lunedì 14 maggio 2018

Esiste ancora l'umanità?


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   Siamo simili a cosa noi umani? Umano, bella parola, intensa definizione; ossia umano è perché appartiene all’uomo, non è umano quando non è adeguato alle caratteristiche dell’uomo che in quanto umano dovrebbe possedere qualità di benignità, equità, solidarietà, affabilità; diversamente non sarebbe un essere umano col suo raziocinio, a parte chi per motivi che esulano quella natura non è in grado di comprenderne le regole etiche.
   Siamo vittime del sistema, del bombardamento mediatico, dell’informazione pressante di quella cronaca nera che taluni scellerati scambiano per atti d’eroismo; di quel fanatismo di massa che assoggetta le menti vulnerabili? O invece siamo scaduti nel disamore totale, nella mancanza di quei valori che contraddistinguevano l’essere umano dall’animale che peraltro ha più cuore del suo stesso padrone.
   Siamo diventati servi del potere agghiacciante, della crudeltà che tutto può e tutto distrugge, siamo carnefici dei nostri affetti sopprimendoli alla prima occasione o torturandoli nei nostri campi di concentramento domestico! La seconda guerra mondiale è terminata da più di sessant’anni   e cosa ci ha insegnato quel conflitto sanguinario, drammatico che straziò vite umane come carne da macello, cosa ci ha insegnato? La società è allo sfascio, ognuno fa ciò che vuole, arraffa come può a discapito degli altri; le famiglie crollano per mancanza di certezze economiche, per quella mancanza di condivisione un tempo così importante; pochi continuano a interagire all’interno delle loro case e allora o si è frustrati per il denaro che non c’è, oppure non si è presenti fisicamente perché si corre come marionette per mantenersi il lavoro così labile. E in tutto questo bailamme la droga, la criminalità e i falsi miti ammiccano e catturano la fragilità umana, a farne le spese spessissimo sono coloro che cercano un viaggio anestetizzante, un viaggio emulativo che non sarebbe intrapreso se le sconfitte e le solitudini non prevalessero. Si campa come si può e si cercano spiagge desolanti dove tentare il possibile.
   I soliti noti sorridono e vivono sulle fragilità, anzi affondano la loro lama luccicante e poi capita di apprendere che un onesto padre di famiglia che ha dedicato la sua vita al lavoro dell’amico facendogli crescere l’attività, sia il primo a essere licenziato senza giusta causa che l’ha lasciato nello sconforto più nero: difficile è trovare un altro lavoro dopo i cinquant’anni. Capita e ancora capita che l’onesto debba subire e il truffatore viva sugli allori! Capita di ascoltare di un giovanissimo che per uno stupido gioco uccida suo padre con un fucile appartenuto al nonno, e capita anche che un altro giovanissimo venga picchiato a morte per aver difeso la sua fidanzatina mentre il pubblico presente non riesce a salvarlo, non riesce a chetare il branco impazzito. Capita che un padre perfetto, pur non avendo, a detta dei tanti, problemi economici, e si apprende dopo che i problemi c’erano, decida di uccidere i suoi due bimbi e gettarsi da un dirupo per farla finita; immagino la moglie, una brava veterinaria, che nella manciata di qualche minuto ha perso i due bambini e il marito, le è rimasta una figlia che si è salvata perché era in gita scolastica. Come può cambiare l’esistenza nel giro di qualche minuto: famiglie forse felici che all’improvviso vivono il dramma della vita violata, il dramma della morte cercata. E se poi capita che un ragazzo giovanissimo decida di bruciare il corpo della sua ragazza quando gli comunica la notizia della futura maternità, allora ci chiediamo ma dove stiamo vivendo? Che razza di mondo è se manca l’umanità?
   E che dire di quei padri che uccidono le loro figlie perché si ribellano alla decisione paterna di volerle dare in sposa a un uomo scelto da loro, atavico comportamento che esisteva anche da noi e che purtroppo è ancora presente in quei Paesi dalla mentalità gretta e retrograda, dove il fanatismo religioso ammorba le menti.  
   Ci hanno parlato dell’inferno e sapevamo che l’avremmo visto POI! No ci sbagliavamo, l’inferno è qui: vive con noi e non è facile schivarlo, perché quand’anche non volessimo entrare e non volessimo provare le fiamme del dolore, comunque quelle fiamme incendierebbero anche chi ne è rimasto fuori e si strazia il cuore per chi è costretto ad entrare.  
  (post scritto l'anno scorso, ma sempre attuale, purtroppo!)