venerdì 20 novembre 2015

Dlin, dlin

                       Risultati immagini per ponte crollato per pioggia                                               

   Il cicalino partiva in sordina e diveniva sempre più insistente. “Dlin-dlin, dlin-dlin”, un suono in crescita martellante si diffondeva nella casa alle sei e quindici in punto. Ogni giorno stesso rituale e Federica controvoglia si poneva a sedere sul letto, senza aprire gli occhi spostava i piedi per infilarli nelle pantofole che faticava a trovare: ogni sera le lasciava scompostamente. Giungeva confusa in cucina e restava al buio, le dava fastidio la luce della plafoniera, preferiva muoversi con quei pochi riflessi di luce proveniente dalla strada: abitava a un primo piano e attraverso le fessure delle tapparelle la casa s'illuminava lievemente. Erano sempre quei cinque minuti di primo mattino, a farle desiderare la casa in penombra, poi, Federica prendeva vigore e tornava alla realtà, ma in quei cinque minuti niente e nessuno doveva disturbarla, neanche Fede, il marito.
   Era proprio strana la vita! Aveva fatto incontrare due persone con lo stesso nome, avevano anche sorriso quando s’erano presentati: “Federica – Federico. No!” esclamarono all’unisono. Lei accorciò a lui il nome, in quel simpatico diminutivo. La loro era un’unione scandita dall’amore e dagli scherzi di lui che le rallegrava l'esistenza mai banale, movimentata da quei momenti felici e spensierati.
   Quando Federica quella mattina cominciò a connettere, si rese conto che non erano le sei e quindici, bensì le sette in punto; adirata rivolse il suo pensiero al caro marito buontempone e fra i denti borbottò: “Quando torni, te la farò pagare! Sicuramente hai cambiato l’impostazione della sveglia!”Fede era fuori sede per un congresso: era un medico.
   Come una forsennata si lavò velocemente: il tratto che la separava dall’ospedale era lungo e non le piaceva giungere in ritardo; come medico del reparto gradiva dare il buon esempio ed era sempre giunta in perfetto orario, non avrebbe voluto che mettessero in giro false voci su supposizioni di comodo: aveva ottenuto il lavoro per meriti e non perché moglie del primario.
   Federica sbatté la porta di casa con rabbia e scese velocemente le scale, quella mattina anche l’ascensore le dava buca, era bloccato al piano superiore. Entrò in auto e partì velocemente, nonostante la pioggia battente avesse reso le strade poco praticabili. Percorse la città superando i limiti di velocità consentiti.
   “Sarò multata per eccesso di velocità!” si disse “La giornata è cominciata male e prosegue male, tutto a causa tua, stupido uomo!”imprecò “E rischio anche un incidente!”
   Stava per giungere in ospedale, quando si accorse che un assembramento di persone e auto bloccavano la strada, era il tratto che immetteva al ponte, quel vetusto ponte non ancora ammodernato. Federica accostò, scese dall’auto per rendersi conto del motivo dello sbarramento, mentre la pioggia implacabile scrosciava fittamente. Tutta l’ansia accumulata lasciò il posto allo stupore e allo sconcerto: il ponte era crollato e sotto di esso s'intravedevano auto schiacciate, macerie, fango, corpi di persone, e si udivano lamenti, urla. Sopraggiunsero i vigili, la polizia e le ambulanze, era uno spettacolo irreale. Lei si fece largo e a un poliziotto disse: “Sono un medico!” Prestò i primi soccorsi ed entrò in ambulanza, l’intera giornata la trascorse in ospedale, fortunatamente tanti erano stati tratti in salvo e assistiti egregiamente, l’unico deceduto era il giovane sul motorino.
   Fede aprì la porta di casa con circospezione: si aspettava una sfuriata da sua moglie; lui, quando lei s’inalberava, amava farsi perdonare, cingendola per la vita e baciandola con passione. Era un medico a contatto con le tristi realtà, ma nel quotidiano amava sdrammatizzare divertendosi un po’, proprio per addolcire l’esistenza così preziosa. 
   La cercò e la trovò appisolata sul divano, si accostò e delicatamente le sfiorò la guancia con un bacio; lei, diversamente dalle altre volte, gli saltò al collo e lo strinse con trasporto.
   “Amore, grazie, il tuo scherzo mi ha salvato la vita!” annunciò con emozione.

   Federica aveva appreso che la tragedia si era verificata alla stessa ora in cui lei sistematicamente percorreva il ponte ogni mattina.

6 commenti:

  1. Molto bello, mia cara amica.
    Mi è piaciuto il finale :-)
    Buona serata!

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    1. Grazie, cara Alessandra.
      A presto, un bacio
      annamaria

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    2. Molto bello!! bravissima Annamaria! Felice weekend!

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    3. Grazie, Mattia, per il giudizio e per l'apprezzamento.
      ricambio di cuore salutandoti affettuosamente.
      annamaria

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  2. Fortunata coincidenza! Ma perchè Fede aveva cambiato l'impostazione della sveglia? Forse uno scherzo o forse desiderava far riposare di più la moglie. Comunque, bene quel che finisce bene.
    E a te un grazie per averci proposto un racconto fresco e con un finale lieto :-)

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  3. Fede amava scherzare e a volte eccedeva. Ho conosciuto persone così infantili, persone che preferiscono non essere adulti fino in fondo, persone che poi sul posto di lavoro sono ineccepibili.
    Grazie a te e buona giornata.
    annamaria

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