Nasciamo e non lo decidiamo noi, allora se avessimo l'opportunità di farlo, decideremmo di venire al mondo? Le situazioni sono disparate e ovviamente chi se la passa bene, darebbe una risposta affermativa. Ma quanti vivono condizioni così ottimali da poter dire la vita è bella, vorrei nascere allo stesso modo e nello stesso luogo; oppure vorrei venire al mondo con un aspetto diverso e in un altro luogo?
La vita è una battaglia sempre: anche non avendo sferrato offensive, ci si ritrova a combattere guerre a volte personali ma spesso conflitti ad ampio raggio che non abbiamo innescato, ma che per la globalità che regola l'esistenza ci coinvolgono.
La vita nel mondo globale, pur con i suoi rischi, ci fa vivere le emozioni del contatto umano che in totale solitudine non proveremmo. Immaginiamoci su di un'isola deserta e anche lì non saremmo da soli, dovremmo difenderci dalla natura nella sua completezza,. L'uomo nasce per rapportarsi con gli altri: il suo primo rapporto è genitoriale, diversamente non potrebbe compiersi la sua esistenza per bisogno nutrizionale e per crescita; quindi una dipendenza necessaria da un adulto che provvede a lui.
E qui rientra la casualità: al nascituro capitano buoni o pessimi adulti; luoghi di nascita pacifici o infestati da ideologie che annullano l'esistenza tramutandola in una lotta alla sopravvivenza. E tutto questo perché l'uomo pur nascendo in un clima accettabile, è alla ricerca dell'impossibile che altera gli equilibri e li trasforma in caos.
E nonostante ciò si lotta sino allo sfinimento per una briciola di emozione, per una briciola di vita terrena; si soffre e si volta pagina a volte più lentamente, a volte con impegno subitaneo per reprimere il dolore che si accanisce su chi non cerca il male.
Quanti strani meccanismi regolano l'esistenza? Ma si spera e si vive, si cerca il sorriso e ci si inginocchia quasi sempre alla vita che ci ha scelto per essere parte della sua. Nulla è vano, nulla è per caso!
Molti si interrogano sull'esistenza e si chiedono perché vivere, impegnarsi, soffrire, arrivare allo sfinimento oppure gioire, emozionarsi, se poi qualunque sia la qualità di vita vola in un soffio e tutto il travaglio per esistere non ci concede il premio dell'immortalità? Ciò che più ci spaventa, è il sapere che siamo viaggiatori non per scelta e che siamo obbligati a fermarci all'ultima stazione.
Intanto tracciamo orme e saranno loro a testimoniare il nostro passaggio; chi si crede invincibile è uguale a tutti gli altri: arriverà una resa dei conti che porrà tutti sullo stesso piano, allora l'esistenza avrà quella risposta che attendevamo!
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