venerdì 17 gennaio 2014

Scaramanzia

                 

   Siete scaramantici? Se attraversa la strada un gatto nero che fate? E se si dovesse rompere uno specchio, oppure si aprisse il barattolo del sale e scivolasse tutto il contenuto per terra? E che dire del fatidico giorno diciassette di venerdì, oggi appunto. 
   Non ho ancora finito, mi è venuto in mente l'auto che trasporta il feretro nell'ultimo viaggio, tutte le volte che la incontriamo, per quanto fingiamo un atteggiamento normale o delicatamente giriamo lo sguardo, pur non parlandone siamo visibilmente preoccupati: c'imbarazza la tal visione, sarebbe come riflettere sulla realtà della vita a termine. Perché noi non ci pensiamo, anzi allontaniamo l'idea della sospensione della vita, anch'io in questo momento sto usando un eufemismo, ci sto girando intorno, quando potrei semplicemente scrivere la parola "morte" e che sarà mai, tanto anche se non la nominiamo non c'è scampo, per cui non esiste la parola beneaugurale che esorcizza uno stato normale, piuttosto se taluni lestofanti pensassero che tutto l'illecito che accumulano non lo porteranno nell'aldilà, forse trufferebbero meno: mia madre diceva che una volta al giorno avremmo dovuto pensare alla morte, giusto per non dimenticare il nostro stato provvisorio. 
   Lo so, lo so, è un post strano il mio, m'immagino i vostri visi, magari state toccando ferro, ce ne sono di oggetti metallici lì sulla scrivania e se non ci fossero i maschietti non ne avrebbero bisogno. 
   Dovete sapere che tutto è nato da quando ho girato le cartelline del mio calendario: ho un calendario perpetuo, nel senso che dura una vita, basta cambiare di giorno in giorno i numeri e le diciture dei giorni settimanali e mensili. Oggi appena ho letto venerdì diciassette, ho pensato a tutti gli apotropaici che praticano scongiuri, io non lo sono: non ho mai portato con me un cornetto rosso, di quelli che andavano di moda pendenti al braccialetto e non ho mai voluto appenderlo sulla porta di casa. Se cade il sale ripulisco e non penso a nulla, se si rompe lo specchio non penso a sette anni di disgrazie, e se passa un gatto nero lo guardo serenamente, tra l'altro ha un certo fascino. E oggi? E' per me un bellissimo giorno splende il sole, sto scrivendo e se per caso dovesse andar storto qualcosa non lo attribuirò mai al diciassette porta sventura, è una pura fatalità, tutto qui!

6 commenti:

  1. L'unica cosa che porta sfortuna è credere nella sfortuna ;-)
    No, anche io sono troppo razionale per credere nella scaramanzia, anche se credo che certi gesti o determinati oggetti li compiamo o li portiamo credendo più o meno incosciamente che un effetto l'abbiano :-)
    Quest'anno non sono ancora andato allo stadio, ma fino allo scorso anno avevo l'abbonamento e ci andavo con un'amica di antica data che supertiziosa lo è. Tre anni fa' la squadra per cui tifo è finita in serie B. Lei le provò tutte. A seconda di come erano andate le partite precedenti dovevamo fare esattamente le stesse cose oppure, al contrario, cambiare. Sederci negli stessi posti con il medesimo ordine ad esempio, oppure cambiare posto, ordine e magari perfino settore.
    Ma quella squadra giocava così male che ogni tentativo non servì a nulla! :-D

    www.wolfghost.com

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  2. Infatti caro amico, non esiste la sfortuna ma l'incapacità, anche se alcuni pensano il contrario. Esiste però la fatalità, la strana coincidenza, tipo passare in questo nello stesso momento in cui sta per accadere qualcosa di tragico o di bello per esempio, tipo conoscere una persona che sarà determinante, le coincidenze accadono così senza una spiegazione.
    Buona domenica.
    annamaria

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  3. Non sono superstiziosa, ma preferisco non sapere le varie jellate perchè, altrimenti finisce che, seppur per pochi minuti, ci penso su. Del venerdì 17 mi sono accorta il sabato 18. Poi il 17 è un numero che mi piace: è nata la mia adorata nipote.
    Ho invece l'abitudine di portare con me alcune volte, e per situazioni un po' particolari, qualche oggetto che per varie motivazioni, per affetto, per simpatia, associo alla buona sorte, a mo' di amuleto. Una forma inconscia di protezione quando devo affrontare qualcosa di difficile. Può essere un bottone della camicia da notte di mia mamma, un cuoricino di un mio alunno, un santino, un fiore essiccato,...cose che cambiano nelle varie circostanze e alle quali posso essere legata. Quindi diciamo che non credo alla sfortuna, ma alla fortuna sì :-)

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    1. La fortuna è un po' come le coincidenze, almeno io la vedo così e per quanto riguarda un oggettino che ci lega ad un ricordo particolare è qualcosa che faccio anch'io.
      grazie, buona giornata.
      affettuosità
      annamaria

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  4. Risposte
    1. Anche il numero tredici, sono solo sciocche credenze popolari.
      Bacio
      annamaria

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