giovedì 22 settembre 2016

Impressioni di lettura

                                Risultati immagini per la rabbia e l'orgoglio                                               

                                                     
   Lei non c’era quella mattina in cui le torri gemelle saltarono in aria, non c’era nel senso che non era esattamente lì, ma si trovava a Manhattan nel suo appartamento. Lei non aveva l’abitudine di accendere al mattino la televisione e quella mattina lo fece, come se il silenzio della morte soffiasse anche lì e le procurasse un’inquietudine strana. La sua attenzione fu calamitata allo schermo che trasmetteva l’immagine di una delle due torri gemelle che bruciava come un fiammifero. Non riusciva a comprendere, pensò a un corto circuito, poi apparve un aereo che volava basso, s’infilò nella seconda torre come un coltello s’infila in un panetto di burro, allora lei comprese che si trattava di un aereo Kamikaze.  Le sono stati sempre antipatici i kamikaze per la loro teatralità del gesto, per dare smalto alla loro amorfa figura, per essere ricordati quasi fossero eroi. Oriana è stata inviata di guerra, è vissuta a stretto contatto con le realtà più sanguinarie perché anziché rimanere protetta nell’albergo destinato ai giornalisti, lei scendeva in campo, toccava con mano le crudeltà e i pericoli: quando scriveva i suoi reportage nelle parole c’era il fuoco delle forti emozioni e delle paure vissute sulla sua pelle. Eppure quell’undici settembre ciò che vide sullo schermo fu più agghiacciante dei vari conflitti che aveva toccato con mano, perché in guerra, lei dice, si va per ammazzare mentre quei corpi in fiamme si ammazzavano lanciandosi nel vuoto per non morire bruciati vivi.
   E’ straziante leggere i passaggi di quel doloroso evento, ogni parola, ogni riga sanguina dolore e lei lo descrive minuziosamente come in un effetto rallenty. Il titolo del libro ci fa comprendere tutto il suo dolore, tutto l’acredine a cui fa seguito l’orgoglio di poter esprimere in assoluta franchezza, senza far sconti a nessuno il suo pensiero, perché secondo lei è la paura il male peggiore. Questo libro è una predica nei confronti dell’Occidente e lo spunto nasce dopo l’undici settembre, quando il direttore del Corriere della sera le affida il compito di scrivere un articolo sull’attentato, un articolo che per la corposità diverrà poi un libro e romperà quel muro di silenzio cercato dalla Fallaci rifugiatasi proprio a New York per sua scelta.
   Nel libro affronta il tema dell’invulnerabilità americana che secondo lei era un concetto sbagliato, in quanto più un paese è democratico e aperto, non governato da un regime poliziesco, più subisce o rischia dirottamenti e massacri. L’America essendo multietnica, moderna, aperta all’accoglienza, al rispetto, all’ospitalità non  proibisce a un afgano giunto a far visita a un suo parente di frequentare poi una scuola di pilotaggio o un’università dove studiare chimica, biologia e perfezionare quel desiderio cattivo di voler distruggere l’apoteosi della magnificenza: le torri gemelle appunto.  Ma l’America anche nel dolore si è stretta in un solo abbraccio al di là del proprio credo e colore e tutti hanno gridato: “Dio benedica l’America!” Questa è la forza dell’America: l’attaccamento alla propria nazione.
   E quell’undici settembre dà lo spunto a Oriana per trattare altri temi e punta il dito su tutto l’Occidente, sui vari politici e sui famosi accordi, sull’Italia della quale sente di non appartenere, perché non è l’Italia per la quale ha combattuto quando faceva parte del Corpo volontari della libertà durante il periodo nazi-fascista. “E’ un paese così diviso, l’Italia. Così fazioso, così avvelenato dalle sue meschinerie tribali! Si odiano anche all’interno dei partiti. Non riescono a stare insieme nemmeno quando hanno lo stesso emblema, lo stesso distintivo. Sono gelosi, invidiosi, piccini, non pensano che ai propri interessi personali e per questo si tradiscono, si accusano.” Si rivolge agli italiani privi di ideali, ai non nazionalisti che hanno abbandonato da tempo il concetto di patria, concetto per il quale tanti giovani hanno donato la vita e hanno creduto nei valori della propria nazione. Non le piace l’Italia dei voltagabbana che pur di riempire la pancia segue la scia del momento e si entusiasma per le vacanze all’estero e per il calcio. E non le piace la pseudo Unione Europea che lei definisce un “Fallito Club Finanziario” che spacca in due l’Occidente e che c’impone una moneta unica e non difende la sua cultura e la sua civiltà, ma la vende. 
   Affronta il tema dell’islam che vorrebbe assoggettare l’Occidente istituendo un nuovo Impero Ottomano, quell’islam moderato che secondo lei non esiste: basterebbe leggere il Corano e i vari precetti fatti di divieti e imposizioni. Lei ha visto in faccia l’islam, è stata a contatto con quella realtà, ha intervistato capi di Stato islamici e per intervistare uno di loro, ha dovuto anche fingere un matrimonio, ma non solo durante  un’intervista le veniva puntata un’arma al cuore. Parla anche di presunto scontro fra culture, di fondamentalismo islamico e molto altro.
  Un romanzo appassionante fatto di rimandi storici, di parole forti che scuotono le coscienze, ma è anche in alcuni punti ironico e capita di passare dai brividi al divertimento, ma soprattutto leggere Oriana vuol dire sentirla dentro forte, prorompente, in una sola parola VERA .
  Perché parlare ora di un romanzo pubblicato nel 2001? E’ semplice perché ora a distanza di anni possiamo comprendere meglio quella rabbia e capire che le sue accuse erano giuste e premonitrici, infatti è da un po’ che si riprendono citazioni e interviste della Fallaci, così criticata e accusata. Lei puntava il dito sull’Europa che stava diventando una provincia dell’Islam e diceva che il fenomeno americano non si sarebbe ripetuto in Europa, terra composta solo da un’unione di stati che non ha un’entità compatta, perché  l’humus in cui affonda le sue radici non è lo stesso e soprattutto non parla la stessa lingua, ha patrie diverse, culture diverse e diverse bandiere.

