sabato 23 febbraio 2013

Comunicazione

   

   E' più facile comunicare a voce o per iscritto? Parrebbe facile la risposta: ognuno si affiderebbe alle proprie inclinazioni. 
   Chi ama il dialogo vis-a vis preferisce comunicare guardando in faccia il suo interlocutore, per sentirne la voce e coglierne l'espressione. Il contatto visivo e tattile, capita di avere uno scambio d'idee fatto anche di pacche sulla spalla, di strette di mano, di abbracci, rende la conversazione fisica più appagante. Ma questo genere di dialogo, nonostante sia più vibrante, ha i suoi risvolti negativi: non tutti riescono ad esternare completamente il proprio pensiero, pensate alle molte parole non dette o dimenticate. Capita infatti, quando si è soli con se stessi, di soffermarsi a pensare e torna in mente quella tal frase, quella tal parola inespressa. Allora ci si ripromette di riprendere il discorso, di tornare sull'argomento alla prossima occasione; ma il ferro va battuto quando è caldo: dopo è difficile dargli la giusta forma. La conversazione orale implica anche una certa forma di linguaggio e di comportamento e se il tutto non degenera in un litigio, il dialogo è un piacevole scambio di confidenze, di consigli, di affettività. Il dialogo riempie l'esistenza così grama  dal punto di vista comunicativo: un tempo il miglior divertimento era fare salotto con amici, parenti, conoscenti, ora il nostro salotto è uno schermo di un televisore o di un pc dove siamo spettatori muti, fruitori che forse meditano con se stessi; pensate alle volte che ci interrompono e li scacciamo via seccati. I momenti di conversazione sono divenuti rari all'interno delle nostre famiglie, abbiamo perso il modo e fatichiamo non poco ad approcciarci persino con i nostri cari. Ancora più difficile è la comunicazione scritta, l'arte della scrittura che un tempo veniva esercitata a scuola anche lì viene abbandonata e vi sono tantissimi studenti che giungono all'università e non sanno come formulare uno scritto, sono impacciati persino nelle semplici frasi di uso comune. Mettere insieme un concetto di senso compiuto richiede esercizio e conoscenza della lingua, amore per le parole espresse in forma corretta. Tutto si è velocizzato e lo scritto ha assunto forme telegrafiche, impazzano sui social network parole siglate, frasi dimezzate e scorrette, la comunicazione è contenuta in scheletriche battute. 
   Allora come comunichiamo? M'immagino un popolo che per risparmiare voce mima i propri pensieri, molto meglio che accomodarsi e chiacchierare, e per lo scritto, due tre siglette telegrafiche che non impegnano la mente. Ma la comunicazione è importante, giunge il momento in cui bisogna interloquire, vivere in comunità comporta determinate esigenze e per quanto ci si voglia relegare in un mondo tutto proprio le situazioni di scambio verbale sono necessarie, come sono indispensabili le esternazioni scritte fatte in un certo modo che non offendano la nostra lingua d'appartenenza. 
   Allora riappropriamoci della bella comunicazione, scritta o orale: il dialogo in qualunque forma è emozione, è contatto, è unione. Impariamo a saper comunicare!

20 commenti:

  1. Cara Annamaria, il tuo è un invito molto importante, specialmente di questi tempi, quando la parola, in qualsiasi forma venga espressa, è stata umiliata, vituperata, sminuita e involgarita e sottratta proprio al suo compito principale, quello di comunicare, di mettere in contatto mentalmente ma anche emotivamente le persone...
    un abbraccio

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    1. Fanno della parola un uso improprio, cara Maria, e tu ne hai evidenziato i vari aspetti. Poi vi sono gli elargitori di parole per uso personale, gli oratori di professione.
      Grazie, buona domenica.
      ricambio affettuosamente
      annamaria

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  2. Cara Annamaria, amo la comunicazione in tutte le sue forme. Cerco di dialogare in casa, sforzandomi di usare il linguaggio più consono ad ogni interlocutore. Con mio figlio, ventenne, frasi brevi: so che altrimenti risulterei “pallosa”. Con mio marito dialoghi più lunghi, ma evitando quegli argomenti che, dopo aver provato e riprovato, ormai ho capito che non gli interessano. Con mia madre è più che altro ascolto, sempre delle stesse cose, ma va bene così.
    E poi c’è la scrittura: la mia passione. Il mio angolo in cui forse parlo più con me stessa che con gli altri. In cui lascio ricordi, ma non do fastidio. Lo scritto sta lì, mi diverte costruirlo, correggerlo, aggiungere o togliere anche a distanza di ore o giorni. Sta lì senza pretesa di bucare lo schermo, ma magari utile oggi o anche fra un anno a chi per caso passerà di lì, magari perché cerca quella certa informazione. Il mio vecchio blog era basato più sulla comunicazione, ma col tempo mi sono resa conto che anche attraverso uno schermo non è sempre facile gestirla, perché i linguaggi sono vari, non sempre graditi a tutti, e ci vuole molta, molta diplomazia che forse a me a volte un po’ manca.

