sabato 28 dicembre 2013

Buon Anno

                        

   Dovrei parlare della pericolosità dei botti di fine anno, dovrei... invece mi sono accorta che quest'anno la campagna di prevenzione non si è ancora attivata: siamo troppo impegnati col governo e i relativi problemi, non da ultimo quello dei migranti e dell'illegalità italiana che li blocca in centri d'accoglienza anche per due anni, non pensavo che da noi vi fossero ancora i lager.
   Abbiamo problemi con le carceri troppo affollate e allora si mettono in semi-libertà soggetti pericolosi che una volta fuori tornano a delinquere.
   Abbiamo problemi con la vecchia IMU che pare ora sia stata canalizzata nella TARES, ogni giorno nasce una voce nuova con lo scopo di spillarci quattrini sotto un'altra veste.
  Abbiamo problemi con la legge elettorale che dovrebbe essere cambiata per consentirci di sceglierci il candidato; avevamo anche il problema di un rappresentante politico ventennale che pare sia stato messo fuori gioco, dico pare perché la persona in questione è dotata di risorse che forniscono nuova vita.
   E, poi, la burocrazia cavillosa, il lavoro che non c'è, le tasse, la mancanza di denaro, gli scioperi dovuti al malcontento, le alluvioni disastrose, le morti ingiustificate, la sanità, ed ora anche il blocco degli immigrati che se li lasciassimo andare per la destinazione che vorrebbero ci costerebbero meno e invece siamo ora considerati un popolo oppressivo.
   Ma che sta succedendo alla nostra Italia? Eppure siamo considerati di buon cuore, anzi eccessivamente buonisti, è vero con la truffa facile, ma eravamo e siamo un popolo generoso.
   E' nato, ho sentito dire, un nuovo mondo politico, un mondo costituito da quarantenni; ce la faranno a cambiare le sorti di questo nostro paese e a non lasciarsi contaminare dagli uomini di potere? Si scrolleranno di dosso gli opportunismi precedenti e penseranno alla trasparenza che fa crescere e dona benessere a tutti?
   Lo spero, lo speriamo. E con questo pensiero guardo al 2014, auguriamoci che sia l'anno chiave della rinascita in tutti i sensi: sono stanca, siamo stanchi di subire e di patire, ma non solo di dover dare risposte che forse non conosciamo a chi ce le chiede insistentemente, a quei giovani stanchi più di noi di vivere in un mondo senza prospettive. 
   E i botti? Ogni giorno li udiamo, la deflagrazione giunge dal video e la cogliamo intorno a noi. Ma nonostante tutto, sta per nascere un nuovo anno e i nuovi nati hanno bisogno di parole beneauguranti e di gente prudente che non aggiunga ulteriori problemi a quelli già esistenti, per cui sarà meglio non affollare i pronto soccorsi ospedalieri: meglio divertirsi senza rimetterci la pelle o qualche parte del corpo. 
   Con questi presupposti,
                                         BUON ANNO E FELICE 2014 A TUTTI!

martedì 17 dicembre 2013

Lettera aperta a...





   Carissimo, chi l'avrebbe detto che ti avrei scritto, alla mia età poi! Vorresti forse sapere l'età? Ma dai, lo sai che una signora è quasi sempre reticente e preferisce lasciare agli altri il calcolo della sua età: è così bello quando sottraggono anni, è come recuperare una ventata di gioventù, e noi donne non lesiniamo i complimenti mai, anche quando giovani lo siamo per davvero.
Quest'anno ho deciso di rivolgermi a te, di scomodarti, del resto non ti ho mai disturbato in passato: tu non facevi parte del mio mondo natalizio, dalle mie parti quando ero una bimba si aspettava l'Epifania per ricevere doni.
 Il natale è alle porte, carissimo, e i bambini si affrettano a consegnarti le loro letterine, sai anche la mia nipotina l'ha fatto, che bella età è quella: non si conosce nulla del mondo torbido che ci tocca in sorte. Nell'aria l'atmosfera natalizia è malinconica e i luccichii, gli addobbi non riescono a illuminare i cuori spenti dai problemi sempre più crescenti che ci avviluppano ogni giorno e ci deprimono, e anche chi ha una vita pressoché normale, non ce la fa a restare indifferente. E poi diciamocelo francamente, è come una situazione a catena e anche chi non se la passa male potrebbe precipitare e affondare, ma anche se così non fosse, non si può gioire sapendo che intorno a noi il malcontento e la sofferenza dilagano sempre più. Famiglie che vivevano una condizione di benessere, si ritrovano oramai a combattere contro la povertà e i disagi di una vita di stenti senza sbocchi e senza futuro; un'esistenza dove la vita umana non conta quasi nulla e la si sopprime con molta facilità: ti alzi la mattina e apprendi che la tal persona stimata non c'è più e che il tal dei tali è stato ucciso per quattro spiccioli. Viviamo una vita dove la meritocrazia conta meno di niente e allora chi si è impegnato, pensa che avrebbe fatto meglio ad andare a divertirsi invece di aver sgobbato ed essersi privato della leggerezza di una giornata meno faticosa, e chi è stato sempre onesto, si dice che avrebbe fatto meglio a frodare il prossimo in quanto la trasparenza non premia. 
   Carissimo, in questo mondo da adulti i buoni non ricevono premi  e chi si comporta in maniera retta viene perseguito, a differenza di coloro che possono e assoldano chi sappiamo per farla franca; pensa che l'Italia è forse l'unico paese dove esiste la prescrizione e poiché i processi si trascinano per le lunghe con costi elevatissimi che gravano sulla traballante economia, chi dovrebbe finire in galera resta impunito. 
   Lo so che ne sei dispiaciuto e che vorresti fare man bassa di tutti i disturbatori e disonesti di questa società, lo so che vorresti, come so anche che ti è toccato in sorte di non poter intervenire perché l'uomo giunge alla comprensione attraverso i suoi errori. Però c'è qualcosa che potresti fare, per natale potresti donarci nuovamente la speranza: l'abbiamo persa e non va bene, con essa si guarda al domani con ottimismo e coraggio, quella sana voglia di fare che cerca l'impegno; voglia anche di combattere i soprusi, di emergere e di farla in barba agli uomini di potere che ci hanno privato anche dei sogni. 
   Giustizia, solo giustizia, dove chi sbaglia paga! E diamine abbiamo superato gli anni di piombo, l'austerity dovuta alla crisi petrolifera, il terrorismo e andando più indietro la famosa crisi del '29 detta anche Grande depressione: se tu ci porterai in dono la speranza, ci rialzeremo come sempre è stato!    


