martedì 15 aprile 2014

L'Acustica perfetta

                                       

   Quando si riceve un libro, occorre leggerlo, in special modo se il dono giunge da una persona cara, molto cara, comunque non ne sono rimasta delusa: i passaggi sono ricchi di sfumature emozionanti. Il romanzo porta un titolo promettente: "L'Acustica perfetta" e l'autrice, Daria Bignardi, collaboratrice e direttrice di giornali, nonché conduttrice di un programma da lei ideato, ci propone una storia sulla quale riflettere. Potrebbe riguardarci: spesso crediamo di conoscere la persona che amiamo e che ci vive accanto e, invece, troppo presi da noi stessi, non cogliamo quei segnali importanti che sono il frutto di precedenti situazioni ignorate.
   Il primo amore è anche l'unico per il protagonista, lui Arno conosce Sara all'età di tredici anni, stanno insieme, ma lei lo lascia perché le piacciono gli amori infelici, s'incontrano dopo sedici anni ed è come se tutto quel tempo non fosse mai passato e decidono di sposarsi. Dal primo incontro a quello successivo un buco di sedici anni, lui nel frattempo è divenuto stimato professore di musica, suona il violoncello alla Scala, ama la sua musica, passione che ha ereditato dalla madre tedesca che a causa di Winston  Churchill dovette abbandonare Amburgo e interrompere gli studi di pianoforte. Arno e Sara sono giovani e allegri, la vita coniugale scorre apparentemente serena, nascono tre figli e Sara se ne occupa diligentemente. Arno crede di fare il massimo per la sua famiglia e di dare tutto se stesso alla moglie, e non si spiega i suoi silenzi e le sue malinconie: ciò che conta è che lei faccia parte di quella cornice. Ma un evento inconcepibile, siamo a soli quattro giorni dal Natale, muterà drasticamente quella scena familiare: Sara con un laconico biglietto informa il marito del suo allontanamento per ritrovare se stessa. Arno crede che sia solo uno scherzo e che sua moglie tornerà al più presto, anche perché lui non saprebbe come affrontare la situazione, non se n'è mai occupato e lei non saprebbe vivere distante dai figli. Il panico, comunque, s'impossessa di lui e man mano che scorrono i giorni e le tensioni si allentano, riesce a conciliare la sua professione con la gestione familiare; con la moglie qualche breve mail e nessuna spiegazione o informazione circa il nuovo recapito. A quel punto comincerà un viaggio a ritroso nel tempo per conoscere il passato di Sara e per cercare una spiegazione all'imprevedibile e illogico comportamento. Verrà a conoscenza delle sue stranezze scaturite sin dall'adolescenza e di quell'inquietudine che la portava a isolarsi e preferire le situazioni infelici. E saranno i genitori, l'amico Massimo, il suocero, e altri personaggi che entreranno in scena di volta in volta a fargli conoscere Sara. Ma tutti loro non sono stupiti di quell'abbandono, anche i figli reagiscono bene, come se sapessero che sarebbe accaduto. Scopre così le menzogne che lei gli ha propinato circa una malattia mentale di sua madre durata dieci anni e invece era Sara ad aver avuto bisogno di terapie psicologiche. Viene a conoscenza di un amore importante durato tre anni e di una storia drammatica che forse è tutto il bandolo della matassa. Durante questo viaggio Arno imparerà a conoscere anche se stesso, ad accettare la vita coniugale senza sua moglie, a condividere emozioni e segreti con i suoi figli, ciò che non accadeva quando dava per scontata la sua vita matrimoniale, credendosi al sicuro. E nel campo professionale conoscerà una sintonia diversa, troverà quell'acustica perfetta dettata dal sentimento capace di far vibrare ogni corda.
   Questo libro è un percorso interiore che potrebbe riguardare anche noi stessi così presi dalla quotidianità da non cogliere quei segnali di chi ci vive accanto. "Ma come, mi prodigo per te, faccio il massimo e tu mi ricompensi con i tuoi malumori. Quanta ingratitudine!"
   Spesso rivolgiamo parole d'accuse e non entriamo nel profondo della persona che amiamo, questo vuole insegnarci la storia della Bignardi, che con una fluida scrittura al maschile in prima persona, vuole farci riflettere sulle nostre ostinate convinzioni.
   Molte coppie vivono una sorta di apparente perfezione mascherata da una nascosta incomunicabilità: condividono la presenza, ma è come se fossero distanti anni luce, credono di vivere un'Acustica Perfetta.  

6 commenti:

  1. Interessante l'argomento, come dici tu fa parte della quotidianità di tutti noi e dovrebbe ricordarci di stare sempre all'erta, tenere le antenne dritte a "ricevere", perchè non tutti i partners parlano, si comunicano le loro sensazioni ed emozioni. Tuttavia in questa storia c'è sicuramente una pecca gigante, ovvero il fatto che lui non abbia indagato (cosa che dovrebbe essere naturale e scontata, secondo me) il passato di lei, accontentandosi di avere la sua presenza...meditiamo gente, meditiamo...un abbraccio cara Annamaria!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Macy per il tuo pensiero, ti auguro una Buona Pasqua.

      Un abbraccio anche a te, carissima.
      annamaria

      Elimina
  2. ... complimenti a Daria! E chi se lo aspettava? :-)
    Credo sia facile cadere nel "io faccio così tanto e tu...", credo sia anche una sorta di autodifesa, perché per chi fa tutto, o crede di far tutto, nell'ottica della propria famiglia, prendere coscienza della verità non è cosa facile da accettare.
    E la verità è che ognuno ha il suo universo dentro di sé, un universo che, qualunque cosa si faccia, non è possibile conoscere e conquistare completamente e può, dunque, riservare grosse sorprese.

    www.wolfghost.com

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Condivido il tuo pensiero sull'universo interiore e sulle convinzioni personali, solo con il dolore si prende coscienza dei possibili errori.
      Daria Bignardi ha scritto altri libri, io ho letto anche il primo. "Non vi lascerò mai orfani" e devo dire che la scrittura scorrevole e il tema trattato invogliano alla lettura.
      Grazie buona giornata.
      annamaria

      Elimina
  3. Ciao Annamaria, come stai?
    Proprio ieri in libreria ho notato questo libro tra quelli della top ten e ho pensato di acquistarlo. Poi, per una mia particolare diffidenza verso il "tutti siamo scrittori", ho desistito e ho acquistato un libro di Agatha Christie. Leggo ora questa tua bella recensione e apprendo che la Bignardi scrive bene e il libro è gradevole e non banale. Bene, potrà essere un prossimo acquisto.
    Un caro saluto

    RispondiElimina
  4. Io bene e nel commento al post sul vintage te ne spiego i motivi.
    Sono contenta di averti suggerito il prossimo acquisto, spero dopo vorrai parlarmene.
    Ricambio di cuore.
    annamaria

    RispondiElimina