sabato 7 novembre 2015

Il rispetto

                                                                       
                     

   S’increspavano e s’infrangevano le schiumose e biancastre onde in piena. L’anima dei flutti esplodeva in un tormento di amarezza e faceva udire il suo diniego al mondo. Il vento sibilava feroce in quel nuovo giorno che si annunciava tempestoso.
   Era da giorni che effettuavano quegli esperimenti al largo della costa oceanica, erano in mare aperto e seguitavano a infastidire quelle acque, una tortura per la fauna marina e la sua flora. Esplosioni a ritmo serrato, uno scombussolamento acquatico privo di rispetto, in una vibrazione senza sosta.
   Glauco, Dio delle acque, era in pena per i suoi abitanti e anche per gli umani: essendo stato anch’egli un uomo, un semplice pescatore che viveva un tempo dei prodotti del mare, comprendeva i danni che quegli scienziati senza rispetto stavano infliggendo al mondo globale. Allora convocò i possenti cetacei, gli insidiosi squali, le pacate tartarughe e pesci di ogni specie e dimensione, per ultimo la famiglia degli invertebrati. Giunsero in blocco frastornati e macilenti, altri infiacchiti e altri ancora avevano perso il senno; si radunarono alla rinfusa in un sit-in sul fondale marino. Glauco, roboante, cercò di richiamare l’attenzione per infondere loro quell’energia che avevano perso, mentre un’esplosione improvvisa sovrastò la sua voce. Atterrito e angosciato il popolo marino stava per inabissarsi, quando il Dio del mare li richiamò, ricordando loro che quegli uomini avevano oltrepassato ogni limite per cui andavano puniti. Il mondo marino si sarebbe rigenerato, mentre gli scienziati senza scrupoli e i loro simili non avrebbero avuto scampo: le acque si sarebbero innalzate fino al cielo e ogni cosa sarebbe andata distrutta. Non meritavano di vivere!
   “Non puoi fare questo!” disse una flebile vocina, era un cucciolo di delfino.
   “Tu, osi contraddirmi, piccolo cetaceo!” esclamò furente Glauco.
   “Signore divino, la mia mamma si era arenata ed è stata soccorsa da due bravi biologi, io non sarei qui se loro non fossero stati così generosi.”    
   Il Dio del mare ripensò a quelle parole e convenne che gli umani non sono tutti uguali: lui aveva vissuto nei panni mortali e aveva incontrato persone disponibili, altre insensibili, altre ancora opportuniste e ingannatrici, ma anche gente generosa pronta a schierarsi per difendere i propri simili. Avrebbe dato loro solo una lezione, un avvertimento, per far comprendere che non andavano sfidate le forze della natura.
   E quella mattina il cielo tuonò, Zeus dette man forte a Glauco, lampi e fulmini si abbatterono sulle coste, si scatenò una tempesta in cielo e in mare e i marosi furenti colpivano a scudisciate le imbarcazioni e le coste, senza clemenza alcuna, sempre con più forza e più vigore. Minuti di panico e di terrore, poi tutto si placò: tornò il sereno, le onde si ritrassero, il mare si acquietò e il vento soffiò come un refolo dolce al profumo salmastro. I balenotteri affiorarono a pelo d’acqua, i delfini fecero piroette, mentre i gabbiani li sorvolavano; le famiglie dei pesci palla, dei pesci rana, tigre e pesci migratori si assemblarono e ripresero a vagare gioiose nelle azzurrine acque. I coralli danzarono in un caleidoscopio di colori, la vegetazione fluttuò alla ricerca della luce, gli abissi marini si animarono in uno spettacolo meraviglioso e paradisiaco.
  Si destò in preda all’ansia, fra qualche giorno avrebbe dovuto salpare: nuovi esperimenti di armamenti chimico batteriologici sarebbero stati ripresi. Quel sogno l’aveva angosciato, egli non era mai stato d’accordo con gli altri ricercatori, ma suo malgrado, aveva approvato il progetto: dirigeva le operazioni. Spalancò le persiane: aveva bisogno di ossigenarsi. Contemplò il cielo terso e ne ammirò la bellezza con nuovi occhi. Mirò la strada alberata del suo quartiere e gioì alla vista del fiore di magnolia, lo stupendo fiore bianco dal profumo delicato pareva un’orchidea pronta per essere offerta in dono ad una sposa. Una coppia di passerotti passò in volo e una farfalla si posò sul suo davanzale, i raggi diretti del sole lo avvilupparono, anzi parevano schiaffeggiarlo.
   ‘Non è giusto!’ pensò.
   Chiuse le imposte, si fece forza e …

12 commenti:

  1. ciao Annamaria,
    leggerti è tè caldo in un pomeriggio plumbeo,
    hai una grande capacità di trasformare in prosa i concetti esistenziali

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    1. Grazie per le belle e gratificanti parole nei miei confronti.
      Ti auguro una buona serata.
      Un abbraccio
      Annamaria

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  2. ... e? Cambiò idea, spero?? :-)
    Un sogno che dovrebbe apparire nei sonni di tante persone...
    Molto bello!
    www.wolfghost.com

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    1. Ma certo, cambiò idea, la natura stravolta si ribella e i danni sono sotto gli occhi di tutti.
      Ti ringrazio e ti auguro una buona giornata.
      Annamaria

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  3. Ce ne fossero di uomini così! Capaci di apprezzare la delicatezza di una magnolia in fiore, la bellezza di un cielo terso...e capaci di dire Basta.
    Un grande post, splendidamente scritto, che fa tanto riflettere.
    Un abbraccio, ciao
    Marirò

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    1. Fra tanta gente insensibile esiste anche una categoria di persone attenta alla natura e alla sua preservazione: l'umanità ha anche un cuore, merce rara ma ancora presente.
      Ti ringrazio, cara Marirò, per il giudizio gratificante.
      Ricambio di cuore augurandoti un buon weekend.
      annamaria

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  4. Dieci e lode per la scrittura e il profondo significato etico.
    Un abbraccio, cara.

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    1. Troppo buona, cara Ale.
      Grazie infinite, ricambio di cuore.
      annamaria

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  5. Il rispetto è alla base della relazione umana, un valore imprescindibile

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    1. Infatti, caro Mattia, ti auguro una buona giornata.
      annamaria

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  6. Splendido il tuo scrivere, di grande importanza, porta alla profonda riflessione!
    Un abbraccio e buona giornata da Beatris

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  7. Ti ringrazio per le tue gratificanti parole.
    Buona serata e buon fine settimana
    ricambio di cuore
    annamaria

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