venerdì 6 settembre 2013

Un rito




   Le emozioni mutano: solo ciò che si sperimenta per la prima volta ha il sapore dell'attesa. Il discorso è vago e non sempre le attese si rivelano emozionanti: vi sono situazioni, infatti, che procurano delusioni. Eppure anche ciò che ci ha entusiasmato, alla lunga non sortisce l'effetto iniziale. Una determinata emozione potrebbe anche appassionarci per molto tempo, ma finisce comunque che mutando noi stessi cambi la sensazione. 
   Un rito... quanti ne conosciamo, molti; ecco prendo in considerazione quello dei fuochi pirotecnici, bellissimi, fantasmagorici, abbaglianti, artistici, creativi, hanno il potere di calamitare sguardi in attesa rivolti all'insù, eppure anche quei variopinti fuochi in molte persone finiscono per non suscitare più interesse. 
   Una serata di ferragosto, un classico: i fuochi che nascono dal mare e s'innalzano fino al cielo, l'effetto è emozionante; tutti che s'apprestano a raggiungere la postazione migliore. La calca della gente, lo sciabordio delle acque, la luna che si riflette sullo specchio d'acqua, il vociare in attesa. I giovani che alla mezzanotte si spogliano ed entrano in acqua felici, euforici e i bimbi con il nasino rivolto al cielo. L'aggregazione con chi non si conosce e che condivide con noi il rito di ferragosto, quand'anche fosse ripetitivo è comunque un momento che si rinnova anche per quel calore umano che vorremmo avere forse più spesso. 
   E loro non si fanno attendere: prorompenti, roboanti, caleidoscopici, salgono alti in cielo illuminandolo. Una cascata, girandole in festa che ebbero il loro esordio nell'ottavo secolo in Cina; è tutto come allora: gli effetti sono simili, solo che gli spettatori del passato erano forse più estatici e meno esigenti. 
   Il rito termina e ci si appresta al ritorno, si condividono emozioni del dopo rito, si è felici. Comunque sia andata, è stato un motivo di festa essere ancora insieme su questa terra che ne ha viste tante e ne continua a vedere a malincuore: vi sono luoghi dove quei botti hanno qualcosa di diverso e i cieli illuminano a morte gente innocente vittima del potere. Nei luoghi di pace vi sono purtroppo gli insoddisfatti che non apprezzano la sana ripetitività dei riti gioiosi e assistono solo per accompagnare chi invece continua ad emozionarsi. Allora ci si sente dire: "Ma son sempre uguali, cosa c'è di diverso?" 
   Anche l'amore è sempre uguale, eppure è sempre bellissimo. Anche il mare, i fiumi, i boschi, lo sguardo di un bimbo, l'affetto delle persone care, eppure ogni volta procurano emozioni nuove. 
   I riti ripetitivi fanno parte del nostro vissuto e come tali non vanno disprezzati: regalano attimi di gioia condivisa. Poi ci sarebbe il discorso nello specifico della pericolosità dell'operatore e della fabbrica dei fuochi, ma questa è un'altra storia.

12 commenti:

  1. Bravissima!
    Fra poesia e ragionamento, un post superbo.
    Un abbraccione ^^

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    1. Troppo generosa, carissima,
      ti ringrazio immensamente.

      Ricambio di cuore.
      annamaria

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  2. Vero. In parte però. ;-) Ci sono riti e riti. Credo che alcuni non smettano mai di affascinarci. I fuochi artificiali, col tempo, hanno forse perso un po' della loro magia, ma ciò è dovuto forse al fatto che la tecnologia ci ha abituati ad altro, a immagini perfette ma il più delle volte prive d'anima.

    Con le persone puo' accadere lo stesso, vale a dire che qualcuno ci venga a noia. D'altro canto siamo esseri umani ed è nella nostra natura non essere portati ad alcuna fedeltà.

    Certo è che ieri bastava poco per gridare "al prodigio!", mentre oggi diamo tutto per scontato e non consideriamo più il volo d'una farfalla, la sua breve vita eppure intensa e splendida, come qualcosa di sacro e irripetibile.

    Bel post, cara Annamaria.

    Un forte abbraccio e buona serata.

    beppe

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    1. Buongiorno, Beppe, ti ringrazio per l'acuto pensiero che condivido pienamente, infatti l'animo umano ora abituato a ben altri prodigi dimentica il fascino della natura.

      Ti ringrazio per l'apprezzamento e ti auguro una bella giornata.

      ricambio di cuore
      annamaria

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  3. Ciao Annamaria!
    Anche io penso che alcune emozioni mutano nell'arco del tempo,sopratutto quelle "artificiali" che appagano la vista ma solo per brevi attimi,le emozioni del cuore se vere e profonde rimangono inalterate ogni qualvolta che si rivivono
    Come sempre leggerti è meraviglia
    Un abbraccio

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    1. I sentimenti autentici procurano emozioni che non invecchieranno mai, proprio così cara Claudia.
      Le altre emozioni corrono con noi, con il nostro vissuto: tutto dipende da quello.

      Grazie infinite, troppo generosa.
      baci
      annamaria

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  4. Concordo in pieno con il tuo ultimo commento, cara Annamaria.
    Un sorriso per una notte serena*
    Ma non sono un robot!

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    1. Grazie infinite carissima, Ale.
      Felice giornata e a presto.
      annamaria

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  5. Scusami, Isabel, ma è allucinante questa procedura!

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    1. Io non so, non ne capisco nulla. Pensa che è da un anno che non riesco ad attivare la finestra dei commenti qui sulla pagina, in pratica io per sapere chi ha commentato devo entrare nei vari post.

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  6. discorso a parte meriterebbe l'abitudine e le sue infinite declinazioni, compresa la noia. Nel mito di sisifo, camus sospende il rito del suicidio in attesa d'una soluzione in rivolta che appare, infine, come un fuoco d'artificio.

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    1. In effetti caro amico, l'abitudine toglie smalto alle emozioni, anche se vi sono animi che continuano a emozionarsi anche nella ripetitività: non siamo tutti uguali, magari chi si emoziona è grato di poterlo ancora fare e il fatto stesso che lo sia lo porta vivere le emozioni stesse.
      Buona vita.
      annamaria

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