                                                      BUON NATALE A TUTTI!

lunedì 9 dicembre 2013

Possibile amore

                  

   Quella voce... ormai viveva solo per quella, immaginava e fantasticava, altro non poteva: il lui della voce era lontano, molto lontano. Era successo per caso, una pura fatalità: stava sintonizzandosi sulla stessa emittente quando fu catturata da una voce di un'altra stazione radio, una stazione agli antipodi dal posto dove lei viveva.
   "Oggi parleremo di rapporti amorosi di vecchia data, quelli che si trascinano da troppo tempo. Ma sì,  amiche mie, quante coppie vivono una storia da quindici anni o giù di lì e non hanno voglia né di una convivenza né di un matrimonio? Parliamone, sono qui attendo le vostre telefonate."
   Era rimasta immobile al centro della stanza, poi si era lasciata andare sulla poltrona buona del salotto, quella che di solito non sfiorava se non per darle una spolveratina. Poi si era alzata, aveva aumentato il sonoro della radio e sentiva un fremito, una malia mai provata prima. C'era l'intermezzo musicale e lei attendeva che lo speaker misterioso parlasse nuovamente. E parlò, per comunicare che c'era una telefonata in linea. Fu comprensivo, garbato, lievemente ironico, abile consigliere. Senza schierarsi completamente, seppe indicare il percorso giusto, la soluzione più idonea; la telefonata terminò con un ringraziamento da parte dell'ascoltatrice. Il programma andò avanti per circa due ore, centoventi minuti di diretta condotti da lui e il pubblico delle ascoltatrici che sciorinavano i loro problemi intimi con disinvolta nonchalance. Era come se fossero dal confessore, con la differenza che la loro storia era di dominio pubblico restando nell'anonimato.      Il programma andava in onda nel pomeriggio inoltrato e Terry non perse un appuntamento, ovunque fosse si sintonizzava, in macchina poi era il massimo. I quesiti cambiavano registro ogni giorno e non erano mai banali, ma ciò che era interessante, era la conduzione del presentatore: oltre la sua voce calibrata, spiccava la capacità di valorizzare qualunque argomento con una dialettica appropriata e un'analisi perfetta, lui sapeva anche redarguire e puntare il dito sull'errore facendo riflettere, e non per questo la persona di turno si sentiva accusata, anzi accettava il consiglio elogiando la bravura dello speaker.
   Terry cominciò a fare indagini, voleva conoscere l'identità fisica del presentatore o avere notizie sulla sua vita fuori dalla sfera radiofonica; seppe il cognome ma null'altro, silenzio assoluto. Prese la decisione, avrebbe fatto chilometri pur d'incontrarlo e così giunse alla sede di quell'emittente abbastanza nota. Entrò in sala registrazione, stavano provando un programma da mandare in onda successivamente e lei udì la voce che la tormentava anche in sogno. Fece qualche passo e lo vide, non corrispondeva al suo immaginario: era goffo, sui cinquant'anni e... disabile, si spostava sulla carrozzina a motore.
   "Cercava me?"
   "Come fa a saperlo?"
   "Ne sono venute altre e così come sono entrate, sono andate via."
   "Non rientra nei miei programmi, Max, dovrai buttarmi fuori rincorrendomi con la carrozzina."
   Amiche mie, oggi voglio formularvi questo quesito: "Esiste la pietà in amore? O esiste l'amore impossibile che diventa possibile?"
   Max cercava ancora una risposta.