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    1. Hai trovato la giusta comunicazione, cara Paola, ad ognuno il suo e quando si comprende come muoversi l'interlocutore ascolta.
      Lo scritto invece è personale e si può modellarlo a piacimento, solo quando diviene di dominio pubblico si deve scegliere se ritoccarlo o no. Comunque si scelga la comunicazione è importante, in questo momento noi stiamo comunicando ed è bellissimo.
      Grazie, ti auguro un buon proseguimento domenicale.
      un abbraccio
      annamaria

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  3. Da alcuni mesi la mia vita è diventata più riservata.Esco poco e quindi la conversazione orale è di esclusivo dominio della mia famiglia. E questo mi piace. Non incontrando più gli amici, scrivo. Lettere, bigliettini, auguri. Quello che il cuore mi ispira. E poi ho il mio blog:un diario che libera la mia anima."Altro di me non ti saprei narrare...sono una tua vicina che a volte ti viene a importunare!"Buona Domenica.

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    1. Cara Lucia, è un piacere trovare il tuo pensiero, passa tutte le volte che vuoi.
      Quando si resta più tempo a casa non si ha la possibilità di avere uno scambio verbale e del resto accade in un certo momento della vita, ma non bisogna essere spettatori e lasciare troppo spazio alla famiglia, occorre far udire la propria voce e non farsi da parte. Il blog è uno spazio personale dove non vi sono interferenze familiari, si ha anche la possibilità di fare conoscenze; è una comunicazione di anime, proprio perché nello scritto esterniamo i nostri pensieri più profondi, pensieri che a volte non riusciamo ad esprimere fino in fondo.
      Buona domenica anche a te, cara Lucia.
      un bacio
      annamaria

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  4. L'importante è non chiudersi in se stessi...ad es io sono un po' riccio e devo sforzarmi per aprirmi agli altri...più facile parlare che scrivere almeno per me...^^
    Ciao carisssima..scusa la mia latitanza

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    1. Quando si è introversi, lo scritto è uno sfogo veramente appagante, ma bisogna essere portati alla scrittura, non è facile per tutti. In qualunque modo è bello comunicare e credo che tu, cara Carla, lo sappia fare molto bene.
      Buona domenica, un bacione.
      annamaria

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  5. L'importante è comunicare, in un epoca in cui per comunicare abbiamo a disposizione un'infinità di oggetti sembra invece che sia diventato difficilissimo...personalmente riesco ad esprimermi meglio scrivendo, ma anche il parlare è importante, implica gesti, sguardi, emozioni vive...
    serena domenica...un abbraccio
    lella

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    1. Ognuno sceglie secondo le proprie inclinazioni e scrivere non è facile per tutti, ciò che conta è esprimersi, liberare la mente dai pensieri che stanno lì e attendono.

      Grazie, Lella, ricambio affettuosamente.
      annamaria

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  6. Ciao annamaria!
    io comunico tantissimo a voce mi piace dialogare esprimere il mio pensiero e ascoltare..anche con persone che nemmeno conosco,mi capita spesso durante un'attesa qualsiasi sia il luogo io interagisco,basta rivolgere un sorriso alla persona vicina e le parole escono..
    Buona serata cara,abbracci e sorrisi

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    1. Bello essere così comunicativi ed avere la parola pronta in ogni circostanza, ma è bello essere anche dei buoni ascoltatori. Sei una persona estroversa e disponibile all'ascolto, grande virtù, specialmente in questo momento di isolamento mentale e di diffidenza è un piacere trovare una persona aperta come te.
      Buona serata anche a te,carissima.
      un forte abbraccio
      annamaria

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  7. Un post straordinario, cara Isabel!
    Oggi la comunicazione pare essere inesistente, a causa dei motivi da te addotti. Scrivere? Per pietà! :-P
    Non vedo un buon futuro per questa generazione, tanto dissimile dalla mia.
    Baci.
    Alessandra Bianchi

