martedì 8 luglio 2014

Cuore rapace

                                        

   Che torpore, la mente era eclissata quella mattina e Lidia si sentiva esausta: non aveva riposato bene e il suo volto parlava chiaro. Sarebbe voluta evadere e mettersi comoda su di un lettino di un anonimo hotel, che stanchezza e tutti che dipendevano da lei, sul posto di lavoro e a casa! Ah, il figliolo, carne della sua carne! Meraviglioso certamente, solo che a volte avrebbe voluto essere single per badare solo a se stessa, era in casa da sola e la mente navigava in strani pensieri. Si accomodò sul balconcino della cucina e accese una sigaretta, rimembrò di non aver dato le mandate alla porta d'ingresso, suo figlio glielo ricordava sempre, le aveva anche spiegato che chiunque sarebbe potuto entrare con una semplice scheda telefonica fatta scivolare fra la serratura. Ci pensò, ma volle temporeggiare: qualche minuto non sarebbe stato fatale, sarebbe andata dopo a sigillare quella porta a serratura speciale, era l'ultima sul mercato in fatto di tecnologia. Entrò e s'avviò confusamente all'uscio di casa, prese le chiavi, non servivano: la porta era perfettamente chiusa a più mandate. Le parve, poi, di scorgere un'ombra fulminea, qualcosa d'impalpabile forse partorita dalla sua mente.
   'Che stanchezza!' ripeté fra sé 'Mi faccio anche condizionare dai continui avvertimenti. Vado a farmi una doccia, forse andrà meglio e ci vedrò con più chiarezza.'
   Era in bagno, quando udì uno stridore, come un tramestio soffocato d'apertura di cassetti, il rumore  era dovuto a quel nuovo modello di tiretti che scorrono e si richiudono da soli.
   'Non è possibile,' continuò a pensare 'cosa può fare l'angoscia da mancato riposo.'
   Uscì dal bagno avvolta nell'accappatoio, andava meglio si sentiva un tantino più fresca, si sarebbe vestita di tutto punto e avrebbe fatto una capatina all'università. C'era l'esame di economia politica del suo ragazzo, voleva presenziare, magari nascosta in un angolino: era la sua passione assistere agli esami che mai l'avevano delusa. Era proprio bravo il suo Lorenzo: adorabile, diligente e tanto premuroso, mai le aveva dato problemi, anche dopo la morte del padre, quando lei s'era ritrovata a rivestire entrambi i ruoli genitoriali. Era un ragazzo anche affettuoso, sapeva come donarle tenerezza e attenzioni e lei finiva per assecondarlo, nulla di particolare, richieste tipiche dell'età giovanile. Del resto i soldi non le mancavano, la boutique rendeva bene anche in questo momento di crisi, la classe sociale danarosa continuava a frequentare il suo negozio, le griffe più importanti erano una sua esclusiva nella cittadina in cui svolgeva l'attività.
   Fece scivolare l'accappatoio e una sagoma col volto coperto si parò davanti mettendole una mano sulla bocca.
   "Taci bella signora!" disse con voce in falsetto "Gli anni ti hanno reso più bella. Apri la cassaforte e mi consegni tutto quello che hai, se vuoi puoi rivestirti." 
   Aveva consegnato tutti i suoi gioielli, anni e anni di ricordi, di eventi memorabili, di sacrifici, frutto del lavoro del suo povero marito ormai passato a miglior vita da un decennio. La boutique l'aveva messa su lui e lei aveva fatto esperienza con lui che conosceva l'arte della comunicazione commerciale. E dire che spesso suo figlio le aveva suggerito di depositare ogni oggetto in banca,  perché era stata così superficiale? Non le andava di subire rimproveri o parole del tipo: te l'avevo detto; avrebbe taciuto e sporto denuncia in segreto, l'assicurazione in seguito l'avrebbe risarcita, un bel viaggetto e i monili d'oro al bando; mai più convenne!
   Per non creare allarmismi, nonostante lo scombussolamento interiore, si recò anche ad assistere agli esami del figlio; era l'ultimo prima della laurea e sapeva che ci sarebbe stato un rinfresco a conclusione del percorso di studi. Mentre guidava, non riusciva a dimenticare lo strano tatuaggio che era spuntato da un braccio del rapinatore; era un falco dallo sguardo bieco, per fortuna suo figlio non amava tatuarsi, lei li detestava quei disegni corporali a vita.
   Entrò in aula giusto in tempo per ascoltare l'esaustiva relazione del suo virtuoso ragazzo, ne beveva ogni parola, un successo, cento dieci e lode. 'Queste sono soddisfazioni che danno un senso alla vita.' pensò 'La rapina mi ha lasciata indenne e questo è ciò che conta.'
   Erano nella saletta privata del bar del centro, un clima di festa, felicitazioni, risate e domande sulla scelta della tesi e sui progetti futuri. Lei si avvicinò per abbracciare il suo Lorenzo, ma si raggelò: il falco bieco pareva volar via per accecarla.

