sabato 28 settembre 2013

Amore rubato

                                

   La letteratura è anche narrativa riguardante quell'attualità cruda che se saputa raccontare diviene cultura, informazione e molto altro. Dacia Maraini, di lei ho letto recentemente un libro che narra delle violenze sulle donne, il libro s'intitola: "L'amore rubato", edito dalla Rizzoli, Bur - contemporanea. 
   Quando ho avuto il libro fra le mani non mi sentivo particolarmente entusiasta. Dovrò leggere storie di donne maltrattate, sicuramente si parlerà di violenze sfociate in uccisioni macabre, mi son detta. Invece anche trattando storie che la cronaca non ci risparmia, ed è giusto sia così, mi sono appassionata al libro per la scrittura fluida e coinvolgente, per quella scrittura dove nulla è lasciato al caso.
   Il libro si articola in otto racconti e ci porta a riflettere su situazioni e drammi taciuti, storie che forse si sarebbero potute evitare, storie di donne fiduciose e cieche per eccessivo amore. Donne istruite che rinunciano alla loro identità credendosi responsabili del comportamento del loro uomo, donne che pensano di meritarsi ogni sorta di sofferenza o peggio ancora che si annullano come madri: concedendo fiducia al loro uomo, hanno gli occhi bendati sulla loro realtà familiare.  
   La prima vicenda racconta una storia di omertà amorosa, silenzio che scaturisce dalla paura e dalla dipendenza, entrambi i soggetti hanno alle spalle una famiglia mancata e quindi il bisogno di averne una fa sì che i comportamenti siano artefatti. La seconda storia affronta il tema del protagonismo indotto, del successo costi quel che costi, successo rincorso e imposto, le conseguenze saranno devastanti; anche questa è violenza: annulla le capacità decisionali, plagia la mente quando si tratta di una minore che poi pagherà con la sua vita. Vi sono anche i violentatori di classe, coloro al di sopra di ogni sospetto; essi circuiscono con eccessive premure e amano stuprando, invadono e calpestano quello spazio temporale della purezza destinato ai giochi, alle fantasie, essi sono la peggior specie. La Maraini ci parla anche di una violenza di gruppo da parte di minori nei confronti di una compagna di classe, una violenza che nonostante fosse stata riconosciuta non perseguirà i colpevoli: i ragazzi saranno tutti rilasciati e verrà organizzata nel paese una festa i cui partecipanti riceveranno una medaglietta con su scritto: "Sempre vince l'innocenza" In un'altra storia, invece, la donna è vittima di una gelosia assurda, patologica, una gelosia delirante che la porterà a un passo dalla morte; la protagonista troverà la forza di chiedere aiuto e salverà la sua vita in extremis. 
   L'amore rubato, il titolo è perfetto: l'amore vero è donazione, rispetto, cura della persona amata. L'amore non è violazione, calcolo, sospetto ingiustificato, violenza: l'amore autentico si nutre di un sentimento pulito fatto di affettuosità scevre da compromessi squallidi o da patologiche manie. Chi ama per davvero si nutrirà delle gioie della persona amata e non delle sofferenze e delle sue paure. Un libro, quindi, per riflettere anche sugli interrogativi taciuti e spenti da un'eccessiva comprensione che plagiano la mente. 

lunedì 23 settembre 2013

Scambio virtuale

 




   La quotidianità ormai si è arricchita di intermezzi che un tempo non pensavamo potessero esistere: gli spazi virtuali. Quei toccasana d'evasione che ci permettono di buttare giù due righe per affacciarci sul mondo. Una frase, un pensiero, una foto, per comunicare anche con chi non abbiamo mai conosciuto fisicamente e che proprio perché è dietro un paravento ci dà a volte più soddisfazioni e ci attrae. Lo scritto se ben strutturato permette molte situazioni, ma il discernimento va tenuto sempre da conto. 
   Il delizioso gattino, qua sopra, pare dire: "Siate guardinghi!" 
  Non per scadere nel moralismo noioso e ripetitivo, chi sarei io per elargire consigli, forse ho la veste per poterlo fare, non so? Ma il gattino della foto con il suo sguardo dolcissimo e un tantino astuto, del resto è risaputa la scaltrezza dei felini, dicevo il tenero micio mi ha fatto pensare al famoso proverbio "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio", anche se una drasticità così mi sembrerebbe eccessiva, sarebbe come chiudere le porte dell'approccio comunicativo o della conoscenza in molti ambiti sociali. 
   Le delusioni sono tante: riponiamo la fiducia e ne veniamo delusi, accade molto più spesso di quanto se ne parli; eppure non possiamo, a mio modesto avviso, costruirci un recinto inoppugnabile, che vita priva di emozioni!
   Allora sempre lui ci dice di essere accorti, tutto qui, e godiamoci la nostra quotidianità fatta di nuove evasioni che anche se a volte offuscate sono stimolanti e ci fanno affrontare il grigiore di un mancato cambiamento sociale, lavorativo, politico, culturale e che dire delle notizie tragicamente criminali, è difficile andare avanti. 
   Che lotta questa nostra esistenza, non possiamo esimerci! Comunque dopo aver scritto queste due righe va meglio, buon inizio di settimana a tutti!  

