Victor adorava leggere e immergersi nelle storie altrui; non era il
primo libro che leggeva e aveva cominciato subito a farlo, sin da quando aveva
imparato a leggere con dimestichezza. Le suore dell'orfanotrofio erano aride nei rapporti con i bambini ma
regalavano sogni attraverso i libri, era un dono momentaneo: a fine lettura
dovevano riconsegnarli ed esporre a parole il contenuto della storia e ne discutevano
insieme, quelle suore erano delle ottime insegnanti. Ora che viveva una condizione
di repressione e semi povertà, in lui crebbe ancor più la smania di leggere: s'isolava dal
contesto abitativo, dalla realtà priva di sentimento e soprattutto, nonostante i
suoi quasi nove anni, sapeva che, le suore erano state brave in questo, attraverso
la lettura avrebbe perfezionato quegli studi che faceva a scuola. Il padre adottivo,
per fortuna, gli aveva permesso di continuarne la frequenza e dopo le elementari
lo iscrisse anche alle medie.
Il bambino per raggiungere la scuola ubicata in
un paese vicino era costretto a prendere la corriera e con la stanchezza dei lavori
pomeridiani e le levatacce il mattino presto, giungeva all'edificio scolastico ch'era stanco e
assonnato e finiva per addormentarsi sul banco. I compiti a casa di conseguenza
non li svolgeva in maniera corretta e si barcamenava come poteva, dopo aver rigovernato
la cucina dai piatti sporchi della cena: a lui toccavano anche tutti i lavori
di casa. Ma quando era nel suo spazio, che per quanto minuscolo era il suo senza
intromissioni, prendeva fra le mani il suo libro segreto e si perdeva nella
lettura delle avventure del piccolo principe che imparò a guardare le cose
della vita attraverso gli occhi del cuore.
Più Victor proseguiva nella lettura e più comprese che l’amore era la panacea dei mali di questa vita, lui non riceveva amore perché il padre Nicola non sapeva amare a causa dei vari dispiaceri che gli avevano tolto questa possibilità, rendendolo un uomo arido e privo di cuore. Egli come figlio, nonostante tutto, avrebbe fatto il modo per insegnargli ad amare e l’occasione capitò un giorno in cui Nicola era riverso sul letto febbricitante e delirante.
Più Victor proseguiva nella lettura e più comprese che l’amore era la panacea dei mali di questa vita, lui non riceveva amore perché il padre Nicola non sapeva amare a causa dei vari dispiaceri che gli avevano tolto questa possibilità, rendendolo un uomo arido e privo di cuore. Egli come figlio, nonostante tutto, avrebbe fatto il modo per insegnargli ad amare e l’occasione capitò un giorno in cui Nicola era riverso sul letto febbricitante e delirante.
“Papà, che ti succede, stai male?” chiese il bambino al rientro da
scuola.
“Va a chiamare il dottore, ma prima devo dirti che sei come ti volevo e
che mi somigli. Hai visto, Caterina, che son capace di fare un figlio, sei tu la
pianta secca e io ho fatto bene a farmelo fare dalla Giuseppina.” diceva con
gli occhi rivolti al cielo.
Victor non comprendeva, ma uscì subito di
casa e fece le stradine di corsa per andare dal dottore del paese, aveva nel cuore
la gioia di aver sentito parole quasi d’affetto per lui, in fin dei conti
Nicola non era poi così cattivo, pensò, sentiva dentro di sé che il loro rapporto
sarebbe stato diverso. Gli avrebbe fatto leggere il suo libro ricco di morale e
di buoni insegnamenti e il padre avrebbe ripreso ad amare, a guardare il mondo
con gli occhi del cuore; strano, un bambino che faceva riflessioni più grandi
di lui e fu questa spiccata meditazione associata a una intelligenza fuori dal
comune che l’evoluzione mentale del piccolo, Victor, prese un’altra piega.(continua)
Letture serie, brave maestre, ma vita di bambino difficile e tormentata da genitori non in grado di amare ed educare.
RispondiEliminaMi accorgo che hai sì costruito, con Victor, un personaggio cattivo e senza cuore, ma al contempo lo stai riempendo di connotazioni che potrebbero portare a una analisi dei comportamenti, a una giustificazione. Tutto, molto, si lega all'infanzia e non è mai facile accettare le personalità negative.
Un racconto che si fa sempre più interessante:complimenti!
Un caro saluto, Marirò
L'infanzia è fondamentale nell'evoluzione mentale, molti comportamenti umani prendono origine da quel delicato periodo.
EliminaTi ringrazio per la lettura approfondita e per il gratificante apprezzamento.
Un abbraccio
Annamaria
Dimostri una grande capacità di analisi, cara amica.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Grazie mille, cara Alessandra, ti auguro la buonanotte.
EliminaCon affetto
Annamaria
Il racconto si fa sempre più interessante, sei bravissima, i miei complimenti!
RispondiEliminaUn abbraccio e buona giornata da Beatrice :)
Grazie, Beatrice, troppo buona.
EliminaRicambio di cuore
annamaria
Mi piace tanto e tu diventi sempre più brava, come se il tuo stile si sciogliesse.
RispondiEliminaE' un piacere trovarti da me, cara Mimma, sai condivido il tuo pensiero, rileggendo i miei passati racconti mi accorgo che lo stile è diverso, spero di migliorare sempre più.
EliminaGrazie infinite, un abbraccio
annamaria