martedì 30 dicembre 2014

BUON ANNO!

           



   Ci siamo: manca poco all'addio del 2014 e come ogni anno tiriamo le somme sull'andamento che ci ha visti partecipi. Sarebbe superfluo menzionare tutti i disastri, gli scandali, i percorsi politici, le promesse ventilate, la povertà dilagante, gli omicidi efferati, in due parole le brutture di questa società. Sarebbe superfluo in quanto tutti noi ne siamo a conoscenza e siamo stanchi, molto stanchi, per di più non facciamo in tempo a rilassarci che apprendiamo tragedie che straziano l'anima.
   Ma l'anno trascorso è stato solo questo? No! La vita è anche impegno dei volontari al servizio dei tanti bisognosi, impegno dei medici nei luoghi dove la morte appare all'improvviso, impegno dei tanti ricercatori, impegno di chi dona la sua vita all'altro nel tentativo di recuperarlo, impegno di chi tenta il tutto per tutto per aiutare chi soffre e impegno di chi fa il possibile per cambiare questo sfascio sociale: anche chi si batte per un solo ideale, si mette al nostro servizio.
   Vi auguro un nuovo anno più concreto, più partecipe, più onesto; in due parole più tutto o quasi e soprattutto un 2015 in salute: diversamente la vita prenderebbe risvolti diversi.
                       
                                                                 A TUTTI!
                                                   
                                       
           

sabato 20 dicembre 2014

Ma dire mai.

     

   Trattare un argomento d'attualità, vorrebbe dire, almeno per me, ripercorrere un sentiero doloroso: viviamo in un clima che di buono non ha quasi più nulla. Rubiamo, ammazziamo, lucriamo sui dolori, ditemi Voi se c'è qualcosa che possa essere affrontata senza incappare in questo sfacelo di valori e disumanità? Sinceramente non ricordo un periodo peggiore, ma è proprio così? 
      Gli anni settanta sono stati caratterizzati da stragi e rivolte, i famigerati "Anni di Piombo" e non solo, anche la crisi non dette tregua, scioperi dei metalmeccanici e di altre classi operaie, il periodo di ripresa precedente, ossia degli anni sessanta, attraversò un vero declino e cominciò così a farsi strada, almeno credo, il debito pubblico. All'epoca dei fatti io c'ero, ma non ricordo di aver vissuto momenti di angoscia e di sconforto, come non ricordo la famigerata crisi. Forse ero troppo giovane per aver assimilato il dramma della popolazione, come anche il terrore di un nuovo attentato: ce ne furono in varie città d'Italia e poi l'exploit delle Brigate Rosse che sequestrarono e uccisero Moro. 
      Credo che anche allora non si vivessero momenti felici, il terrorismo dilagava nel nostro Paese e non solo quello, non si navigava certamente nel benessere. Ma allora cosa c'è di diverso da quei giorni ai tempi odierni? Per me, c'è la consapevolezza attuale degli avvenimenti, il fatto che la saggezza della maturità mi porta a comprendere molte più cose di prima e poi anche perché sono seriamente preoccupata per la classe giovanile che non avendo prospettive non ha futuro. Comunque non è solo questione di lavoro e di denaro, trovo che la società attuale sia più cruenta del passato: si consumano più delitti familiari e il terrorismo al quale siamo ora abituati, ha un comportamento diverso dagli anni settanta, ora si fanno stragi di bambini in massa, all'epoca morivano anche innocenti nelle stragi, ma ora c'è proprio un accanimento verso le categorie sociali più indifese. 
   Oggi apprendere notizie è divenuto un tormento, accendere il televisore e sintonizzarsi sul canale che sta trasmettendo un notiziario, vuol dire provocare un blocco allo stomaco e allontanare il piatto, che tra l'altro non si trova dietro l'angolo o giunge a casa per donazione di qualche magnanimo vicino. Certamente mi si potrebbe dire che non vale la pena accendere la tv, bisogna dialogare, ma anche facendo conversazione si finisce inevitabilmente per parlare della quotidianità che non è sempre personale, non vorremmo essere tacciati d'insensibilità verso gli avvenimenti esterni, anche perché l'informazione è cultura.
   Cosa dovremmo fare, ignorare, cercare di sdrammatizzare, pensare al nostro recinto, oppure rimandare ai momenti di pausa l'informazione? In qualunque modo ci comportiamo, siamo talmente pregni di ciò che ci circonda che anche se fingiamo di non pensarci, portiamo stampato in faccia il clima che si respira; e dire che manca poco al Natale, simbolo per antonomasia di un'atmosfera conviviale aggregante.
   Non volevo ripercorrere un sentiero doloroso e ne sono scivolata ugualmente, difficile è costruirsi un limbo speciale, lontano da tutto e da tutti: con i mezzi attuali verrebbero a scovarci anche lì. Ma come la storia c'insegna i cambiamenti sono dietro l'angolo, ecco quella che, maturità a parte, non ho perso, è la speranza che ci sia una svolta sociale, politica e umana; anche se qualcuno pensa che non vedremo sorgere un nuovo sole, per me anche un solo piccolissimo raggio darà vita all'astro tanto atteso.  
   E con questi presupposti Vi auguro "BUON NATALE"  

