venerdì 15 febbraio 2013

A tutto c'è rimedio


Un piccolo racconto, una sfida: solo 1900 battute, e tutto per riflettere sul  prezioso dono della vita. Le difficoltà la rendono difficile, ma sinché lei esiste val la pena combattere.                         



                                                                      

   "Guarda c'è una stella nel cielo, è proprio una e brilla come un faro!" Lentamente alzò gli occhi: faceva fatica, veniva fuori da un gran brutto momento, aveva perso il lavoro e non sapeva come fare a comunicarlo alla donna della sua vita.
   Erano in macchina e lui si era fermato un attimo con una scusa qualunque. Aveva rallentato e aveva accostato al bordo della strada, la zona riservata alle soste d'emergenza. Aveva l'animo in tumulto: il suo capo l'aveva convocato proprio quella mattina, aveva una faccia seria, cupa e tergiversava. Erano giunte voci di una probabile chiusura della fabbrica, ma lui sperava che fossero solo voci. Le ordinazioni c'erano e ogni giorno lavoravano come matti anche oltre gli orari consentiti; spesso, spessissimo restavano in fabbrica sino alla mezzanotte. Tornava a casa stanco ma felice: lui lavorava ancora e con il clima d'incertezze conservarsi un'occupazione era divenuto un regalo da custodire. Le commesse si moltiplicavano: era un settore fiorente che non risentiva della crisi. Lui s'era appena messo un mutuo, quando era stato in banca gliel'avevano concesso: era operaio specializzato di una fabbrica fiore all'occhiello, un vanto per la nazione. E invece anche quel fiore era stato spazzato via dalla tormenta. Ma cosa era successo, non se lo spiegava e nemmeno aveva compreso cosa fosse accaduto.
   "Signor Terenzi, mi rincresce, mi duole forse più di lei. Ma... non so come dirglielo, da domani questa fabbrica chiuderà i battenti. Non si preoccupi, c'è la Cassa Integrazione, lo Stato non vi lascerà in miseria, dopo si vedrà, si vedrà. E' un brutto momento, mi creda; sarei voluto scomparire, ma non ce l'ho fatta a farmi fuori, sono un vigliacco."
   "Commendatore, cosa dice?Allora era vero, era tutto vero. Chi glielo dice a mia moglie, stiamo per avere un figlio. La crisi è arrivata pure qui." 
   La cassa integrazione, non sarebbe stata sufficiente, e poi, doveva cercare un nuovo lavoro; ma dove, dove? Questi pensieri gli martellavano la mente, erano tamburi a percussione e lui non sapeva come comunicarlo alla moglie.
    "Amore, sai perché brilla quella stella nel cielo?" disse lei, come a voler interrompere quel silenzio forzato e opprimente. "Ci ricorda che possediamo il dono della vita in salute. Oggi la mia amica ha avuto una spiacevole notizia, suo marito ha un brutto male, gli restano sei mesi di vita!"

14 commenti:

  1. Tu hai un grande dono, secondo me: la scorrevolezza. Quando passo di qui so già in partenza che non mi annoierai con frasi lunghe e contorte, derivate e subordinate. E non è facile, sai?
    Bello questo racconto. E bella la morale.
    Un bacione!

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    1. Grazie, cara Ale, per l'apprezzamento che mi gratifica tantissimo. Cerco di essere fluida nella scrittura e se ci riesco ne sono veramente contenta, perché come tu sottolinei è importante non annoiare con frasi contorte.
      Ricambio con un abbraccio
      annamaria

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  2. Cara Annamaria, se ci ricordassimo più spesso che siamo solo di passaggio e che potremmo morire da un momento all'altro, forse potremmo dare la giusta importanza alle cose e vivere più intensamente il tempo che ci è concesso...
    sempre brava ed efficace
    un abbraccio

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    1. Già proprio questo è il punto, cara Maria, molti credono di essere immortali, ecco perché si riempiono le tasche a discapito di chi suda sangue onesto. Grazie mille per il giudizio lusinghiero, molto lusinghiero.

      ricambio con affetto.
      annamaria

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  3. Ciao annamaria!
    il coraggio di vivere nonostante la vita ci sbatta in faccia i suoi dolori,li "accettiamo" con dignità'..quella che ci permette di proseguire…
    Bellissimo racconto,come sempre i tuoi post toccano l'anima
    Un abbraccio

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    1. Cara Claudia grazie per le belle parole nei miei confronti, troppo buona.
      La vita è un dono da preservare sempre e va vissuta con grande impegno e se c'è la salute quella forza l'attingiamo dal benessere fisico.

      Buon weekend
      un super abbraccio
      annamaria

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  4. Profonda e coinvolgente, amica mia.
    (E ancora congratulazioni per la nascita del nipotino)
    Baci.
    grazia
    http://giornalistacuriosa.wordpress.com

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    1. Cara Grazia il tuo apprezzamento è per me molto lusinghiero.
      Grazie per gli auguri che gradisco tantissimo, il piccolo Claudio ha già recuperato il calo fisiologico, è bellissimo.
      ti lascio un affettuoso abbraccio
      annamaria

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  5. O cara moglie, stasera ti prego,
    di' a mio figlio che vada a dormire,
    perchè le cose che io ho da dire
    non sono cose che deve sentir.