martedì 17 settembre 2013

Magia della parola

                      

   Dover cercare una frase, una qualunque per cominciare. Perché, perché? Non so, così dovrei e perché dovrei? Potrei smettere, nessuno mi obbliga a farlo. Però, però ora che ci penso è bello farlo, è bello veder scorrere parole anche senza senso, così per un gioco di sfida con me stessa; frasi illogiche che tutte insieme forse forse potrebbero avere un senso compiuto, un gioco di equilibri lessicali e di strane congetture. Che pazzia, che ritmo, che... ma che cosa?
   La forma scritta permette tutte queste elucubrazioni: la pagina bianca non si ribella, non ha voce. Lei è lì e accoglie anche le inezie che non portano da nessuna parte: occorre giusto un po' di dimestichezza con le parole e tutto va, scorre. Attenzione però, lo scritto è un documento, chi legge con attenzione lo rilegge e lo pondera e s'accorge del roteamento che porta alla fase iniziale del senso incompiuto, come in questo caso.    La forma orale invece essendo immediata, deve comunicare qualcosa, non vi possono essere giri di parole, oddio vi sono, tipo quegli oratori da strapazzo che abbagliano con i loro sproloqui interessati. Comunque vada, la parola messa assieme ad un'altra parola, e poi ancora un'altra costruisce il pensiero che se non comunica un messaggio si rivela inutile.
   Quindi, cosa avrò voluto dire con questo giro di parole? Ancora non lo so, però ora che ci penso chi lo fa per mestiere, ossia scrivere per riempire pagine di giornali, ha un bel daffare a inventarsi congetture o realtà che possano appassionare il lettore. Deve cercare, reinventarsi, avere l'idea o la notizia giusta magari gonfiata, quelle belle ampollosità che se rispecchiano la verità potrebbero anche starci; non va bene invece quando ciò che si legge è solo un artifizio mentale basato sulla menzogna, di quella falsa verità che influenza a tal punto da fare danni: vi sono persone che si lasciano condizionare da uno scritto ben orchestrato. Ma pensa, pensa, la scrittura è come una melodia che se ben intonata avvince i cuori e li conduce dove vuole, magia della parola.
   E questo è quanto!


giovedì 12 settembre 2013

Caratteristica costruzione

                        Foto: Uno scorcio caratteristico della mia regione, costruzioni pensate per sviare le imposte: all'occorrenza venivano demolite e ricostruite. Ma soprattutto la forma conica e il materiale adoperato, permettevano un'inerzia termica:  fresco d'estate e caldo d'inverno. Ah, cosa doveva inventarsi la povera gente! Sono contraria al mancato pagamento delle imposte, tutto dovrebbe essere a misura di reddito e sicuramente le cose funzionerebbero bene. Mentre per l'inerzia termica ora, dopo errori colossali, le nuove costruzioni sfruttano materiale ecologico che non disperde il calore d'inverno e mantiene il fresco d'estate. Dopo secoli di disastri si è più attenti all'ambiente, all'uomo stesso e agli sprechi.




   Uno scorcio caratteristico della mia regione, i tanto rinomati trulli, costruzioni rurali pensate anche per sviare le imposte: all'occorrenza venivano demolite e ricostruite. 
   Ho appreso questa informazione qualche mese fa e non ho fatto a meno di riflettere sull'astuzia e sull'abilità dell'uomo che sin dai tempi remoti ha dovuto subire le angherie del potere ingiusto nei confronti del ceto meno abbiente. 
   Come facessero in quattro e quattr'otto a rimuovere ogni lastra di pietra grezza, una muratura a secco di spessore elevato, e successivamente a ricomporre l'intera costruzione modulare è per me un mistero. Non avevano studiato tecniche d'ingegneria eppure realizzarono nuclei abitativi dichiarati Patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO. 
   La forma conica, unita alla quasi assenza d'aperture, un'unica porta d'entrata e un finestrino quadrato, e il materiale adoperato permettevano un'inerzia termica: fresco d'estate e caldo d'inverno, la povera gente faceva di necessità virtù. Queste costruzioni caratteristiche sono al giorno d'oggi molto richieste nei luoghi di villeggiatura e non solo. 
   Sono contraria al mancato pagamento delle imposte, tutto dovrebbe essere a misura di reddito e sicuramente le cose funzionerebbero bene. Mentre per l'inerzia termica ora, dopo disastri edilizi di svariati anni, le nuove costruzioni, che si attengono alle recenti normative, sfruttano materiale ecologico che non disperde il calore d'inverno e mantiene il fresco d'estate: sono considerate di classe tripla "A". 
   Dopo secoli di errori e di costruzioni selvagge si è finalmente più attenti all'ambiente, all'uomo stesso e agli sprechi.

