martedì 17 aprile 2012

Neologismi

          

   Su di una pagina di facebook, mi è stato chiesto di leggerla: non sono ancora iscritta, si esprime un sincero disappunto sulla parola "esodato", un neologismo di recente coniazione. Per cercare di comprenderla basta fare delle ricerche su google e si apprende che: "Esodato è il lavoratore senza lavoro e senza pensione con età compresa tra 50 e 65 anni che si trova nella condizione di aver lasciato il posto di lavoro per ristrutturazione aziendale, per accordo sindacale o per dimissioni volontarie incentivate dal datore di lavoro."
   I nuovi termini nascono all'improvviso, la nostra lingua italiana è ricca di vocaboli esplicativi ed appropriati per ogni situazione; ma chissà perché vi è questa tendenza dell'improvvisazione lessicale, per i poeti dicasi "licenza poetica". Si accende la televisione, si legge un quotidiano e si è messi di fronte a strani lemmi che fino al giorno prima non si erano ascoltati e allora di corsa nella ricerca, nella consultazione del vocabolario. Inizialmente si pensa che sia un refuso, oppure che ci sia stata una mancata attenzione d'ascolto che abbia portato a ricordare una parola diversa da quella ascoltata, ma poi la tale parola ritorna e si fa più insistente e ripetitiva. Continuano le ricerche e durante le trasmissioni televisive giungono le domande inerenti al nuovo lemma, loro i coniatori di parole danno una spiegazione, ammiccano sornioni, come a voler dire: "Non avete compreso poverini, non preoccupatevi, ci siamo noi cultori delle nuove parole!" 
   Alcuni neologismi nascono perché nascondono degli inganni, allora si prende un sostantivo e lo si trasforma in participio di un verbo infinito inesistente. Esodato viene da esodo che non possiede il suo corrispettivo verbale, ma forse pensando all'esodo in massa degli Ebrei dall'antico Egitto verso la terra promessa, si è voluto paragonare la sventura di povera gente costretta a sospendere il rapporto di lavoro con l'aspettativa di una pensione, ma con la nuova legge che ha fatto slittare gli anni pensionistici i tal "esodati" sono senza lavoro e senza pensione. Ma tu guarda cosa fa un termine, come riesce a cambiare le carte in tavola! 
   Tornando all'improvvisazione lessicale, è vero che la lingua è in evoluzione, ma che sia un progresso culturale e non una decrescita!
      
  

26 commenti:

  1. Come condivido, mia cara amica!
    Alcuni, poi, si trasmettono per pigrizia: tangentopoli, ad esempio, poteva avere un senso; ma "calciopoli"???
    Senza parlare dell'abusatissimo "stangata": viene usato per ogni minimo aumento di gas, elettricità, telefonia, tasse - e qui è vero! -, etc. etc.
    Un bacione, cara Annamaria*

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    1. Buongiorno, cara Ale, hai ragione: sono tanti i termini abusati e la nostra lingua si arricchisce di vocaboli stupidi.

      Grazie, ti auguro una buona giornata.
      un caro abbraccio
      annamaria

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  2. Annamaria cara, neanch'io faccio parte di F.B. e per mancanza di tempo, e per libera scelta. Riguardo ai neologismi che spuntano come funghi un pò dappertutto, sono anch'io molto perplessa. Non che disdegni la capacità creativa degli italiani, per carità. Forse l'unica cosa di cui non difettiamo è proprio questa, nel bene e nel male. Come tu dici, abbiamo bisogno di comprendere tutto ciò che ci viene propinato, e se non abbiamo una ricchezza lessicale che ci consente di farlo, abbiamo a disposizione, grazie a Dio, dizionari di ogni tipo, persino online. Però abbiamo il diritto di poterlo consultare. Se ciascuno di noi coniasse un neologismo ogni volta che gli viene in mente di farlo, altro che torre di Babele!!!
    Faccio eccezione per le licenze poetiche naturalmente, ma qui entriamo in un altro discorso che non è il caso di affrontare. E poi, diciamolo, abbiamo a disposizione tanti di quei vocaboli, che non si ravvisa certamente la necessità di aggiungerne altri.
    Ancor peggio, mia cara, gli innumerevoli refusi che si trovano ormai persino nelle riviste e nei quotidiani più quotati. Insomma, teniamoci da conto la nostra bella lingua neolatina, non sconvolgiamo anche quella, visto che di scolgimenti ne abbiamo fin troppi in questo momento. Grazie per le preziose informazioni che ci fornisci, amica cara. Un forte forte abbraccio, tanto affetto

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    1. Buongiorno, cara Rossella, mi spiace che tu ieri sera abbia avuto delle difficoltà (ho letto la tua mail). I neologismi di recente coniazione non risultano sul vocabolario, devono prima attendere la verifica, il tempo di divulgazione e poi essere accettati da coloro che fanno parte dell'Accademia della Lingua Italiana. Nel frattempo cerchiamo su google, ma un vocabolo deve avere una sua radice, non si può trasformare un sostantivo in participio di un verbo inesistente. In riguardo ai refusi, lasciamo perdere ormai ve ne sono a bizzeffe.
      Grazie a te cara per la costante presenza e per l'affetto che mi dimostri.
      con affetto
      annamaria