mercoledì 4 dicembre 2013

Un grande amore

                                                     
          
   

   S'aggirava da sola per le camere, quanti ricordi, quanti momenti vissuti tra quelle mura che traspiravano ancora di odori e di colori. I ritratti degli avi di suo marito sembravano sfidarla con il loro sguardo altero, lei conosceva a mena dito la storia del loro passato glorioso che non esitava a rinvangare tutte le volte in cui le era chiesto. Anche suo marito ormai apparteneva al passato ed erano anni che l'aveva resa vedova; le erano rimasti i figli, ma essi avevano la loro vita che lei viveva di riflesso. Il panorama del suo paese entrava attraverso la vetrata del soggiorno di quella casa che l'aveva vista giungere sposa, se ci pensava, ricordava ancora l'annuncio imperativo di Armando: "Ho fatto affiggere le pubblicazioni, fra otto giorni ci sposiamo!" L'aveva lasciata di stucco, erano fidanzati da più di dieci anni, ma lei stava troppo bene con i suoi che l'adoravano e comprendevano le sue perplessità.
   Era una ragazzina che frequentava il ginnasio e conobbe Armando alla festa patronale, da quel momento non le dette tregua e lei era felice di essere corteggiata dal ragazzo appartenente alla famiglia più illustre del suo borgo. Lui era anche bello e con le idee chiare, avrebbe ricalcato le orme dei suoi avi, avrebbe restituito dignità al casato: il bisnonno, a causa del vizio del gioco e delle belle donne, aveva dilapidato ogni cosa, erano rimasti a memoria gli stemmi su alcuni palazzotti di vecchia proprietà. Lara aveva preso la maturità, il fidanzamento non l'aveva distolta dai suoi studi, poi partecipò al concorso per l'abilitazione ad insegnante delle elementari, ottenne la cattedra e cominciò ad insegnare con tanta passione, la sua vita era ricca così, i bambini, i genitori e Armando come cornice alla sua esistenza appagata. Lui comprendeva e imputava il fatto che Lara non fosse ancora pronta per il matrimonio a causa della giovane età, mentre lui ne aveva dieci in più ed era divenuto l'unico legale del paese, era stimato e ben considerato, i più avrebbero voluto che si mettesse in politica e che si candidasse come sindaco. 
   "Amore, ormai sei un'adulta già da tempo, sei maggiorenne; siamo fidanzati da dieci anni, io non posso più aspettare, ho trentacinque anni, sono realizzato, forse mi candido come sindaco, perché non ci sposiamo?"
   "Non posso, non posso, se mi vuoi continuiamo così!"
   "Basta, oggi passo dai tuoi, mi dovranno ascoltare questa volta, o mi sposi o ti lascio per sempre!"
   Erano gli anni in cui si convolava a nozze anche in giovane età, quindi il comportamento di lei era inspiegabile, non c'era motivo di tenere in piedi un rapporto privo d'amore, tra l'altro non era stata neanche compromessa: Armando non era mai riuscito a valicare quel muro di moralità e tutto ciò rendeva lei ancora più speciale ai suoi occhi. 
   Si fermò un attimo nei ricordi e sorrise amorevolmente alla foto di suo marito che pareva ricordarle il suo grande amore: non ci aveva pensato due volte a prenderla in sposa nonostante la sua presunta infertilità.
   Lara s'era ammalata di tifo poco dopo la maturità, la febbre alta non calava e l'infezione la tenne a letto per circa un mese, si temette che non potesse farcela: al tempo la guarigione era difficile, la convalescenza fu, infatti, lenta e la ripresa fisica altrettanto. Il medico dopo l'ultimo controllo dichiarò la guarigione con una complicanza ginecologica, Lara non avrebbe avuto figli: il tifo l'aveva resa sterile. I genitori della ragazza non si accontentarono di una diagnosi e sottoposero la figlia a vari consulti, l'ultimo medico fu categorico: "Figli? Ci saranno altre gioie nella vita di questa creatura."
   E Armando che aveva sempre ignorato ogni cosa, quel pomeriggio fu informato sulla verità dai genitori della sua fidanzata.
   "Era questo, solo questo!" esclamò risollevato "Non m'importa, io amo vostra figlia, la mia vita è già ricca così!"
   Fece costruire una casa perfetta per le loro esigenze di coppia, una palazzina prospiciente i monti a nord del paese. Quella prova d'amore non fece esitare più Lara. Si sposarono e sulla coppia aleggiò il sentimento autentico, i figli non erano predominanti. E i figli a dispetto delle previsioni giunsero, dapprima una femmina, poi un'altra ed infine il maschio, tre creature tutte in perfetta salute di mente e corpo che completarono quella già perfetta unione.
   "Vero Armando!" lei rammentava tutte le volte che andava a ritroso nel tempo.
   Lui tenne fede anche alle sue promesse, divenne sindaco e ridette lustro al suo casato: tornarono ad essere la famiglia più stimata del paese.