venerdì 12 dicembre 2014

Sciocco buonismo!

                        

   Stiamo attraversando momenti difficili intricati da scandali, crisi dilagante con povertà anche del ceto medio e giovani disperatamente senza occupazione. Omicidi-suicidi: famiglie su famiglie annientate dal loro stesso sangue parentale. Calamità naturali che trovano appagamento su zone prive di manutenzione e 'di messa in sicurezza'; che altro ci potrà accadere? 
   Siamo alle soglie del Natale, ma mai come quest'anno avverto un senso di apatia e di distacco dallo spirito della festa. So bene che così non va bene, abbiamo bisogno di sentirci rianimati da quello spirito, le famiglie ne hanno bisogno per tornare a credere di più in loro stesse e per inculcare quei valori che stanno scomparendo a causa di una serie di motivazioni che non sempre sono imputabili al disastro politico. Il cittadino è abituato a scrollarsi di dosso le sue responsabilità, ma se fosse stato più onesto e più operativo forse non ci troveremmo in questa situazione. 
   I politici, lo sappiamo bene, sono corrotti: è il potere a scatenare il desiderio dello sfruttamento per i propri fini, ma il cittadino ha coadiuvato beneficiando di quell'abuso, come dire non vedo perché ne traggo beneficio. Mi spiego meglio, cerco di farlo nel mio piccolo. 
   Potrei citare una serie di esempi, ma ne voglio fare alcuni. E' in vigore la raccolta differenziata, i vantaggi sono notevoli se la raccolta viene eseguita con attenzione, ebbene tale raccolta funziona là dove vi sono i giorni stabiliti, ma nei comuni più estesi esistono dei contenitori appositi che non tutti sfruttano perché continuano a utilizzare il vecchio cassonetto ove gettano ogni sorta di schifezza anche inquinante: tipo medicinali, batterie e quant'altro. 
   Uffici della Regione, del Comune e della Sanità, sin dai tempi memorabili gli impiegati si assentano per sbrigare le loro faccende e tornare sul posto di lavoro quando fa loro comodo, ma non basta anche la furbata del cartellino timbrato da qualcun'altro per quei posti di lavoro che rilevano l'orario d'entrata. E che dire di tutti quei cittadini che imbrattano la loro città e le insudiciano con scritte che costano quattrini nella rimozione, per non parlare poi di quegli automobilisti che lanciano la loro immondizia dai finestrini. Ma non basta, i controlli sanitari: l'Italia è la nazione che fa più controlli rispetto alle altre nazioni, eppure nonostante ciò il produttore riesce a raggirare quei controlli che tra l'altro non possono avvenire a tappeto, e se un campo riceve sostanze altamente inquinanti i contadini che sanno, fanno finta di nulla e continuano la coltivazione mettendo in circolazione prodotti che fra le sostanze dannose contengono anche la famigerata diossina. E poi, e poi, anni e anni di mancati pagamenti di tasse che se fossero state versate non avrebbero consentito il rincaro che ora sta affossando gli italiani già poveri di loro, forse  gli stessi italiani che hanno beneficiato un tempo della mancanza di ricevuta, che si doveva fare per risparmiare. Ma la situazione continua a tutto andare e anche se ci dicono che dobbiamo farci rilasciare lo scontrino, gli esercenti che non lo rilasciano sono ancora numerosi. 
 L'italiano è noto per la sua furbizia, per la sua mancanza d'onestà, sin dai tempi degli antichi romani, ed è noto anche per la sua trascuratezza, "tanto lo farà qualcun'altro, oppure chi mi vede?" e l'italiano ha l'abitudine di parlare, straparlare ma di non agire, oppure di criticare sminuendo ogni cosa. Il Natale è alle porte spero, non posso non sperare: che ci rimane?, dicevo spero che venga fuori un tipo così forte da riportare l'onestà e la bellezza dei sentimenti, un tipo energico che ci faccia amare la nostra terra col rispetto del fare. Il cittadino va educato e il politico? Beh, il tipo che io intendo dovrà cambiare il sistema e dovrà essere molto, molto severo: il buonismo non porta da nessuna parte! 