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  3. credo che anche la lingua sia in continuo mutamento, come ogni cosa.
    immersi nel Tao, niente e nessuno è mai più simile a un attimo prima.
    rapportato a un idioma, ci vuole più tempo per poter osservare il cambiamento, ma forse, Annamaria, oggi che tutto si muove in maniera frenetica, anche il linguaggio muta con la stessa rapidità.
    bello e interessante articolo.
    un abbraccio
    cri

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    1. Buongiorno, cara Cristina, condivido il tuo pensiero: tutto è in mutamento e la lingua cavalca la stessa onda. Ma vi sono vocaboli che vengono coniati all'esigenza e quando non si riesce a dare una spiegazione, si cerca una parola che rappresenti il senso, poco importa se si trasforma un sostantivo in un participio passato.
      Grazie per l'apprezzamento, ti auguro una bella giornata.
      con affetto
      annamaria

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  4. Sicuramente avrai letto, o quanto meno sentito parlare, di "1984" di George Orwell. Alcune sue predizioni si stanno avverando con una trentina d'anni di ritardo, anche se il buon George mai avrebbe immaginato che il Grande Fratello sarebbe diventato uno stucchevole ridondante reality-show.

    Una in particolare è quella della "neolingua", così definita da Wikipedia:

    "Fine specifico della neolingua non è solo quello di fornire, a beneficio degli adepti del partito unico, un mezzo espressivo che sostituisse la vecchia visione del mondo e le vecchie abitudini mentali, ma di rendere impossibile ogni altra forma di pensiero. Una volta che la neolingua fosse stata radicata nella popolazione e la vecchia lingua (archelingua) completamente dimenticata, ogni pensiero eretico (cioè contrario ai princìpi del partito) sarebbe divenuto letteralmente impossibile, almeno per quanto attiene a quelle forme speculative che derivano dalle parole.".

    L'italiano del Terzo Millennio è una lingua che si va progressivamente imbarbarendo. Il tentativo di far risciacquare a tutti gli Italiani i panni in Arno è clamorosamente fallito. E questo nonostante una tradizione letteraria vecchia di 8 secoli. Attaccata dall'esterno da smodati anglicismi e da altrettanto smodati dialettismi (soprattutto romaneschi)la nostra lingua bella e musicale spesso sembra un sacco vuoto stanco e senza vita.

    E spesso serve più per buttare fumo negli occhi a chi legge/ascolta che a veicolare significati coerenti e leali.

    Che dietro la parola "esodati" ci sia un (parzialmente inconscio ma non troppo) tentativo di smussare la crudezza del concetto dandogli una valenza biblica, come ad implicare "Il Signore provvederà ad incanalare questi tapini verso una Terra Promessa sulla quale non è d'uopo fare ulteriori domande"?

    Ipotesi suggestiva e anche urgente...

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    1. Bene Luca, vedo che sei sulla mia stessa lunghezza d'onda. Il messaggio che si riceve dai reality è volgare sotto tutti gli aspetti, la lingua è bistrattata, c'è la moda del dialetto a tutto tondo, non che abbia qualcosa contro il vernacolo, ma farne un punto di forza, secondo me allontana dalla nostra bella lingua che fu unificata affinché ci comprendessimo. Su esodati siamo anche d'accordo, direi che l'hanno pensata bene.
      Grazie per l'approfondimento, a presto.
      annamaria

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  5. Qualcuno diceva che per metterlo in quel posto al popolo è necessario che gli si parli in maniera difficile, affinché creda (si illuda) di non essere all'altezza di chi comanda. Oggi questo è ancora più vero: i neologismi nascono ogni giorno. Non ce n'è quasi mai una effettiva necessità, ma i neologismi vengono coniati per andare incontro al burocratese. E che dire delle tante formule in lingua inglese portate di forza nella lingua italiana? E' in atto un vero e proprio imbastardimento della lingua italiana; questo accade soprattutto in frangenti storici difficili e oscuri, e il nostro momento storico è tutt'altro che limpido: siamo in un pieno medioevo tecnologico.

    Luca ha detto molto bene, per cui evito di ripetere le sue parole e quoto in toto il suo bel commento.

    Dobbiamo stare attenti al politichese, molto attenti. E non solo per una questione lessicale.

    Un caro saluto,

    beppe

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    1. Le formule in inglese sono quelle che più mi irritano, negli altri Stati non inseriscono un termine in italiano come neologismo; i francesi sono molto nazionalisti e nella loro lingua non vi sono vocaboli stranieri per evidenziare il tal significato o per spiegarlo. La lingua italiana è divenuta un ibrido poco chiaro e con la politica di mezzo la confusione aumenta.
      Grazie, ti auguro una buona giornata.
      ricambio in affettuosità
      annamaria

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  6. E' l'andare avanti che ti porta inevitabilmente ad aggiornare il vocabolario. Solo vent'anni fa non esisteva neanche linciato, download, iPod e via dicendo. Un aggiornamento diverso da neologismi più offensivi, che entrano nel vocabolario solo perché diventati di uso comune...

