venerdì 8 novembre 2013

Un segno per sempre

                        

   Un paese attraversato dalla ferrovia, i binari vengono rimossi e la ferrovia non divide più il borgo in due, al posto di quelle rotaie viene creato un parco con panchine, aiuole fiorite e giochi per i bimbi. 
   Lui, originario di quel piccolo luogo di provincia, è contento: sua nonna abita di fronte all'attuale parco che un tempo ospitava il treno durante la sua corsa. 
   Lui è un giovane ingegnere, figlio di un ex ferroviere, è un figlio come tanti genitori vorrebbero avere: è perfetto nel comportamento sempre a modo, è scrupoloso, educato, affettuoso, ligio al dovere dapprima scolastico poi lavorativo, è una persona disponibile con tutti, ha il sorriso che nasce da un cuore umano. 
   Lui ha un rapporto di complicità con suo padre e gli manifesta un progetto che vorrebbe attuare con l'aiuto anche paterno: suo padre era stimato in ferrovia, dove all'interno ricopriva un ruolo di tutto rispetto. 
   Il progetto riguarda proprio quella piazza che sta difronte a casa di sua nonna, ecco gli piacerebbe che al centro fosse posizionata una vecchia locomotiva a ricordo del passaggio del treno. In fin dei conti lui vi era affezionato: gli ricorda la sua infanzia e tutte le fantasticherie di quegli anni. Ha ancora in mente i suoi nonni e i loro racconti gloriosi sugli occupanti senza volto del treno in corsa che lui osservava dalla finestra della casa: conosceva gli orari e da bambino si appostava dietro ai vetri ansioso. Crescendo ebbe modo di essere davanti al muretto che separava la ferrovia, aveva scoperto un pertugio e osservava il treno più da vicino, lo stridore delle rotaie era musica che gli accarezzava il cuore. A volte si era chiesto se l'attaccamento per il treno l'avesse ereditato da suo padre che gli aveva dedicato una vita, oppure semplicemente era da associare al periodo trascorso dai nonni e quindi aveva un valore affettivo. 
   Lui viene colpito da un male che non perdona, una malattia rara e inesorabile; un Killer che penetra silenzioso e s'impossessa di ogni suo organo, un killer soddisfatto di compiere la missione sino in fondo. In brevissimo tempo lui non c'è più e appare in sogno al padre ricordandogli il progetto, quel padre con la morte nel cuore trova la forza di avviare una serie di procedure impegnative, sia per i cavilli burocratici sia per il dispendio economico. Quel padre ce la fa e porta a termine il progetto. 
   Ora quella locomotiva trionfa nella piazza dell'anonimo paese di provincia, paese che anonimo non è più, e lui? Lui, per volere del padre, ha sulla sua amata locomotiva una menzione come segno per sempre del suo amore.

8 commenti:

  1. ciao Annamaria,
    mi soffermo sulla prima parte del tuo post, il finale credo sia poco commentabile se non in una presa d'atto del nostro essere tremendamente vulnerabili. Ho vissuto una situazione del genere in un paesotto in terra straniera, anche lì qualcuno aveva "tagliato" il collegamento ferroviario sostituendolo con dei pullman e al posto della ferrovia erano spuntate panchine e alberelli. Gli abitanti non erano felici, si sentivano orfani di qualcosa, quelle rotaie erano un cordone ombelicale che li teneva ancorati alla loro storia. Togliere la ferrovia a un paesello è come togliere il monumento più importante eretto nella piazza principale.

    un abbraccio

    TADS

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    1. Caro Tads, il finale è storia vera, tutto il racconto è basato su di una vicenda realmente accaduta e che conosco nei dettagli, io l'ho semplicemente sintetizzata.
      Grazie per avermi fatto partecipe del tuo ricordo.
      Ricambio di cuore
      annamaria

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  2. Ciao annamaria!
    Mi ha emozionato questo racconto è bellissimo,i sogni a volte si avverano per questo non si deve mai smettere di sognare
    Un abbraccio grande

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    1. Il sogno, cara Claudia, è vero: quel padre ha sognato suo figlio deceduto a causa del male incurabile, aveva un melanoma raro, e la locomotiva esiste ora in quella piazza.
      Ricambio affettuosamente e ti ringrazio per l'apprezzamento.
      annamaria

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  3. L'uso dei verbi è semplicemente strepitoso!
    A parte questo, sono rimasta commossa.
    Un grande abbraccio, cara amica.

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    1. Troppo buona, cara Ale, le tue parole mi lusingano.
      Grazie anche per aver trovato toccante la storia che tra l'altro è vera.
      Contraccambio con affetto
      annamaria

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  4. Una storia toccante. Ho avuto solo per un attimo il dubbio che fosse un racconto, ma il tuo stile è diverso se racconti una storia vera o una inventata... diciamo che ho sperato che fosse un racconto di fantasia, ma avevo capito che non lo era.
    Il melanoma, se non scoperto in fase iniziale, è sempre letale e purtroppo non è nemmeno più considerato un male raro come era una volta.
    Grande il padre di questo ragazzo a realizzare il suo sogno... Credo che per lui quella locomotiva abbia adesso un enorme significato, ancora più di quanto l'avesse per il figlio.

    www.wolfghost.com

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    1. Caro amico, innanzitutto chiedo venia per il ritardo, problemi di connessione, quando si cambia, ma lasciamo perdere. Dunque tu dici che dopo un po' hai capito che non poteva essere un racconto, questo mi rende immensamente felice, vuol dire che mi leggi con molta attenzione e questo è bello: vi sono persone che fugacemente danno una scorsa e non incamerano nulla, non è il tuo caso e ti dico grazie.
      Il melanoma in questione è stato scoperto all'inizio, ma non vi erano possibilità di sopravvivenza a causa della rarità, nel mondo c'è una bassa percentuale di affetti da questo genere di tumore, ho saputo di un caso di una signora che non aveva sintomi e quando ha cominciato ad avere un leggero fastidio a livello celebrale nel giro di brevissimo tempo è deceduta. Hai ragione il padre è esemplare: ha avuto la forza di continuare quel progetto.
      Ti auguro una buona giornata.
      annamaria

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