danilo Mainardi e di Giorgio Celli, molto tecnico ma un po' soporifero il primo, incredibile animale da palcoscenico il secondo) per capire che le cosiddette belve feroci temono l'uomo e sono diffidenti nei suoi confronti. Perfino gli squali, che essendo pesci e non mammiferi non brillano per intelligenza, se possono se ne stanno alla larga.

    Poi c'è l'incredibile, struggente comportamento dei delfini, probabilmente gli unici altri esseri viventi che possiedono un linguaggio parzialmente simbolico e quindi possono comunicare su cose lontane nello spazio e nel tempo (il più geniale dei cani questo non lo sa fare), che sanno benissimo che possono essere catturati per essere uccisi e mangiati o, che è quasi peggio, per essere trattati come pagliacci nei parchi acquatici, ma nonostante tutto questo mai nessun delfino ha nuociuto a un umano neppure per sbaglio.

    TADS ha riassunto correttamente i motivi per i quali un animale attacca l'uomo: fame, paura, difesa del territorio.

    Nutriti ed accuditi, i leoni sono come i gatti, anzi se mi passi il francesismo i gatti sono anche un po' più stronzetti e meno complimentosi. Solo che la graffiata o il morso di un gatto si cura in casa con un po' di alcool denaturato e un cerotto, la stessa rimostranza da parte di un leone si cura in ospedale in prognosi riservata.

    Quanto al Sudafrica, oggi che ha da tempo accantonato l'apartheid, per il quale una arrogante minoranza bianca trattava la maggioranza nera come una razza inferiore dai pochi e precari diritti, è uno dei pochi paradisi rimasti sulla faccia della terra e coniuga in modo magico Europa e Africa, vale a dire genesi e presente dell'Homo Sapiens.

    Quando penso che qualcuno usa il termine "africano" come un insulto, ecco, uno così merita di trovare un leone affamato spaventato a cui ha invaso il territorio che gli insegni con le cattive le buone maniere.

    Un abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo l'arretratezza mentale esiste ancora, siamo nel terzo millennio e tanti uomini fanno distinzioni e divisioni, meriterebbero di retrocedere nel Medioevo, se si potesse.
      I leoni, attaccano solo per fame, l'animale ha sempre validi motivi per farlo e Tads ha sintetizzato bene il tutto. L'uomo colpisce per mania di grandezza, per avidità, per notorietà e la lista si allungherebbe se volessi scriverne tutti gli aggettivi. L'animale non conosce queste mediocrità e bassezze, per lui conta la sopravvivenza, la continuità della specie, ecco perché l'uomo è temuto persino dalle belve feroci.

      Grazie, un affettuoso saluto.
      annamaria

      Elimina
  5. Concordo con Tads.
    L'uomo, invece, sa essere crudele e cattivo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Peccato, sarà che la sua intelligenza lo porta alla disumanità? Forse...
      un bacio
      annamaria

      Elimina