sabato 10 marzo 2012

Rimpianto


                                                              

   L’orizzonte aveva colori pervinca, le ricordava il prato di mammole che amava cogliere durante le sue passeggiate nei boschi, ne percepiva ancora il soave profumo tipico degli spazi aperti. Sospirò appoggiata alla balaustra del balcone e abbassò lo sguardo… rattristata: il cielo non le riportava la sua amata terra.
   “Devo andar via da questo posto ammuffito, non ce la faccio più, siamo indietro di cinquant’anni! Non c’è neanche lavoro ed io che ho studiato tanto!” sbottò Carmela alla richiesta di sua madre.
   “Carmelina che dici?” rispose accomodante la donna “Figlia mia, vedrai che ti arriverà la comunicazione che stai aspettando. Intanto potresti andare a dar lezione a Sante, quel ragazzino non può venire da noi.”
   L’insofferenza cresceva, doveva lasciare il paese che le dava solo profumi di fiori e familiarità, lei non voleva finire come sua madre devota sposa alle prese con la famiglia, i conti alla fine del mese e un tiepido rapporto fatto di rinunce e sopportazioni.
   Non aveva studiato per niente e la laurea in lettere voleva sfruttarla diversamente, non soltanto dando lezioni a domicilio a quattro mocciosi, per poi sposarsi con un paesano zoticone.
  Fece armi e bagagli e con i soldi accumulati partì, promettendo a sua madre di non farle mancare mai notizie e di tornare appena le fosse giunta la comunicazione d’insegnamento nella sua regione.
   Si guardò intorno e vide una casa modesta, se ripensava alla sua giù al paese, questa le sembrava meno funzionale e più misera. Era giunta in quel luogo euforica e pregna di speranze, sentiva che si sarebbe realizzata e che avrebbe trovato l’uomo dei suoi sogni. Ottenne l’insegnamento, ma la scuola era distante e disagevole, ore di pullman per stradine di montagna, per giungere a un istituto ubicato in un vecchio stabile freddo e trascurato, pareti scrostate e sporche, aule deprimenti e bagni del dopoguerra. Gli alunni ribelli erano poco inclini allo studio e ai sani valori, avevano alle spalle famiglie zotiche e irriverenti. Con forza e determinazione riuscì a imporsi, anche se per tutti loro era sempre la prof dell’estremo sud con mentalità diversa da loro, gente del continente.
   La madre di Carmela era a conoscenza che sua figlia era stimata e realizzata come insegnante di lettere e che presto sarebbe discesa al paese per farle conoscere il suo futuro genero, il preside della scuola: questo lei sapeva.
   L’amore fa brutti scherzi e Carmela aveva da un pezzo messo da parte le sue idee belligeranti, era divenuta vittima di un buzzurro ammaliatore che nonostante la mancanza di raffinatezza e cultura la seduceva in altro modo: quando lui la sfiorava lei non comprendeva più nulla, come faceva sesso lui nessun’altro e come spillava quattrini… Era riuscito a farsi accreditare sul suo conto lo stipendio della donna e le imponeva quel domicilio disagiato, tutto in nome del sacrificio per un’eventuale casa di proprietà; ignorante e rozzo, ma tanto sagace.
   “Sono contenta per te figlia mia.” le diceva la madre al telefono “Anche se avrei voluto che fossi qui. Peccato, si è aperta una scuola privata e la direttrice mi ha chiesto di te!”
   Era da un po’ che Remo tornava sullo stesso argomento mentre facevano l’amore: chiedeva a Carmela di accendere la telecamera; l’aveva comprata a una svendita dicendole che avrebbe filmato i momenti più belli. La donna si rifiutava, non le sarebbe piaciuto rivedersi: l’imbarazzo e la morale non gliel’avrebbero permesso.
   “Posso almeno farti una foto… dopo.” disse una sera “Sei così bella che ti vorrei ricordare, così!”
  Carmela cominciava a stancarsi, quelle richieste le pesavano e si era pentita di essersi fatta fotografare nuda, non comprendeva e non le piaceva.
   “Stasera viene un amico mio a cena!” annunciò Remo con la faccia di pesce lesso. “Sei stata femmina, ieri sera! Sempre più brava, la mia donna!”
   Che orrore, Remo l’aveva lasciata sola con l’amico che le aveva messo subito le mani addosso, stringendola con furia.
   “Ti ho vista!” esclamò con sguardo lascivo “Fai la femmina, anche con me! Ti pagherò bene, dolcezza!”
   Erano vicino al tavolo apparecchiato, lei prese la bottiglia di novello e rapidamente gliela fracassò sulla testa, poi corse via.
   Ora era lì… prima d’andar via per sempre. Aveva sporto denuncia e aveva bloccato il conto in banca. Le era andata male, pensò, ma si era salvata in tempo. Avrebbe cercato un’altra sistemazione, ma poi che sarebbe stato se lui fosse tornato a cercarla e per di più faceva l’insegnante in una scuola che non la gratificava. Doveva tornare a casa, questa era l’unica soluzione.
   Ripensò alle parole della madre, quanto le mancava! Le mancava anche la sua terra profumata di sole e genuinità. Al diavolo le sue idee di cambiamenti, non aveva da spartire nulla con quella zona e con i suoi abitanti. Poco dopo era in stazione con il cuore gonfio d’amarezza, ma di speranza!