   Quindi l’Europa è solo una grande famiglia che non si dichiara guerra per espansione e conquista, come accadeva nel passato e durante gli ultimi conflitti mondiali e il che non è poco; ma non basta perché si sfascerà come un castello di carte e di inganni. E l’Italia, la nazione del cuore della quale si sentiva di non appartenere per i motivi sopra descritti, ma poi aggiungeva - guai a chi me la tocca, l’Italia dovrebbe avere il coraggio con dignità e serietà di non consegnarsi al nemico, di non spalancargli le porte o lasciarsi ricattare, l’Italia deve essere fiera della sua identità e salutare la bandiera ponendo una mano sul cuore!

mercoledì 7 settembre 2016

Ritrovata coscienza

   Risultati immagini per consapevolezza
                 (un piccolo racconto di rientro, buona lettura)

   



   Ed era venuto il giorno della consapevolezza, mai avrebbe pensato che la vita potesse cambiare rotta. Era accaduto all'improvviso e si era ritrovata privata del consueto al quale non aveva mai dato importanza. Le era scesa una doccia fredda: comprese la precarietà delle certezze e di come non avesse considerato tutto ciò che la circondava e che ora l’affascinava. 
   Si osservò. Era sempre la stessa ma i suoi occhi coglievano particolari prima irrilevanti, perché erano con lei da sempre. La bellezza del tappeto di fiori, il verde delle piante ornamentali collocate in giardino e l’immensa zona living della casa d'élite affacciata sul parco, ora avevano una sua visione diversa. Tutto ciò era per lei scontato: ne faceva parte dalla nascita, non aveva sudato sangue per guadagnarselo. E allora si attaccava alle inezie ed era sempre alla ricerca di nuove emozioni. C'era stato un tempo in cui aveva partecipato alle risse di piazza: dove c'era una pacifica manifestazione, lei con altri "radical chic" accorreva e calandosi un passamontagna, armata di bastone, sfasciava vetrine di negozi, una botta e via. Successivamente volle provare il brivido del lancio dei sassi, conobbe un altro gruppo appartenente alla città bene, giovani ricchi nullafacenti, tediati della vita: nulla li emozionava ma i sassi dal cavalcavia sì, e allora si aggregò. La fece franca, nessuno sospettava: apparteneva a una famiglia prestigiosa con una morale esemplare, mai avrebbe potuto essere perseguita e tra l’altro con il camuffamento non si era fatta riconoscere. 
   Abbandonò questo stile comportamentale: le venne a noia e meditava di arruolarsi in qualche zona sperduta, avrebbe combattuto in nome di un presunto Dio che nulla chiedeva se non la pace, per i sostenitori del male era l’esatto contrario. 
   I genitori non c'erano mai, che strano rapporto: da piccola affidata alle baby sitters e da grande nei collegi di lusso, che stramba famiglia! Era cresciuta privata del contatto amorevole, quando tornava a casa i genitori o erano al lavoro o erano fuori per altri scopi, per cui non era necessario comunicare loro ogni sua iniziativa, le servivano per ora solo i soldi per il biglietto aereo e altri denari per la sopravvivenza iniziale e a questo le sue carte di credito erano più che sufficienti. 
   Il viaggio alla ricerca del brivido non ebbe mai inizio: le carte di credito improvvisamente erano azzerate e dei genitori non v’erano tracce. Erano scomparsi insieme al conto in banca, anche in azienda non sapevano dove fossero e gli ordinativi esigevano la loro presenza; c’erano decisioni da prendere, spedizioni importanti da effettuare. 
   Viveva ancora nel suo guscio dorato che non poteva permettersi e del quale ne apprezzava in quel momento il valore. Non conosceva il lavoro, non sapeva prendere decisioni imprenditoriali, aveva studiato con scarsi profitti e quella laurea in economia non l’aveva mai conseguita; si ritrovava con un modesto diploma da ragioniera e con lo sgomento nel cuore, altro che brivido da terrorista e aizzatrice di folle. 
   Un filmato attirò la sua attenzione, era una notizia di cronaca nera, una notizia di dolore: vittime innocenti in un ATTENTATO. Corpi sparsi sul pavimento di un noto locale, altri fuori sul selciato e gente terrorizzata che inebetita offriva i suoi sguardi pietosi. 
   Spense il televisore, la decisione era presa!