mercoledì 8 novembre 2017

Rivoluzione


     Ricorre il centenario della Rivoluzione Russa, denominata anche Rivoluzione d'Inverno o Rivoluzione d'Ottobre; pochi studenti universitari intervistati hanno saputo rispondere in merito alla Rivoluzione Russa che soppresse la monarchia e instaurò la Repubblica sovietica a regime socialista, partito degli operai, soldati, contadini.

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   Questa ricorrenza mi ha riportato alla mia amata scrittrice: "Irene Némirovsky" di origini russe e costretta a fuggire con la sua famiglia al tempo della rivoluzione, quando i Soviet misero una taglia sulla testa del padre, ricco banchiere. La fuga, dopo varie peripezie, li portò in Francia dove lei, pur essendo stimata come scrittrice di talento, non ebbe mai la cittadinanza che l'avrebbe salvata dalla deportazione nazista.
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   Da sempre le rivoluzioni, le guerre hanno segnato la storia del mondo e ancora oggi le ribellioni cruenti esplodono dopo periodi di tartassamento e ingiustizie che producono malcontento. Ma i conflitti generano morte, miseria, dolore, e chi ne fa le spese è spesso il ceto più vessato; anche le dittature provocano sofferenze, tribolazioni, privazione dei diritti umani, pianto e sgomento, lacrime di sangue versate dagli albori della storia.
Oggi le ribellioni sono spesso manifestazioni disturbate da violenti perturbatori che distolgono dal fine stesso dell'oggetto del contendere.

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   E regnano così: insofferenza, disagio, peggioramento economico, demeritocrazia, favoritismi. Fiumi d'inchiostro sono stati versati sull'argomento in questione, la ribellione esplode anche per iscritto e le parole sanno centrare il bersaglio, eppure l'assuefazione ha fatto in modo che quelle parole fossero arginate e combattute con altrettanto parole orali carismatiche di convincimento e il magnetismo fa sciocchi adepti.
 
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   Arriverà anche per noi il giorno della riscossa, della presa del potere, del cambiamento vantaggioso per chi versa il sudore del proprio lavoro, del suo impegno e delle sue capacità? Arriveranno la riconoscenza del merito, il premio alla legalità, la salvaguardia del contesto abitativo, il recupero e rispetto dell'arte ereditata, della natura e del genere umano? O tutto resterà come un bel sogno utopistico? Possibile che siamo manovrati a tal punto che ESSI decidono per noi, il mercato decide per noi, il sistema decide per noi? Forse? Ma ciò che pavento è che arriverà un despota dal pugno di ferro che annullerà persino la libertà, se ancora possiamo chiamarla così!

4 commenti:

  1. Il problema, che è alla radice di tante rivoluzioni fallite, è che se queste non si fondano su leader forti e carismatici, e dunque potenzialmente dittatoriali, sono destinate alla confusione e all'autarchia, e, prima o poi, finiscono nelle mani di qualche potere forte che sa sfruttare lo stato di confusione delle masse. Di nuovo, un potenziale dittatore :-)
    Attenzione che poi non tutti i dittatori sono manifesti, ritengo che molti popoli (forse perfino noi) siamo all'interno di un sistema che, a modo suo, costringe o convince i cittadini a fare ciò che esso fa comodo. Alla fine non c'è così tanta differenza come normalmente crediamo...
    www.wolfghost.com

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    1. E il sistema corrotto ci sta soffocando, stiamo regredendo in quei valori così importanti per un vivere comune, stiamo lasciando un pessimo messaggio alle generazioni. Speriamo in una ripresa non solo economica, ma culturale.
      Buona domenica!

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  2. Una rivoluzione? Sì, ci vorrebbe, ci stanno portando allo sfinimento, ma anche all'appiattimento. la rivoluzione dovrebbe essere culturale, dici bene Annamaria, culturale e morale innanzitutto.
    In Sicilia, regione in fortissima sofferenza, metà della popolazione non è andata a votare. Sfiducia, nausea, disillusione, ok, ma non va bene così, non va per nulla bene.
    Post molto interessante.
    Ciao
    Marirò

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    1. Buongiorno, cara Marirò, io sono una persona pacifica e mi spaventa solo l'idea, però tutta questa corruzione e abuso ai danni della gente così tanto travagliata, fa pensare appunto a una resa dei conti e anche tu, poiché esasperata, penseresti a una rivoluzione.
      Grazie per l'apprezzamento, buon inizio di settimana.
      un caro saluto
      Annamaria

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