giovedì 24 ottobre 2013

Impressioni di lettura

                                                                  

                                                                                                     

   Se non fosse esistito il web, non avrei mai letto questo capolavoro e non mi sarei arricchita di questa splendida lettura. Il libro intitolato “Irminsul”, edito da Artestampa e presentato solo nel Ravennate, è passato inosservato e non appare in catalogo; un romanzo pregevole che non ha avuto la fortuna d’incontrare un editore che gli abbia dato il giusto risalto, io ne sono venuta a conoscenza tramite un blog di scrittura.
   Non conoscevo Romana Morelli, autrice di quest’opera e di altre pubblicazioni, e devo dire che leggerla vuol dire farsi catturare dalla sua penna raffinata, colta, fantasiosa, fluida e coinvolgente. Dalla prima pagina si entra nella storia, un noir poetico che non stanca il lettore con una trama prettamente giallistica, ma regala una vicenda accattivante che andrebbe benissimo per una sceneggiatura di un film: mentre leggevo, infatti, ho scordato ogni cosa e le immagini prendevano corpo, come se fossi stata in una sala cinematografica comodamente seduta in prima fila.
   Il romanzo s’intitola “Irminsul”,nome che in antico sassone significava grande pilastro e la leggenda ci narra dei riti sacri compiuti dai Sassoni dinanzi al tronco di un’imponente quercia, Irminsul appunto. La quercia rappresentava per quel popolo la forza che collegava il cielo alla terra e al tempo di Carlo Magno di Irminsul ce n’erano parecchie. Il romanzo prende il nome da quello leggendario della quercia perché la vittima era per la sua donna l’Irminsul, ossia la forza, la potenza, il mito.
   La vicenda si svolge a Ravenna, amata città dell’autrice, e ha per sfondo il fiume, la natura dipinta come in un quadro impressionista, le brume che ammantano l’atmosfera e creano quel mistero tipico di un delitto che si consuma nell’orto di Otto, la vittima rinvenuta con un forcone nel petto, uomo dal fascino irresistibile, un ingegnere nucleare di origini tedesche, ex spia russa. Ma la storia punta i riflettori anche sull’affascinante giovane moglie di Otto, Dorothy di origini tedesche, laureata in lingue orientali, che in Italia dà lezioni di tedesco a Paola una ragazza che sta preparando la tesi su Kant. Otto e Dorothy si sono conosciuti al tempo della caduta del muro di Berlino, amore a prima vista, e dopo un periodo di spostamenti, giungono in Italia e scelgono di abitare nei pressi del fiume per via del clima che ricorda quello tedesco. Lei non è perfettamente al corrente dell’attività di spionaggio del marito e accetta di buon grado le sue lunghe assenze, fiera soltanto di essergli accanto e di amarlo.
   Intorno ad Otto ruotano altri personaggi, che conosceremo successivamente quando il commissario Minghetti, il protagonista, svolgerà le indagini in giro per l’Europa; sono amici della vittima, anch’essi ingegneri. In ultimo anche un cugino contribuirà a far chiarezza sulla vittima che essendo stata adottata cercava ancora il padre biologico: interessante è la narrazione sull’infanzia travagliata di Otto e sulle successive rivelazioni che aggiungono un tassello nuovo, uno scoop ignoto anche a Dorothy.  Nasce una forte attrazione fra la fascinosa vedova e il commissario che non è il solo a subirne la malia: gli amici di Otto ne erano attratti ma senza speranze. Dorothy, oltre che giovane e bella fisicamente, è anche interessante come persona: è colta, intelligente, coinvolgente e ascoltarla vuol dire farsi catturare dalla sua voce gentile, pacata, seducente.
   Il finale a sorpresa ci coglie impreparati: ci consegna un colpevole insospettato, un finale di un intrigo narrato con estrema bravura, tanta passione e con un valore aggiunto, riferimenti di spessore storico e culturale. In definitiva un emozionante romanzo noir per tutti.








13 commenti:

  1. ecco, vedi? Lo dicevo nel commento precedente...e mi confermi che certe logiche editoriali sono davvero sbagliate. Dopo aver letto questa recensione verrebbe voglia di leggerlo, ma...
    A questo punto penso che fanno bene quegli scrittori che, dopo aver provato invano con le case editrici, invece di far ammuffire il loro libro in un cassetto, decidono di aprire un sito per pubblicarlo, permettendo che venga letto. Non ci sarà un ritorno economico,ma potrà esserci il piacere della condivisione e dell'apprezzamento.
    Nessuno scrive per se stesso, ad eccezione del diario personale. Persino i bloggers e i facebook-ini postano per essere letti, figuriamoci chi scrive un vero e proprio libro, impiegando anni, fatica,studio, passione.
    Ciao,
    Marirò

    p.s. non conosco questa piattaforma. Non è collegata con wordpress? come si fa a restare aggiornati con ciò che pubblichi?