venerdì 6 settembre 2013

Un rito




   Le emozioni mutano: solo ciò che si sperimenta per la prima volta ha il sapore dell'attesa. Il discorso è vago e non sempre le attese si rivelano emozionanti: vi sono situazioni, infatti, che procurano delusioni. Eppure anche ciò che ci ha entusiasmato, alla lunga non sortisce l'effetto iniziale. Una determinata emozione potrebbe anche appassionarci per molto tempo, ma finisce comunque che mutando noi stessi cambi la sensazione. 
   Un rito... quanti ne conosciamo, molti; ecco prendo in considerazione quello dei fuochi pirotecnici, bellissimi, fantasmagorici, abbaglianti, artistici, creativi, hanno il potere di calamitare sguardi in attesa rivolti all'insù, eppure anche quei variopinti fuochi in molte persone finiscono per non suscitare più interesse. 
   Una serata di ferragosto, un classico: i fuochi che nascono dal mare e s'innalzano fino al cielo, l'effetto è emozionante; tutti che s'apprestano a raggiungere la postazione migliore. La calca della gente, lo sciabordio delle acque, la luna che si riflette sullo specchio d'acqua, il vociare in attesa. I giovani che alla mezzanotte si spogliano ed entrano in acqua felici, euforici e i bimbi con il nasino rivolto al cielo. L'aggregazione con chi non si conosce e che condivide con noi il rito di ferragosto, quand'anche fosse ripetitivo è comunque un momento che si rinnova anche per quel calore umano che vorremmo avere forse più spesso. 
   E loro non si fanno attendere: prorompenti, roboanti, caleidoscopici, salgono alti in cielo illuminandolo. Una cascata, girandole in festa che ebbero il loro esordio nell'ottavo secolo in Cina; è tutto come allora: gli effetti sono simili, solo che gli spettatori del passato erano forse più estatici e meno esigenti. 
   Il rito termina e ci si appresta al ritorno, si condividono emozioni del dopo rito, si è felici. Comunque sia andata, è stato un motivo di festa essere ancora insieme su questa terra che ne ha viste tante e ne continua a vedere a malincuore: vi sono luoghi dove quei botti hanno qualcosa di diverso e i cieli illuminano a morte gente innocente vittima del potere. Nei luoghi di pace vi sono purtroppo gli insoddisfatti che non apprezzano la sana ripetitività dei riti gioiosi e assistono solo per accompagnare chi invece continua ad emozionarsi. Allora ci si sente dire: "Ma son sempre uguali, cosa c'è di diverso?" 
   Anche l'amore è sempre uguale, eppure è sempre bellissimo. Anche il mare, i fiumi, i boschi, lo sguardo di un bimbo, l'affetto delle persone care, eppure ogni volta procurano emozioni nuove. 
   I riti ripetitivi fanno parte del nostro vissuto e come tali non vanno disprezzati: regalano attimi di gioia condivisa. Poi ci sarebbe il discorso nello specifico della pericolosità dell'operatore e della fabbrica dei fuochi, ma questa è un'altra storia.

martedì 3 settembre 2013

Tenera sorpresa

                                  


   Funzione religiosa all'aperto, un'atmosfera conciliante: il verde dei pini, la tranquillità del momento, sembra di essere lontani dal mondo con i suoi problemi. Non vi è distrazione, ma un ascolto piacevole e mistico che dona pace al cuore. 
   Ci si osserva e ci si ritrova, bello ritrovarsi come fosse un appuntamento. 
   Quest'anno una nuova presenza, un bimbo dal volto angelico: aspetto da cherubino, stessi capelli ricci e biondi, bellissimi gli occhi celesti limpidi e dolcissimi. Un bimbo piccino, forse ha solo tre anni, un bimbo che ascolta con serietà l'intera funzione: composto, assorto, immobile e con gli occhi rivolti all'altare. Giunge il momento della comunione e lui si pone a mani giunte, attende la sua ostia. 
   Il sacerdote lo guarda con infinita tenerezza, tutti i presenti lo osservano e ne gioiscono: pare un angelo mandato dal cielo. Al termine della distribuzione dell'ostia, il misterioso bimbo riceve il suo premio: un'ostia non consacrata, è felice la mangia e torna al suo posto sempre compito e a mani giunte.          
   Domenica successiva stessa scena: quel bambino è tornato e si è comportato allo stesso modo. 
   Una signora dice: "Mi piacerebbe sapere quale sarà il suo percorso di crescita." E un'altra: "Auguriamoci che il mondo non lo cambi." 
   La purezza dei bimbi e dopo? Una buona e amorevole famiglia è determinante, credo che il cherubino misterioso ce l'abbia: ho scorto i genitori dall'aspetto perbene senza fronzoli, quell'aspetto educato di sani valori.      
   Ciao bimbo misterioso, chissà forse i tuoi genitori passeranno da questi parti, a loro dico di continuare a coltivarti ancora con tanta dedizione: i fiori per crescere in bellezza richiedono cura e tanta attenzione. 



   p.s. (un breve scritto di rientro, a Voi tutti auguro una serena e bella giornata, con calma passerò a leggervi.)