venerdì 5 dicembre 2014

Strana coicidenza

                    
   

   "Suvvia, cosa ti costa? Dopo lo accompagni al teatro, del resto danno una bella rappresentazione. Io non ci posso andare, Sandrina ha il morbillo, mio marito ha il turno in ospedale e la tata non può fermarsi. Ti prego,  vacci tu!"
   "Va bene! Guarda, avevo un altro programma per stasera, una rilassante e divertente partitina al burraco con il solito gruppetto d'amiche. Ma... come faccio a dirti di no?" convenne rassegnata, Lucia. 
   Lo prelevò dall'aeroporto e lo condusse all'albergo per una rinfrescatina. Che tipo informale, pensò! Anche decisamente poco attraente. Tanto meglio, si disse. Non voleva complicazioni sentimentali e lei veniva fuori da una storia che ancora le bruciava. Erano trascorsi tre anni, eppure quella ferita nel cuore non si rimarginava. Forse erano gli uomini sbagliati che venivano a cercarla, dopo il matrimonio naufragato, solo delusioni e persone inizialmente esemplari che si rivelavano, poi, dei gran mascalzoni. La vita da single aveva meno complicazioni, il sesso... aveva chiuso anche con quello: c'era il lavoro, un bel lavoro di prestigio, tante gratificazioni. Gli uomini, per carità! Stop, croce: non voleva più sentirne parlare. 
  "Faccio in un attimo." disse lui ed entrò nell'Hall dell'albergo. Era una persona importante che prendeva il posto del precedente presidente. "Possiamo andare!" Lucia si sorprese: non aveva fatto in tempo a isolarsi mentalmente che già il tipo era tornato in macchina.Efficiente, molto efficiente, pensò! 
   Era in programmazione "l'Avaro di Moliére", interessante commedia e la compagnia teatrale era anche d'eccezione, quindi si prospettava una serata tutt'altro che tediosa: lei amava in particolar modo quell'autore che sapeva interpretare al meglio la psicologia dei personaggi.
   Lasciarono il teatro entusiasti e in preda ad una disquisizione sull'avidità umana e sulle nefaste conseguenze. Lui si rivelò un abile conversatore, l'ottima dialettica lo rendeva affascinante e desiderabile. Scomparve l'aspetto ordinario, il viso inespressivo nascosto da due occhialoni alla Woody Allen, passarono in secondo piano la sua statura e il fisico mingherlino: lui emanava un sex appeal irresistibile. 
   Lucia, sta attenta, non ci cascare, disse fra sé. Ma non seppe dirgli di no, quando lui le chiese di continuare la serata da qualche altra parte. Era tardi e non sapeva dove condurlo, passò dinanzi a casa sua e parcheggiò l'auto. In ascensore lei già lo desiderava, dimenticò i buoni propositi e gli lanciò sguardi invitanti. Entrarono in casa e appena chiusa la porta, lei si stupì quando lui le chiese informazioni sul dipinto di un autore sconosciuto che spiccava sulla parete d'entrata.
   Ma come? Lui non affretta i tempi, è un gentiluomo! Diceva a se stessa. Aveva la capacità di pensare e di non perdere di vista la realtà.
   Il presidente volle fare il giro della casa. Che strano interesse! Non poté fare a meno di riflettere Lucia. Lui si soffermò sui ninnoli, sulla disposizione del mobilio, notò la precisione di lei, indugiò in cucina affascinato dal nuovo modello di microonde, del quale le chiese le caratteristiche e le varie cotture. Lucia cominciò a spazientirsi e meditava di passare al contrattacco. Se lui non prende l'iniziativa, lo faccio io! Pensò
   Notò, poi, una strana espressione sul volto di lui quando posò lo sguardo sulla foto del suo ex marito. "Che c'è, lo conosce?" chiese Lucia. "Conosce il mio ex marito?"
   "Non dovrei dirlo, ma lo conosco molto bene. Mi manca tanto!" esclamò svenevole e amareggiato.
   Che delusione! Aveva mandato in malore il suo matrimonio quando scoprì la duplice sessualità del caro coniuge e ora le capitava il suo amante! E dire che aveva avuto sensi di colpa, il suo ex aveva anche negato.
   "Signor Presidente, si è fatto tardi, domani c'è consiglio d'amministrazione. La riaccompagno!" e spalancò la porta indicando l'uscita con una leggerezza nel cuore.