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  2. Il piacere della condivisione, concordo in pieno. Chi scrive vuole avere un riscontro, sapere se rientra nelle preferenze, ogni arte è così anche un pittore non dipinge mai per se stesso, certo lo fa per passione, deve esternare la sua arte, ma desidera che altri apprezzino, vedano, vanno bene anche le critiche, tutto per la visibilità. Oltre il blog, molti scrittori si auto pubblicano, ossia si finanziano, anche gente che conta non riesce a farsi pubblicare, pur avendo dei meriti che superano di gran lunga certe porcherie che vengono pubblicate da case ed. di spicco. Chissà come funziona, mah?
    Un libro richiede molta fatica, tempo, dedizione, una prima stesura, poi una seconda e se tutto va bene ancora una terza, un libro è come una gestazione, lenta, vissuta, sofferta e infine la nascita, la gioia e l'attesa della crescita, ossia dell'approvazione, del riscontro di pubblico.

    Questa piattaforma è molto semplice, io non sono un'esperta eppure ho fatto l'iscrizione e man mano ho cercato di comprendere le varie funzioni, io potrei spiegarti come va da me, io inserisco dei link d'amici e ci pensa blogspot ad aggiornarmi sulle varie pubblicazioni, comunque vedrò se esiste una funzione che possa comunicarlo a te.
    Grazie infinite per il bel commento, ti auguro una piacevole giornata.
    un abbraccio
    annamaria

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  3. carissima Annamaria,
    te lo dico sempre, gli editori dovrebbero pagarti e pure profumatamente, fior di "critici" che impazzano in TV hanno tanto da imparare da te.

    non so se te l'ho mai detto ma io nell'editoria ci "sguazzo" da 30anni, il problema sollevato dall'amica Ili6 è annoso, in Italia si scrive troppo, è brutto dirlo ma è così, troppi pseudo-scrittori invadono la piazza e sovvenzionano cose editrici a pagamento. Questo ha innescato un meccanismo molto complicato, è lunga da spiegare ma il risultato è questo, spesso in libreria ci vanno fetecchie e ancor più spesso, penne talentuose vengono costrette a spazi ristretti se non addirittura escluse dai circuiti validi.

    Si pensava che l'avvento dei blog rompesse questa tendenza ma è successo il contrario, gli aspiranti scrittori pubblicano, pagando, una quantità industriale di libercoli utili solo per accendere il camino restringendo gli spazi

    per meglio spiegarmi...
    esiste un mestiere chiamato "ghost writer" (scrittori anonimi che scrivono libri firmati da autori famosi), anni fa un bravo GW incassava fior di milioni a libro, adesso ci sono laureati in lettere che viaggiano a 4/5 euro a pagina, ovviamente la qualità è quella che vediamo in giro.

    un abbraccio

    TADS

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    1. caro Tads, anche io da 27 anni "sguazzo" tra Case Editrici di grande fama e Eap e ho chiari certi meccanismi anche se non li giustifico. Non esiste quasi più che uno scrittore sconosciuto e non schierato e appoggiato da un pezzo grosso della politica o dalle lobby universitarie, invii un libro, un buon libro, che poi verrà attentamente letto e preso in considerazione per la pubblicazione e la diffusione. Idem premi e concorsi letterari di livello. Posso dirti che comprendo largamente lo scrittore che decide di far stampare una ventina di copie del suo libro a un tipografo con poche migliaia di euro e ne fa dono agli amici e magari poi lo mette a puntate sul web. Mi risulta difficile comprendere chi spende anche 6 mila euro, e ne ho conosciuti parecchi, per pubblicare in eap e vedersi assicurata la diffusione in 3 librerie della città. Ma ognuno coi propri soldi fa ciò che crede... Il web dà oggi qualche possibilità in più a chi decide di diffondere il proprio nome e talento. Qualche caso di notorietà mediatica che è poi sfociata in editoria c'è già stata. ma anche il web inizia ad avere i suoi "strani meccanismi" ed è per questo che mi piace che Annamaria recensisca una brava e sconosciuta scrittrice e mi piacciono certi siti letterari come Anobii, liberi da giochi perchè il gradiente lo esprime il vasto pubblico e non il critico letterario a cui magari si è chiesto il favore...
      Un saluto ad entrambi. Ciao

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    2. alcune parole sono rimaste nella tastiera....sorry, correggo:
      Non esiste quasi più che uno scrittore sconosciuto e non schierato e NON appoggiato da un pezzo grosso della politica o dalle lobby universitarie, invii un libro alle case editrici, un buon libro...

