venerdì 23 maggio 2014

Duplice ossessione

                              

   Elena era cresciuta e non si piaceva. Tutti dicevano di lei che era bellissima, ma con un carattere riottoso. Difficile starle accanto. Il malumore l'accompagnava, come anche l'insoddisfazione. Non le piaceva nulla di suo, ma ciò che apparteneva agli altri era per lei sempre migliore. Ed era per questo che le rodeva il cuore. Non era cresciuta interiormente: era rimasta allo stadio infantile, a quando apprezzava la bambola di sua sorella e la desiderava strappandogliela di mano, eppure le bambole erano simili. E la situazione non cambiò anche durante la giovinezza; la collanina, le scarpe, il golf, ogni cosa di sua sorella le piaceva, anche facendo acquisti simili desiderava ciò che indossava la sorella. Quando giunse l'amore, s'innamorò del fidanzato della sorella e poiché la situazione era delicata, preferì trasferirsi altrove. La vita, così generosa con lei sia per l'aspetto fisico che per le capacità intellettive, non fu vissuta allo stesso modo.
   "Devi farti curare.", le disse un giorno una collega di lavoro che le era anche amica ed era dispiaciuta di cogliere quello sguardo carico di rabbia.
   "Io non ho bisogno di cure." rispose Elena "Mi manca la comprensione."
   "Vieni con me!" rispose quella collega "Ti porto in un posto speciale."
   Acconsentì e si trovò in una realtà che mai avrebbe immaginato, certo si conoscono determinate verità, ma solo per sentito dire e non per contatto diretto. Un centro per disabili, giovani, tanti giovani. Chi in carrozzella, chi senza ma con andatura anchilosante, chi con una fissità sul volto e uno strano sorriso, chi si muoveva con movimenti irregolari e chi non riusciva a tenersi fermo, chi emetteva suoni gutturali e chi aveva una fisicità non propriamente umana. Ma tutti con una luce, strano a dirsi, serena, una luce lontana dal desiderio inconcepibile, una luce che non aveva nulla dell'insoddisfazione.
   Ma come, si disse lei, loro avrebbero mille motivi per essere insofferenti dentro e non lo sono, loro amano la vita così come l'hanno ricevuta. Forse si è felici quando non si comprende? Ecco, convenne, il cervello umano meno comprende meglio è.
   "No!" le rispose l'amica quando seppe. "Si desidera ciò che non ci appartiene. Quando esaudiscono sempre i nostri desideri: il rifiuto, il rimprovero sferzante unito alla dolcezza formano l'individuo."
   E allora lei andò indietro nel tempo, a quando i suoi capricci erano esauditi, a quando le dicevano che era la più bella e la più brava e a quando era riservato un trattamento diverso a sua sorella: lei godeva di favoritismi e la sorella no. Ma perché? Doveva saperne di più, doveva comprendere.
   "Tu me lo devi dire, mamma, perché mi concedevi tutto e a Monica no? Perché io ero coccolata e Monica sempre rimproverata aspramente? Ora ricordo il suo viso rigato di lacrime. Ma rammento anche come lei ostentasse sicurezza e soddisfazione, quasi una risposta al mio sguardo compiaciuto d'essere la privilegiata."
   "Tu sei mia figlia, Monica non lo è." rispose la madre.
   "Che vuol dire, siamo così simili, somigliamo tanto al papà."
   "Tuo padre aveva una relazione con mia sorella che morì di parto, io vi ho cresciute insieme, ma non ho mai perdonato."
   "Il tuo odio ha fatto di me una persona infelice."
   I meccanismi della vita, quando si ottiene si finisce per essere insoddisfatti, mentre la mancanza d'attenzione e la durezza temprano lo spirito.
   Che stupidità, si disse Giulia, mai letto un libro più banale, e poi chi gioisce e riceve affetto è infelice, ma valli a capire questi scrittori e noi che acquistiamo le loro scemenze; prese il libro e lo sbatté contro il muro; meno male che Gianluca non era uno scrittore di quel genere e stava per incontrarlo. L'aveva conosciuto alla presentazione del suo ultimo libro ed erano entrati subito in sintonia, era uno importante, vendeva centomila e passa copie, aveva un nome e appena pubblicava un libro, andava a ruba: la gente acquistava a scatola chiusa. 
   Gettò lo sguardo sul libro miseramente finito sul pavimento e vide la foto di Gianluca che spuntava dall'interno, non vi aveva fatto caso prima. Caspita, si disse, ma è lui, gli farò delle domande per comprendere il senso del libro sciocco che ho appena terminato. Non ricevette delle adeguate risposte: lui tergiversava e cercava di cambiare argomento, ma non solo tentava di essere fastidiosamente ironico, quasi a voler mettere in dubbio le sue qualità di lettrice. Giulia s'irritò e cominciò a insospettirsi, le avevano detto che tanti scrittori di successo, quando pubblicano con una certa consuetudine, hanno uno staff preposto che dopo aver preso visione del canovaccio sviluppano la storia; egli sicuramente non aveva neanche letto l'ultima stesura. Cosa fa il successo, una volta ottenuto è come una rendita in omne tempus.
   Giulia era, anch'essa, una scrittrice ma anonima, aveva provato a inviare i suoi manoscritti, le rispondevano che per pubblicarli avrebbe dovuto comprarsi le copie. Figuriamoci, pagare il proprio lavoro; meglio restare in ombra e continuare a coltivare la sua passione. Un giorno lesse un brano del suo ultimo lavoro a Gianluca, col quale oramai aveva intrecciato una relazione, e lui le chiese di entrare a far parte del suo staff.
   "Sai, si tratta di revisionare i miei lavori, di apportare qualche modifica o di elaborarla; servono varie riletture esterne. Tu hai stoffa da vendere e stando da noi potresti migliorare la tecnica di scrittura e imparare quegli accorgimenti necessari affinché un libro diventi appetibile."
   Giulia accettò e cominciò a collaborare. Gianluca consegnava la bozza e i collaboratori la perfezionavano, lui neanche la rileggeva e il lavoro ultimato finiva alle stampe come lei aveva supposto. La cosa non le andava giù, perché doveva prendersi il merito che non gli spettava?
   Nuova presentazione dell'ultimo libro di Gianluca Fortori dal titolo inquietante: "Duplice ossessione". Un folto pubblico occupava le poltroncine in plexiglass all'aperto di quella piazza rinomata, dopo i convenevoli e la recensione accattivante del critico di turno, una voce si levò dal pubblico: "Ci spieghi, signor Fortori, l'epilogo della storia e nel sesto capitolo perché quel flashback così inusuale?"
   "Duplice ossessione" fece flop e Giulia perse un probabile fidanzato.