26 commenti:

  1. Nella vita di tutti ci sono state e ci saranno delusioni d'amore e non. Dobbiamo sempre trovare dentro noi la forza per reagire, combattere e andare avanti.. Ci saranno pianti, interminabili telefonata alle amiche alla mamma e a chi ti vuole bene..... poi un giorno capisci che quel brutto episodio fa parte del tuo passato. Capisci che meriti e vuoi il meglio. A volte può sembrare impossibile! E così
    piano piano, giorno dopo giorno..
    un pochino alla volta... torna la fiducia e la voglia di vivere.
    Bellissimo racconto, come sempre Brava la Mia Annamaria.
    Bacetto ♥ vany

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    1. Le delusioni le provano un po' tutti, è vero cara Vany, l'importante è non rovinarsi la vita a causa di esperienze sbagliate. Per fortuna la lei del racconto fa in tempo a recuperare, anzi sarà proprio quella delusione a farle ritrovare la dignità persa.
      Grazie infinite per l'apprezzamento, ti auguro una bella serata.
      un bacione
      annamaria

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  2. Povera ragazza, partita dal paese per non subire la sorte di sua madre e chissà di quante altre donne, per finire dalla padella alla brace. Magari se fosse rimasta nel luogo natìo avrebbe avuto migliore sorte. Bellissimo racconto, Annamaria carissima. Serva da monito a chi non si accontenta, a chi cerca sempre qualcosa in più rispetto a quel che ha. Non sempre l'epilogo è felice. Per fortuna ha realizzato che era meglio una vita tranquilla, senza colpi di scena. Complimentissimi, amica cara e un forte abbraccio

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    1. Sai, cara Rossella, ho cercato di dare voce a quelle ragazze che veramente subiscono una sorte del genere. Quando si è molto giovani ci si auspica un futuro diverso più roseo e capita di essere prese in giro dal primo arrivato: è proprio l'inesperienza che attrae i malintenzionati. Ma la protagonista della storia, come spero anche nella realtà, potrà recuperare se stessa tornando a quella casa che poi ha apprezzato.

      Grazie per i complimenti e per il giudizio lusinghiero, sei un tesoro.
      un grande abbraccio
      annamaria

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  3. Sei sempre brava...una bella storia...una donna che da succube reagisce e si salva...^^

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    1. Carissima Carla, che gioia ritrovarti, hai sintetizzato benissimo il contenuto. Grazie per l'elogio, ti auguro un buon proseguimento di serata.

      un bacio
      annamaria

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  4. E sicuramente l'esperienza negativa che ha vissuto, sarà un bel biglietto di trno per un viaggio di sola andata! Giusto seguire i sogni, ma sempre tenendosi ben saldi con i piedi per terra!

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    1. Le esperienze negative maturano e cambiano le persone, nello specifico la protagonista sarà portata ad apprezzare ciò che le apparteneva.
      Grazie, un caro saluto
      annamaria

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  5. Adesso leggo cara Annamaria.
    Ma che fine ha fatto il blog che ho linkato io?

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    1. Cara Ale, forse ti riferisci al blog Liberi pensieri senza la parte iniziale del mio nome, ma sai è successo che ne ho trovato in giro, su blogspot, uno simile ed allora ho pensato di aggiungerci il mio nome seguito dal trattino.