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  4. Caro Tads, vuoi farmi arrossire, ma dai non credo di essere così brava. Ci metto la passione, l'attenzione, le mie idee che sono avulse da vari condizionamenti editoriali, dico quello che sento, tanto sono libera di poterlo fare in questo spazio tutto mio mi è consentito ancora. Comunque ti ringrazio e credimi il tuo apprezzamento mi è stato molto gradito, si vive anche di soddisfazioni morali ed è bello.
    Sapevo di architetti che appongono la firma su di un lavoro che non hanno eseguito, c'è lo staff giovanile a pensare per loro, lo staff sfruttato che vive nell'ombra, non sapevo che il sistema funziona anche per gli scrittori, siamo messi male molto male e i risvolti negativi sono sotto gli occhi di tutti.

    Grazie ancora, ti auguro una buona serata.
    affettuosità
    annamaria

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  5. Cara Marirò, grazie per essere tornata e per il nuovo intervento, condivido il tuo pensiero: ognuno è libero di fare ciò che vuole dei propri soldi, magari rinunciano a qualcos'altro di effimero e si fanno pubblicare. Purtroppo è un demerito e quello scrittore non sarà mai preso in considerazione. La scrittrice Romana Morelli ha vinto molti premi di spicco e nonostante ciò non ha trovato un editore a livello nazionale che l'abbia pubblicata, ha dovuto auto finanziarsi, questo è il sistema, come dice Tads le porcherie vanno in libreria.

    Buon proseguimento di giornata
    un abbraccio
    annamaria

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  6. Cara Annamaria, purtroppo il sistema editoriale italiano (come quasi tutto il resto) fa piangere e il livello, se è possibile, si abbassa sempre di più, perciò recensire autori validi e poco noti, facendo desiderare di leggere il libro immediatamente come sai fare tu, diventa un contributo inestimabile per riemergere dal pozzo profondo nel quale siamo precipitati...
    un abbraccione

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    1. Grazie mille, cara Maria, il tuo apprezzamento mi onora: tu sei bravissima nell'analizzare testi.
      Il sistema editoriale fa acqua, la cultura ha le sue pecche, tutto scende sempre più in basso, ma sinché ci saranno persone come te e tanti altri amanti della verità e di ciò che arricchisce la mente, potremo sperare in un cambiamento. Mai demordere.
      Ancora grazie, carissima.
      un super abbraccio
      annamaria

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  7. Recensione molto accurata e sentita, cara Annamaria.
    Ammetto di non aver sentito parlare affatto di questo libro.
    Escono all'anno qualcosa come 6.000 libri, ed è impossibile stare dietro a tutti. Nemmeno se uno impiegasse 24 ore su 24 per 365 all'anno riuscirebbe a leggere tutte le nuove proposte.
    Ma adesso, grazie a te, so di questo libro e in un modo o nell'altro vedrò di procurarmelo.

    Un caro abbraccio, e complimenti per la tua sensibilità

    beppe

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  8. Grazie mille, caro Beppe, è sempre un piacere ritrovarti.
    Non ne hai sentito parlare per i motivi che ho spiegato, io l'ho ricevuto direttamente dall'autrice dopo che Grazia Giordani ha scritto di lei e del suo sfortunato libro tanto meritevole.
    A presto e grazie.
    un caro abbraccio
    annamaria

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  9. Bellissima recensione, cara Annamaria!
    Purtroppo, in Italia, pubblicano libri di cucina o Licia Troisi.
    Un abbraccio.

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  10. Ti ringrazio, cara Alessandra. Ma sai che non conoscevo la Troisi e ora sono andata a leggermi la sua biografia, che carriera veloce! Non ho mai letto niente di lei, non mi piace quel genere, quindi non posso giudicarla, però c'è chi nasce con la camicia e chi no.

    Buona vita, un abbraccio.
    annamaria

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