10 commenti:

  1. ahahah non credo che abbia perso un fidanzato di valore! :-D
    Molto ben scritto, c'è sia la chiave psicologica che quella di "vita vissuta": mi è piaciuto molto ;-)

    www.wolfghost.com

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    1. Grazie per l'apprezzamento, buon sabato sera e a presto.
      annamaria

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  2. hai descritto molto bene quella che è la realtà editoriale, bravissima!
    buona domenica e un abbraccio
    cri

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    1. Che piacere ritrovarti, cara amica. Il tuo elogio mi gratifica e mi stimola a continuare ad occuparmi di questo spazio: le presenze paiono dileguate.

      Ti ringrazio davvero tanto e ricambio di cuore.
      annamaria

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  3. Noi, aspiranti scrittrici, conosciamo bene la realtà editoriale, non solo come sia difficile pubblica ma anche trovare un'Editore disposto ad accettare "l'opera" per leggerla... E poi ci capita di comprare dei libri e di smettere di leggerli dopo poco pagine, tanto sono insulsi, e allora ci chiediamo come abbiano gli autori fatto a pubblicarli!!... Complimenti per il tuo lucido ed esauriente racconto, Annamaria,

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    1. Grazie, carissima Giusi, per l'apprezzamento.
      Hai ragione è difficile essere pubblicati, lo fanno però a suon di bigliettoni. Ora quei libri o sono stati acquistati dagli stessi autori, oppure si è un personaggio importante. Ebbene io feci l'errore di pagarmi le copie, non sapevo: mi avevano detto che funzionava così. Ho ancora due romanzi nel cassetto e più di cento racconti e non riesco a trovare un editore no profit. Chissà... col tempo, vedremo?
      Felice giorno
      un abbraccio
      annamaria

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  4. resta da chiedersi come fece Gianluca a raggiungere la fama. Colpo di fortuna? Amicizie giuste al momento giusto?Mah, sarà, quello editoriale, un mondo molto variegato. Che uno scrittore abbia uno staff, dei suggeritori, dei collaboratori, ecc...non sorprende, è normale, ma...Un cantante necessita di tutto un team di persone che gli stanno attorno. ma la voce è sua, deve essere sua, solo sua, caspita! Con uno scrittore...non si sa...
    Bel post, fa pensare.
    Ciao, un abbraccio
    Marirò

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  5. Cara Marirò, alcuni scrittori di un certo grido hanno inizialmente la stoffa, poi presi dalla smania di pubblicazione finiscono per non curare interamente le loro opere, mi è stato detto che funziona così. Ovvio questa è una storia romanzata che sfrutta quelle confidenze.
    Ricambio l'abbraccio e ti ringrazio per l'apprezzamento.
    annamaria

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  6. E per aggiunta, quando una casa editrice di un certo valore è disposta a pubblicarmi, ogni volta mi propongono ritocchi qua e là ed io rifiuto regolarmente, così adesso non mi interesso più né di editori di quinta categoria e nemmeno degli altri, preferisco il cassetto.
    Ma io credo che queste considerazioni, in relazione al tuo racconto, siano secondarie, l'argomento principale è l'invidia e la malafede. Fa male la ragazza a non parlare con il suo lui e fa male il giovanotto a farsi mettere a posto i propri libri senza nemmeno rileggere. Il modo in cui ha avuto fortuna? Un caso più o meno fortunato. Comunque sicuramente ha fatto flop come persona.

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  7. Buongiorno, Mimma, è un piacere ritrovarti. Certamente avrebbe dovuto esserci più confidenza fra i due, ma evidentemente non è una vera storia d'amore fatta di complicità e partecipazione. Per quanto mi riguarda, per sentito dire, vi sono scrittori affermati che poi non dedicano interamente il loro tempo ai libri che escono con una certa consuetudine, tipo un romanzo all'anno o anche meno. Una storia ha i suoi tempi che possono superare di gran lunga una certa scadenza e allora entra in gioco l'equipe, del resto anche alcuni professionisti di successo in altro campo hanno uno staff che lavora al posto loro e il professionista di turno appone solo la firma.
    Chi si comporta così fa flop come persona, hai ragione cara amica.
    Buona giornata
    un affettuoso saluto
    annamaria

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