    Proprio stamane là sul lavoro,
    con il sorriso del caposezione,
    mi è arrivata la liquidazion,
    m'han licenziato senza pietà.



    Corsi e ricorsi storici, carissima Anna Maria. Questa è una canzone del 1965, quando veramente si poteva venir licenziati per uno sciopero.



    Magari non nell'Emilia rossa, dove spessissimo padrone e operaio votavano per lo stesso partito, non si sentivano avversari e riuscivano a dialogare, e gli amministratori comunali appartenenti al partito per il quale entrambi votavano erano abbastanza intelligenti da lottare non per una fantomatica dittatura del proletariato ma per garantire ai lavoratori il famoso "passerotto in mano piuttosto che il tacchino in cima al tetto" (come Pierluigi Bersani a quasi mezzo secolo di distanza ricorda molto bene) e agli imprenditori la sicurezza che non c'erano prevenzioni nei loro confronti nel momento in cui venivano assicurate ai dipendenti condizioni di lavoro adeguate e decorose. Perfino un anticomunista viscerale come il bassaiolo parmense Guareschi respirava questa atmosfera e la trasponeva nell'epopea di Don Camillo e Peppone.



    Ma magari nella Milano di Ivan della Mea, autore della canzone in questione, c'era un po' meno concordia sociale, padrone e operaio non andavano alle feste di partito insieme e si guardavano reciprocamente in cagnesco. Come direbbe De Andrè, spesso le contromisure degli operai si limitavano all'invettiva, o senza inopportune ironie alla speranza di cambiamenti in prospettiva, mentre il padronato aveva una discreta libertà di licenziare gli "agitatori".



    Oggi la penosa impressione è che i sindacati, temutissimi negli anni '70 e '80 e poi in progressivo declino, contino come il due di picche, anch'essi limitandosi spesso all'invettiva o, peggio, lasciandosi spaccare e dividere (la CGIL a brontolare, CISL e UIL a inseguire accordi minimalistici in regime di assoluta e ridondante realpolitik). Spiace che Grillo, fra le numerose bestialità che ha purtroppo mescolato a tante altre cose giuste e sacrosante, abbia anche detto che abolirebbe i sindacati.



    Ma anche se i sindacati fossero fortissimi (e per l'appunto non lo sono) nulla potrebbero contro un trend ormai inveterato (e speriamo non irreversibile, anche se l'uscita dal tunnel appare lontana) per cui quelli che fino a pochissimi anni fa sembravano diritti acquisiti (casa, lavoro, sanità, istruzione, ammortizzatori sociali, parziale compensazione delle sperequazioni socioeconomiche più vistose) stanno diventando vieppiù semplici "eventualità" da conquistare e difendere faticosamente.



    È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
    economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”. Lo dice la Costituzione. Non un padre di famiglia licenziato.


    Come vorremmo tutti che il tuo racconto fosse una novella fantasy, mentre è di fatto un vero e proprio pezzo di vita reale.

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    1. Caro Luca, questa è la nostra realtà, per cui per non morire è meglio pensare alla salute quando ci rimane: con essa si può ricominciare.

      Hai espresso idee giuste, come sempre, idee approfondite che non solo arricchiscono il mio post, ma meriterebbero una pubblicazione.

      Il clima politico è quello che conosciamo, io non mi fido più di nessuno e allora cosa ci vorrebbe? Forse un rivoluzionario che cambi il sistema corrotto che ci ha portato allo sfascio? Grillo è un comico, un comico che non ha timore di dire le cose come stanno, la sua politica sarà la nostra salvezza? Non lo sappiamo bene, ma il solo fatto che il Grillo sta urlando anche la nostra rabbia, vedi le piazze come son gremite, mi fa pensare che il Movimento Cinque Stelle prenderà molti consensi.

      Grazie, ti auguro una buona serata.
      saluti affettuosi
      annamaria

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  6. C'è una triste frase che tutti dicono sempre: c'è sempre il peggio.
    Ma non è consolatoria. Queste storie sono prese dalla realtà più cruda: la malattia,la morte, la perdita del lavoro. Su questa terra è così, ma noi uomini siamo colpevoli perché molti mali li andiamo a cercare per appagare avidità e voglia di comando.

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    1. Condivido il tuo perfetto pensiero, cara Mimma, e tutto si ritorce contro noi stessi.
      Grazie, ti lascio un abbraccio.
      annamaria

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  7. Un passaggio d'affetto per augurarti la buonanotte e ringraziarti dei tuoi generosi commenti.
    grazia*(purtroppo, sempre anonima . . .)

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  8. E' tardi e non ho sonno, anche se domattina mi devo alzare presto. Ho girato e rigirato e sono capitata qui. Sono contenta perchè la vita è un cammino verso il nostro Destino. Dobbiamo imparare ad affidarci a Colui che ci ama. Buonanotte

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