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    1. Certamente quando la tal parola è assimilata entra a far parte del vocabolario. Ma con esodato mi sembra che si voglia prendere in giro il povero lavoratore ancora una volta vittima del sistema.
      Buon tutto, Stefano.
      Grazie, un saluto mattutino.
      annamaria

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  7. ...e per raggiungere la TERRA PROMESSA, ci vorranno di nuovo i 40anni biblici!?!!
    Rilanciare " l'italiano" nel mondo che cambia è una impresa tecnica!
    Un abbraccio carissima Annamaria, a presto ciao*

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    1. Auguriamoci di no, cara Luisa, anche se la situazione è davvero critica. L'italiano si può rilanciare in altro modo, non c'è bisogno di trasformare sostantivi in participi passati o inserire termini in inglese, che dire poi dei vocaboli politici che spuntano come funghi.

      Ti auguro una buona giornata, cara Luisa.

      ricambio con affetto.
      annamaria

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  8. Molto intelligente questo tuo post, mia preziosa amica.
    Un affettuoso abbraccio da Grazia.
    (se ti iscriverai a facebook, fatti viva anche in quella pagina con me)
    g*

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    1. Grazie mille, per l'apprezzamento lusinghiero e per l'amicizia che è altrettanto preziosa per me, cara Grazia.
      Forse ci penserò, mi riferisco a facebook, e senz'altro ti verrò a cercare.

      ricambio con tanto affetto,
      augurandoti una bella giornata.
      annamaria*

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  9. Cara Annamaria, molto interessante l'argomento che sollevi e anche i commenti. Dato che il tema è stato affrontato da tutti i punti di vista ne approfitto per sottolineare un'altra discutibile abitudine italiana, ovvero quella di cambiare spessissimo i nomi a enti, istituzioni, partiti, categorie lavorative... il tutto credo per distogliere l'attenzione del cittadino in modo da poter continuare a derubarlo impunemente e mentre tutto rimane uguale (a parte nomi e neologismi) si vuol dare invece l'impressione che le cose siano in continuo cambiamento...
    un abbraccio

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    1. Ti ringrazio, cara Maria, è sempre un piacere ritrovarti, per il giudizio positivo al mio post.
      Hai ragione cambiano i nomi secondo l'umore e l'interesse del momento: chi manovra il tutto ha in mano i fili di questa società.
      Buon proseguimento di giornata
      affettuosità
      annamaria

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  10. Cara Annamaria,
    ci adattiamo alle nuove parole, quel che non si adatta sono le persone esodate povere, affrante,umiliate,fregate ed incustodite e sicuramente un pò incattivite per questo terribile cambiamento.
    Spero che il governo dei tecnici cada al più presto perché fa male sentirsi impoveriti mentre loro i governanti vivono da nababbi dietro le persone oneste.
    Buon WeeKend
    1 abbraccio fortissimo ♥ vany

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    1. Cara Vany, la situazione peggiora non solo da noi ed io mi domando quale sia il giusto governo. Se ci fosse stata onestà molto, molto prima, non saremmo in queste condizioni: loro vivono da nababbi, hai ragione, loro non rinunciano a nulla.
      Buon inizio settimana
      un bacione
      annamaria

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  11. Ciao...grazie per la visita e il commento nel mio blog...
    ho sentito ormai questa parola usata spesso, sai che non l'avevo ancora collegata alla parola esodo?
    è stata come una rivelazione direi, un esodo di persone che non sappiamo bene dove collocare...
    Buon fine settimana
    un abbraccio
    lella

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    1. Una rivelazione, dici bene cara nuova amica e le povere persone che vanno in cerca del denaro promesso, sperano solo di avere un sostentamento per le loro famiglie, oltre che per se stessi.
      Buon inizio settimana, a questo punto.
      un affettuoso saluto
      annamaria

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  12. Carissima Annamaria ,un esecutivo tecnico inconciliabile con la democrazia....
    Il tuo post invece è davvero interessante e acuto!
    Ti auguro una splendida giornata. Mary

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    1. Grazie mille, cara Mary, troppo buona.
      Ricambio augurandoti un buon inizio settimanale.
      annamaria

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  13. Chiara, precisa e compendiosa, ultimamente resto impressionata dalla velocità convulsa con cui veniamo informati durante i telegiornali e le rassegne stampa varie, talora ho l'impressione che vogliano cancellare quello che dicono nel momento in cui lo dicono, già sopraffatto dal prossimo, catastrofico concetto.

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    1. Giusta considerazione, cara Mimma, come sempre attenta e preziosa.
      Grazie per l'apprezzamento.
      buon fine settimana
      un bacio
      annamaria

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