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    1. E invece le cose possono cambiare, cara Ale, proprio perché se ne parla, sta ad intendere che si son compresi gli errori. Certo la comunicazione corre veloce con le nuove tecnologie, è a scuola che l'insegnamento ne deve dare il giusto valore.
      Grazie infinite per l'elogio, troppo generosa.
      tante affettuosità
      annamaria

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  8. Cara annamaria, la comunicazione dipende dall'amore, dal rispetto verso l'altro e anche da ciò che l'altro si vede restituire: se aspetta, aspetta e non c'è mai niente tranne che un interesse occasionale tipo fazzolettini usa e getta, allora l'amore gira a vuoto, si attorciglia e si spegne. Oggi c'è tendenza per l'ignoranza e la furbizia invece che per la cultura e l'onestà, certi pranzi coi figli occupatissimi sui telefonini sono il massimo della desolazione: essi sono esattamente come li abbiamo educati iperproteggendoli e facendoci complici della loro svogliatezza.

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    1. I pranzi sono desolanti, dici bene, cara Mimma, ma questo accade con i figli adolescenti, almeno è quello che vedo, poi quando quei figli si sposano e hanno pargoletti la musica cambia. Io ho educato i miei figli all'ascolto, al dialogo, dall'altro canto anche gli adulti devono fare altrettanto ascoltando loro, facendoli sentire amati. E' importante l'armonia familiare, la vicendevole comprensione.
      Grazie, buon tutto.
      un bacione
      annamaria

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  9. Innegabile è che la comunicazione, anzi il modo di comunicare, nel corso degli anni, è cambiato; questo non significa però che non esista più il dialogo vis-à-vis, anche se è vero che, sempre più spesso, parlare in pubblico per molti è diventata una impresa non da poco. Le persone insicure o timide preferiscono affidarsi alla scrittura, a uno schermo, a un social network: ma la scrittura non puo' sostituire in alcun modo il dialogo faccia a faccia, che è fatto anche di gestualità. Inoltre, comunicare sui social network è spesse volte motivo di fraintendimenti, questo perché si tende a utilizzare troppi smile, puntini di sospensione, frasi lasciate a metà, e non di rado si ricorre a contrazioni grammaticali che mettono ulteriori ostacoli alla chiarezza. In questi ultimi anni abbiamo molti più mezzi per comunicare, ma, il più delle volte, manca quella necessaria chiarezza atta a creare un rapporto umano. Comunicare non puo' essere soltanto un mero scambio di informazioni asettiche. Dobbiamo tornare indietro, recuperare il dialogo e l'umanità che è propria dell'essere umano.

    Bacioni

    beppe

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    1. Grazie, Beppe, per il tuo pensiero approfondito. Vedo che siamo d'accordo sull'importanza della comunicazione, sul recupero del dialogo: bisogna socializzare per non cadere nell'introversione pericolosa.
      Buona giornata, un abbraccio.
      annamaria

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  10. Nella mia fantasia c'è l'immagine di Federico Pizzarotti che prende il suo trenino dalla Temporary Station di Parma (resa temporanea da un'amministrazione precedente che apriva lavori pubblici senza averne la copertura finanziaria, sperando che qualche "amico" a Roma rappezzasse il tutto) per andare a confrontarsi con Virginio Merola a Bologna.

    Federico Pizzarotti è il sindaco a 5 Stelle di Parma; Virginio Merola è il sindaco Pd di Bologna. Il sindaco di Bari si chiama Emiliano di cognome ma questa è solo una coincidenza.

    Ci sono momenti in cui la parola in presa diretta non può essere sostituita da nulla. Bisogna guardarsi negli occhi, e forse gli sguardi, i silenzi, il non verbale, conteranno altrettanto se non di più.

    La parola scritta dovrebbe, a mio sommesso parere, essere il deposito finale di infiniti scambi verbali diretti.

    Ma manca il tempo, la voglia, l'opportunità. E allora si arriva all'atroce paradosso per cui la parola scritta tiranneggia quella detta, e anche quando si parla sembra che si legga un testo prestampato mandato a memoria.

    E talvolta è davvero così.

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    1. Giusta osservazione, la comunicazione verbale è estremamente importante: è emozione, unione, empatia. Lo scritto è il sigillo della memoria verbale: infatti verba volant, scripta manent.
      Grazie per il tuo pensiero.
      un saluto
      annamaria

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