14 commenti:

  1. Nooo, questo no! Non può un figlio fare questo alla madre! E una madre può davvero non conoscere suo figlio? temo di sì, a volte temo sia così. Quando le batoste provengono dai figli i lividi non andranno più via. Resteranno vividi come gli arabeschi orripilanti dei tatuaggi.
    Un caro saluto e complimenti per questo racconto che fa pensare: la prima persona per cui spendersi nella vita è se stesso. Poi viene il resto.
    marirò

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    1. Purtroppo anche i figli che sembrano delle perle, nascondono un cuore accecato dall'avidità di possesso a tal punto da passare sopra agli affetti più cari; forse sarebbe stato meglio educarlo con più fermezza e qualche rifiuto.
      Ti ringrazio per l'elogio lusinghiero, è un piacere la tua presenza attenta e interessante.
      A presto, un caro saluto.
      annamaria

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  2. Che grande colpo di scena!
    Bravissima, cara Isabel.
    Un abbraccio.

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    1. Grazie, carissima, il tuo elogio mi onora.
      Buon weekend.
      ricambio di cuore
      annamaria

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  3. Ciao annamaria!
    Tremendo scoprire che tuo figlio puo arrivare a tanto per ottenere ciò che vuole passando sopra ad ogni forma di affetto alla quale si crede ciecamente
    Quante famiglie sconquassate se non sono i figli a commettere gesti estremi sono i genitori,rimango allibita e agghiacciata davanti a notizie quasi quotidiane di omicidi e quant'altro...
    non so più che pensare..
    Ti abbraccio con affetto,buon fine settimana

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    1. Ed è come dici, infatti sono le tristi vicende familiari ad avermi ispirata. In questo racconto l'eccessiva generosità della mamma ha reso il figlio avido e privo di affetti: vi sono ragazzi che farebbero di tutto pur di ottenere sempre più. Ai figli va spiegato che dietro ogni conquista c'è un grande sacrificio che va rispettato, il denaro non giunge per beneficenza.
      Grazie infinite,
      ricambio di vero cuore e buon weekend.
      annamaria

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  4. ciao Annamaria,
    se non erro dalle tue parti si usa dire: "cresci i figli, cresci i porci", è notorio, nei detti popolari esiste sempre un fondo di verità, forse Pietro Maso sull'avambraccio aveva tatuato un verme. Uno dei valori persi credo sia proprio la "sacralità" della figura materna.

    E' un vero piacere leggerti, sempre ma quando verghi questi stralci di romanzo/denuncia ancora di più.

    buona domenica

    TADS

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    1. Sai, io che sono credente, ti riporto uno stralcio dei bellissimi discorsi di Gesù, le sue non erano prediche ma conversazioni affascinanti. Lui disse: "Verranno giorni in cui i figli si rivolteranno contro i genitori e i genitori contro i figli", e poi a seguire tante altre verità. Quando un genitore è costretto ad affrontare una realtà così crudele, se sopravvive al dolore lo fa con una spada conficcata nel cuore e lo stesso dicasi per quei quei figli vittime dei propri genitori.
      Io ti ringrazio immensamente per l'elogio più che gratificante e ti auguro un buon inizio settimana.
      un abbraccio
      annamaria

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  5. Bé, anche un imbecille, oltre che ladro: farsi vedere un tatuaggio così riconoscibile! :-P Sarei davvero curioso di scoprire cosa decise la madre... far finta di nulla, affrontare il figlio ma farla finire lì, o... denuncia? :-)
    Molto ben scritto, incolla il lettore allo schermo. Brava!

    www.wolfghost.com

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    1. La foto è un po' esagerata, non ho trovato di meglio. Cosa decise la madre, beh potrebbe essere lo spunto per un prosieguo.
      Ti ringrazio davvero molto, siamo a due elogi, è troppo? Ma no, fa bene al cuore e alla creatività.
      affettuosità
      annamaria

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  6. Ben costruito, Annamaria, e purtroppo molto credibile!

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    1. Ti ringrazio, il tuo giudizio mi onora.
      A presto, un caro saluto.
      annamaria

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  7. Normalmente sono i comportamenti negativi dei genitori a suscitare comportamenti altrettanto negativi nei figli. Il comportamento generoso di una madre, anche quando eccessivo, non dovrebbe ispirare un comportamento come quello di Lorenzo se già non ci fosse una predisposizione personale per un tale agire.
    Io penso che persone come Lorenzo siano la classica mela marcia, per fortuna.

    Cara Annamaria, mi ha fatto un grande piacere risentirti e rileggerti, avvincente come sempre, dopo questo tempo trascorso.

    Un abbraccio e a presto.
    Annarita

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    1. E le mele marce esistono, cara Annarita. Io conoscevo un giovane che per eccessiva generosità della madre, divenne talmente avido di denaro da non crescere mai, lui continuò per la vita, anche lavoricchiando, ad essere a carico della mamma, in lui si era insinuato il seme dell'erba voglio a tutti i costi. La generosità eccessiva produce a volte questi effetti, occorre bastone e carota per responsabilizzare i figli.
      Anche per me è stato un piacere, sei sempre per me una cara amica che leggo con interesse e mi ricordo spesso di te.
      Ricambio di cuore
      annamaria

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