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  6. Sei sempre molto brava, amica mia! Hai uno stile scorrevole ed efficace, e sai "dipingere" assai bene le tue storie. Scelte sbagliate, in questo caso, ma riscatto finale!

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    1. Mi piace che tu mi dica che so dipingere le storie: è proprio ciò che cerco di fare, pennellate di emozioni e descrizioni della realtà. Anche tu mia cara, hai uno stile molto fluido che si legge piacevolmente. Le scelte sbagliate a volte riportano sulla retta via.
      Grazie infinite per il giudizio lusinghiero.
      un abbraccio
      annamaria

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  7. Invece io sono stata una professoressa fortunata, qui al sud: istituti puliti, bagni nuovi, gente civile dapertutto e riscaldamenti prontamente accesi a volontà. Certo i colleghi mi hanno corteggiata, eravamo giovani e vivi, organizzavamo feste e ballavamo. Ma io mi scandalizzavo perché raccontavano certe barzellettine...così a me le dicevano pulite. Ricordo un vestito rosso di chiffon della collega di latino e greco al mio primo anno d'insegnamento, una cara ragazza grassa, coi capelli sciolti. Certe volte mi chiedo cosa sia stato di tanti che conobbi, allievi, colleghi, presidi, bidelli. Quanta vita, ormai, dietro di me.

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    1. Cara Mimma, grazie per questo tuo spaccato di vita professionale. Che bei ricordi e che bei momenti, certamente carina com'eri non potevano stare a guardare, il corteggiamento è appagante riceverlo. Quelle persone che non incontri più potresti cercarle su facebook, io non sono iscritta, ma ci sono tanti che lo sono e hanno ritrovato vecchi amici: il web fa miracoli. E poi sarebbe un modo per rievocare i bei momenti.
      Grazie carissima, un bacio.
      annamaria

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  8. Sempre didascalici i tuoi racconti nelle linee di fondo ...Buona giornata ,cara Annamaria .Ti auguro il sole che oggi, qui, splende magnificamente! Mary

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    1. Una morale, una raccomandazione a riflettere su quello che si possiede e non si apprezza, è vero molto spesso il mio scritto mira proprio a questo, spero nel mio piccolo di essere nel giusto.
      Grazie, cara Mary, per il tuo pensiero. Anche da me splende il sole, è ancora un po' freddino, ma promette bene.
      un bacio
      annamaria

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  9. sei bravissima
    mi piacerebbe leggere i tuoi libri

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    1. Ti ringrazio nuovo amico per il giudizio lusinghiero. Per quanto riguarda i miei libri, ho scritto tre romanzi ma solo uno al momento è stato pubblicato, s'intitola "Ali tarpate" ed è vendibile su ibs.it libri. La mia soddisfazione è per ora il web. Spero comunque che qualche editore sia interessato ai miei scritti inediti.
      Grazie per il passaggio
      un saluto
      annamaria

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    2. molto efficace questo ritratto di donna.
      onda

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    3. Grazie, cara onda.
      Ti auguro un buon weekend
      annamaria

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  10. bella narrazione, fluida nel dar risalto alla figura femminile.
    buona domenica
    un abbraccio
    cri

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    1. Grazie, cara Cristina! E' sempre una gioia trovarti da me, cara amica.
      Ricambio, augurandoti un buon inizio settimanale.
      con affetto
      annamaria

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  11. Una brutta esperienza finita bene, meno male, grazie al richiamo istintivo di "mamma"...
    Racconto attualissimo che vivono tante brave ragazze,e che per motivi di necessità, incappano in situazioni tragiche... almeno mi auguro che il tipo la paghi per bene questa violenza...
    Ciao Annamaria, è sempre un piacere leggerti, un abbraccio

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    1. Grazie mille, cara Luisa, e per me è un piacere ritrovarti.
      Sì, è un accadimento nel quale incappano alcune ragazze, si sa, il gusto del cambiamento, l'amore che si crede di provare, tutto fa parte del momento della crescita, fortunate quelle che riescono a venirne fuori, una famiglia presente aiuta molto spesso.
      Un bacio e buona giornata
      annamaria

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    2. Si resta consolati, con un buon sapore in bocca, leggendo le tue righe di aerea scrittura. Fai bene al cuore, Annamaria.
      Bacio.
      grazia

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    3. Che dirti, cara Grazia, se non grazie infinite: le tue belle parole sono accolte da me con grande gioia.
      un abbraccio affettuoso
      annamaria

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