lunedì 10 settembre 2012

La vita continua

                 


   Non si penserebbe mai di dover andare incontro a emozioni tanto diverse, non si penserebbe mai di dover conoscere momenti del tutto inaspettati che potrebbero coglierci impreparati, facendoci crollare il mondo addosso. 
   Diamo tutto per scontato, come se la vita dovesse scorrere nello stesso letto placido, irrorato da una sorgente d'acqua fresca; invece tutto accade o potrebbe accadere e quella vita che ci sembrava smorta, proprio perchè scontata, vorremmo riaverla con tutti i suoi colori spenti che ora sarebbero vivi. 
   Dove mi porta questo elucubrare, dove? Siamo lì e viviamo di progettualità, ci pesano, chissà? Ci muoviamo, siamo reattivi per quanto lo desideriamo, vorremmo alleggerirci di quelle progettualità che incombono e ci diciamo che ci piacerebbe fare altro: sempre la stessa musica. Poi... giunge una notizia inaspettata, mai avremmo pensato, mai avremmo voluto pensarla e perché avremmo dovuto? E a quel punto il mondo che ci appariva ingombrante, perché vedi caso ci tocca sempre farcene carico, diviene un macigno che opprime il cuore e quel cuore fa fatica a pompare sangue, quasi vorrebbe smettere di farlo.
   Ci guardiamo intorno e ci chiediamo dove sia la giustizia soprannaturale, perché tocca sempre ai giusti, ai mansueti, ai timorati di Dio, scomparire assurdamente e atrocemente dalla scena della vita, perché? Perché le carogne umane sopravvivono? Poi... si fa strada una voce, una flebile voce che ci ricorda che anche chi avrebbe potuto scegliere ebbe, invece, un epilogo drammatico e crudele. Secondo queste conoscenze il passaggio doloroso è riservato ai migliori, come una sorta di privilegio per conquistarsi un posto speciale per sempre. Difficile da comprendere, molto difficile. Chi vive intorno e soffre non ce la fa, non ce la fa ad assistere impotente e le domande si accaniscono e sfibrano fino all'inverosimile: la rassegnazione dilania il cuore.
    Forse un giorno avremo le risposte, per ora ci tocca ogni volta rialzarci e proseguire il cammino: chi nasce e chi c'è, ripone le speranze in noi che per quanto provati non possiamo ignorare quella vita che continua!

9 commenti:

  1. Cara Annamaria,i tuoi versi introspettivi,raccolgono i vari passaggi del nostro vivere... la vita ci regala tanti emozioni,belle e brutte, ma noi rusciamo sempre a proseguire il nostro cammino,senzamai abbandonarei nostri sogni,desideri ,progetti.
    Piacere, di leggerti.
    Dora

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    1. Proprio così, Dora, proseguiamo il cammino e cogliamo quelle gioie appieno, dopo aver sofferto: molte piccole felicità non le consideriamo quando le viviamo.
      Anche per me è stato un piacere leggerti.
      Ti ringrazio, a presto.
      annamaria

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  2. Già, è proprio la frase che ripetiamo sempre ad ogni lutto che ci sorprende, ci turba, ci trafigge: Coraggio, la vita continua.
    Sembra ben poco, e tuttavia è la frase più vera e più consolatoria, sempre che l'altro abbia la forza di ascoltarti. Diglielo a una madre e a un padre che hanno adesso seppellito il figlio.

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    1. Una madre, cara Mimma, difficile confortare il cuore di una madre. Alcune ce l'hanno fatta dopo un po' di tempo, hanno trovato la consolazione pensando che il loro caro è in una dimensione speciale. Ho conosciuto una signora che ha stabilito un contatto con sua figlia la quale le dice che è molto felice e non comprende il rammarico e la sofferenza di chi resta. E' un discorso difficile, ma aiuta moltissimo.
      Buona giornata
      annamaria

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  3. veniamo al mondo senza chiederlo e ce ne andiamo senza volerlo, tra l'altro in questo passaggio non ci viene garantita d'ufficio alcuna felicità. Sarà terapeutico per alcuni ma a me non convince affatto il concetto di morte come premio. Forse sarebbe il caso di rivedere alcune considerazioni religiose, se ci insegnassero fin da piccoli, molti popoli lo fanno, ad accettare la morte come ovvia, dovuta conseguenza della vita... leniremmo il dolore.

    TADS

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    1. Credo sarebbe ugualmente difficile da accettare, credo che quando abbiamo un cervello normale il nostro unico desiderio sia quello di prolungare l'esistenza il più possibile. La morte esiste proprio perché non vorremmo mai distaccarci dalla terra, anche soffrendo temiamo il nulla della morte. Per cui pensare al passaggio come il trasferimento in un luogo eterno, è bello e consolatorio. Solo la fede può donarci risposte medicamentose.
      Buona giornata.
      annamaria

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  4. E' vero, purtroppo è un passaggio attraverso cui molti passano. In realtà io non penso più a giustizia e ingiustizia, ma certamente lo devo aver pensato in passato.
    Le disgrazie colpiscono indifferentemente chiunque, buoni e cattivi, giovani e vecchi, forti e deboli. Dunque non credo nemmeno che sia un evento meritorio, purtroppo. Almeno sarebbe una consolazione.
    Vedi, basta che ci vediamo attorno e che... ricordiamo. Quante persone, nostre coetanee o più giovani non ci sono già più, se ne sono già andate? Tante, troppe. Ma noi ci ricordiamo dei presenti o, al massimo, dei nostri cari che non ci sono più. Dire "perché proprio a me?" o "perché proprio a lui?", significa non vedere la realtà. Anche se è umano.
    Purtroppo non riesco a non percepire la caducità, l'impermanenza. E' sempre presente nei miei pensieri.
    Paradossalmente è proprio il sapere che non c'è scampo, che non c'è via di fuga, che dovrebbe darci la pace. Tutti torneremo da dove siamo venuti, qualunque sia quello stato o quel luogo. E' solo questione di tempo.

    www.wolfghost.com

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    1. Dici bene, caro amico, tutti torneremo da dove siamo venuti, chi prima chi dopo; l'unico neo è vivere senza quelle persone che abbiamo amato: fa troppo male al cuore, specialmente quando quelle persone care avrebbero potuto ancora esserci per via della giovane età.
      Grazie per l'approfondito commento.
      a presto
      annamaria

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    2. Dobbiamo comprendere che questa e' la vita. Che la morte e' sempre presente ed ogni eta' non puo' essere data per scontata. Dovremmo pensare che perfino vivere a lungo o meno e'... ininfluente: quando ce ne andremo tutto sparira', cosa cambia in fondo avero vissuto 10 anni oppure 80? Niente di cio' che abbiamo vissuto - o non vissuto - restera'. Non dovremmo nemmeno rattristarci per le persone che non ci sono piu', poiche' cosi' e', e' inutile disperarsi. Purtroppo ci riesce difficile accettare questo realismo che, infatti, ci sembra cinismo dei piu' biechi e peggiori. A me per primo. Eppure questa e' la vita, sfido chiunque a dimostrare che cosi' non e'.

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