martedì 9 aprile 2013

Riflessioni di lettura


                                                    “Hena” di Grazia Giordani
                                      
   
   Il talento inizialmente dimenticato, il talento caduto in ombra post mortem a causa della guerra: questo è un romanzo che pur narrando la storia di Hena, bellissima madre dell’autrice, vuole soprattutto far conoscere ai più l’artista padre,scultore di talento, morto trentacinquenne nel pieno della fama. Il romanzo racconta anche la vita del secondo marito di Hena: Ennio, veterinario. E’ una biografia romanzata che abbraccia un periodo che va dagli anni trenta sino agli inizi anni novanta, uno spaccato di vita intessuta di cultura, arte e sentimento.
   Sin dalle prime righe conosciamo Hena e la sua infanzia in quel di Codigoro, dove divenne una graziosa fanciulla che sognava una vita lontana dalla provincia. La giovane frequentò in seguito un collegio a Ferrara, dove si distinse negli studi umanistici e nei componimenti poetici. La sua vita ebbe una svolta quando, nel pieno della sua bellezza, si trasferì a Bologna a causa degli studi universitari della sorella. Hena, splendida ragazza, non passava inosservata e conquistò il giovane scultore, Giorgio, dal fascino irresistibile. I due si conobbero casualmente per strada e dopo vari tentennamenti di lei e un periodo di fidanzamento interrotto a causa delle intemperanze di lui, giunse il matrimonio. I coniugi conducevano una vita agiata, lo scultore con la vendita delle statue molto apprezzate assicurò un tenor di vita di pregio non solo per il benessere economico, ma anche per gli incontri artistici e culturali . Dopo quattro anni di matrimonio nacque la figlia Grazia che trascorse la sua infanzia dalla nonna e dalle zie. La bambina non ricevette la presenza costante materna e porterà nel cuore questa mancanza, solo più tardi ci sarà un riavvicinamento e nascerà un’amicizia profonda fra le due donne. Hena posò per suo marito Giorgio, esiste una scultura esposta nell’atrio di un ministero romano denominata “La Bagnante” e raffigura una fanciulla dal corpo agile e scultorio che si libera dell’indumento superiore.  Giorgio era un conquistatore, un uomo seducente, ma anche una persona generosa, purtroppo nel pieno della sua notorietà artistica, ancora giovanissimo, morì, tutta Bologna sfilò in corteo. Hena, dopo la vedovanza, conobbe un veterinario che aveva fama di rubacuori, ma il fascino della donna lo conquistò e i due si sposarono. La donna visse il nuovo matrimonio in provincia, facendo confronti con la precedente vita intellettuale e artistica in città. Grazia fu molto amata dal patrigno, con il quale s’instaurò un rapporto di complicità.
   Frammenti di vita che s’intrecciano, ricordi impressi in un diario scritto da Hena, diario che andò semi distrutto in un incendio. Una narrazione fluida che non ha nulla di ampolloso: la scrittrice narra in terza persona, come se lei fosse estranea ai fatti e guardasse di riflesso la vicenda non con la mente del cuore, ma con il suo spiccato senso critico che ben le ha dato stima come giornalista e critico d’arte.
   L’arte ritorna, è nel DNA di Grazia Giordani che pur non avendo ricordi tangibili di suo padre, aveva solo un anno al suo decesso, ha impresso nel cuore l’ammirazione per lui, per il suo talento, per la bellezza delle sue opere scultoree e pittoriche. L’amico fraterno, Luciano Minguzzi, in una pagina biografica, sottolinea come “Giordani abbia rappresentato l’esempio di uno dei più importanti scultori del Novecento”.  
   Il libro è corredato di lettere autentiche, foto e documenti.                                           

Annamaria T.               
 






10 commenti:

  1. Grazie di cuore, Annamaria.
    Feliceserara e felicenotte col grato abbraccio di grazia

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    1. Abbraccio che ricambio e che avrei voluto darti di persona in quel di Sermide.
      con affetto
      annamaria

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  2. oooooh! Ma che bell'omaggio alla nostra Grazia! :-D Spero davvero che questa sua opera faccia molta strada! Lei lo merita davvero! ;-)

    www.wolfghost.com

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    1. Ti ringrazio per aver apprezzato le mie riflessioni di lettura. Grazia è una brava e coinvolgente scrittrice che tutti noi stimiamo, è stato un onore per me parlarne.
      Grazie, un caro saluto.
      annamaria

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  3. Ma che bella presentazione per un bellissimo libro, che ci manifesta qualche segreto dell'amica Grazia. Mi commuove tanto questa storia , ma la vita, spesso, restituisce con abbondanza quello che ci ha rubato.

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    1. Grazie mille, cara Mimma, sono contenta che ti sia piaciuta la mia presentazione. Il libro coinvolge e porta per mano sino alla fine, come Grazia sa fare.
      un bacio
      annamaria

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  4. Il fascino che Ferrara, e più in generale tutto il ferrarese, esercita su chiunque abbia ancora spazio per la fantasia e le emozioni, ha qualcosa di incredibile. In una Val Padana che comunque resta in contatto oculare con le montagne (nelle mattinate limpide di fine estate da Parma, la prima città che mi viene in mente, si vede l'Appennino che sembra di toccarlo e le prealpi del Trentino che si stagliano nitide, ed è impossibile non commuoversi pensando a come la Natura ci ama senza essere contraccambiata, anche se a quel disfattista di Leopardi sembrava vero l'esatto contrario) Ferrara sembra sospesa in una pianura infinita, sostanzialmente equidistante dalle Alpi e dagli Appennini entrambi invisibili.


    E l'occhio può immaginare scenari infiniti e proiettarci sopra tutte le sue fantasie.

    Le nebbie ferraresi, poi, sono di una bellezza e di una dolcezza assolute, ti avvolgono e ti sembrano quasi sollevare da terra.

    Non so se sono andato fuori tema, ma era quello che il tuo post aveva mandato gioiosamente in risonanza e ho voluto esprimerlo.

    Buona primavera.

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    1. Il fascino dei luoghi che fanno parte della storia, che poi sarebbe una storia vera, è indiscutibile. Spero ti abbia colpito anche il fascino dell'arte del papà dell'autrice. Giordani padre, scultore e pittore, uno scultore di grande talento, simile al Manzù di nostra conoscenza. Giordani avrebbe dato tanto ancora se non fosse scomparso in giovane età. Poi c'è il fascino della mamma, insomma un libro dedicato alla famiglia della quale si vorrebbe conservarne la memoria.
      Buona primavera anche a te e grazie.
      un caro saluto
      annamaria

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  5. Ora ci si trova sia qui che su facebook...e leggerti è sempre un gran piacere..ciao carissima..abbracci
    ^^

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    1. Grazie infinite, cara Carla.
      Ricambio di cuore.
      annamaria

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