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giovedì 5 aprile 2018

Non spegniamo le luci



Risultati immagini per foto spegnere luci in significato metaforico


   C'è chi è un sognatore ottimista e spera, c'è chi demorde e getta la spugna, c'è chi insiste e combatte, c'è chi pur deludendosi non abbandona, eppure vi era un tempo in cui la situazione era confortante. Cosa fa cambiare il vento, cosa fa scegliere nuovi percorsi?
   Messa così sembrerebbe un cambiamento  obbligato dalle circostanze e forse ci potrebbe anche stare: se in molti abbandonano, si rischia l'isolamento.
   Ma se vi era soddisfazione, perché cercare altrove ciò che rientrava nelle proprie corde? La risposta è semplice: là fruibilità immediata associata al poco impegno; del resto tutto corre alla velocità della luce e occorre essere dinamici pur con pochi contenuti; una manciata di minuti e si è in contatto col mondo pigiando un "mi piace", e badate bene che anch'io faccio parte del mondo veloce dei click, ma anche lì sono per i contenuti e non soltanto per i lusinghieri saluti temporali o per le foto altrui scaricate da internet.
   Qui, in questo spazio, vi sono valide menti che ci dedicano il loro tempo con scritti di qualità, articoli di pregio con approfondimenti, racconti e romanzi di classe, news e reportage; ebbene dopo questa mole di lavoro, i visitatori da un bel po' si stanno defilando e non rendono giustizia a chi si è impegnato e gradirebbe, dopo la lettura, ricevere una parola di testimonianza del suo passaggio.         Un'amica blogger, una bravissima scrittrice che ci regalava storie sempre più coinvolgenti e di spessore, da svariati mesi non pubblica più; una penna come poche ha abbandonato il campo per scarsa partecipazione degli amici blogger e per dedicarsi alla costruzione di un ulteriore romanzo: spero che sia veramente così e che torni presto tra noi.
   Anche altri blog rilevanti hanno chiuso o stanno disertando e questo non va bene: non devono cessare i blog culturali a favore di quelli culinari che impazzano con successo!
   Allora demordiamo o combattiamo? Gliela diamo vinta ai social che vivono anche di poesie, aforismi, scritture altrui, ovviamente dichiarate. Gliela diamo vinta o continuiamo a impegnarci in questo spazio di qualità pur concedendoci distrazioni virtuali molto frequentate, giusto per non essere fuori da quel mondo internettaro così comune!
Non spegniamo le luci, non chiudiamo il sipario!


sabato 25 gennaio 2014

Blog in caduta? Meglio non scoraggiarsi.

                      

   Gestire un blog vuol dire, e questo lo sappiamo, avere la possibilità di curare una pagina pubblica, una sorta di giornale on line dove pubblicare i propri pensieri che possono interessare come anche non rientrare nelle corde del possibile lettore. Tutto ok: il discorso non fa una grinza, ma ciò che non comprendo è il fatto che, per ricevere una possibile lettura, occorre farsi un giro di ricognizione e lasciare il proprio pensiero, non che non sia gradevole farlo, ma mi sembra una sorta di passaggio obbligato per ricevere il contraccambio, è come se non vi fosse spontaneità in tutta la procedura. Non sarebbe bello invece che ognuno scelga liberamente le sue visitine per il gusto di farle, senza aspettarsi in cambio nulla? Non sarebbe bello che i visitatori giungano per il gusto di leggere e non perché si sentano quasi obbligati a farlo? Se vi fosse spontaneità, ci si sentirebbe maggiormente gratificati dalla loro lettura e il lavoro svolto avrebbe più senso, perché è vero che ciò che conta è avere uno spazio dove scrivere, ma è vero anche che sia più importante un parere sincero scevro da obblighi di comodo.
   Fino a qualche tempo fa accadeva così, almeno per me, giungevano visite di persone
sconosciute, il loro pensiero era sincero e si capiva che non avevano alcun interesse, con questo non voglio dire che i miei amici di sempre siano da meno, anzi sono molto importanti, ci tengo alle loro opinioni e poi loro sono estremamente sinceri: ormai ci conosciamo da tanto e possiamo concederci  la libertà della franchezza. Allora dove porta questo mio sfogo? Datemi un attimo: devo pensarci.
   Ho notato che i commenti sono divenuti come oasi nel deserto, tanti delusi hanno anche chiuso il blog. Sino a poco tempo fa vi era un flusso molto stimolante che faceva nascere spontaneamente la curiosità della conoscenza, mentre ora tutto langue e chi passa a leggere non lascia nemmeno un segno del suo passaggio, neanche un modesto saluto. E' forza colpa del social network? Io sono iscritta a facebook eppure non dimentico il mio blog e i miei amici, per me resta il blog di scrittura il posto di qualità dove misurarsi e mettersi in gioco, mentre facebook è solo una vetrina amichevole nella quale entrare lasciare due righe se il tempo c'è, nulla d'impegnativo come accade per un blog.
   Ma io non demordo e continuerò a occuparmi di questo spazio: entro e mi cibo delle mie stesse parole che vedo scorrere su queste righe. Chi ama farlo ne sente il bisogno, così come un pittore ha necessità di dipingere una tela. Il blog di scrittura è, appunto, uno spazio destinato a chi condivide la passione per la lettura, per la prosa e  per la poesia, ma anche per gli articoli di attualità e per le recensioni, quindi un posto di nicchia davvero creativo e gratificante, perché qualunque sia il grado di cultura c'è uno scambio d'informazioni che arricchisce. E voi, amici di sempre e amici occasionali, che ne pensate?