venerdì 17 febbraio 2012

Una vita


  •                                                                            
  •      

  •    M’inerpico su di un viottolo buio e profumato di malva, sono affranta e desolata: la mia grassa vita non ha più senso. Dall’alto del dirupo osservo il panorama tenebroso, sono in simbiosi: mai atmosfera è stata più conforme ai miei pensieri. Ripenso alla vita che avevo, alla mia spensierata, appagante esistenza e vorrei tanto riappropriarmi di essa, di quando in carne ridevo come un’ossessa per un nonnulla incurante del mondo intero che coinvolgevo da buontempona. Edmondo, questo è il suo nome, mi ha distrutto, annientato e l’ha fatto con nonchalance in un pomeriggio di fine estate mi ha sussurrato: “Ci rivediamo con meno chili di lardo!”
  • Non gli avevo chiesto niente, per me era solo un amico con il quale scambiare ironiche battute e storielle divertenti: il mio baluardo era l’umorismo e mi bastava. Non che non cercassi l’amore, ma attendevo che mi palpitasse il cuore. Edmondo aveva supposto ben altro, nelle nostre goliardate c’era sano divertimento che lui aveva frainteso. Da quel giorno ho osservato il mio corpo con paranoica attenzione isolandomi dal mondo che guardavo in cagnesco; respingevo gli amici: m'infastidivano e pian piano si è fatto il vuoto intorno a me. Sono sprofondata nell’abisso della disperazione, rifugiandomi nel cibo, mai tanto mi ha appagato.
  •    “Sei una palla di lardo!” mi dicevo. “Questo è il mondo dell’apparire, non dell’essere, non dei valori veri. Le ragazze di copertina, le stupide oche vuote, queste sono i modelli che Edmondo e tanti come lui cercano.”
  •    Non ho dato spiegazioni a nessuno: non ho famiglia, sono orfana di entrambi i genitori e mai come in quel triste frangente ho sentito la mancanza delle mie radici. Mi sono rifugiata anche nell’alcol, ho voglia di farla finita. Una mattina lo sguardo è caduto su di un quotidiano locale, un titolo in grassetto “Voce amica” e un numero telefonico. Ho composto quel numero, volevo vomitare la mia rabbia a un interlocutore estraneo per sgonfiare la mia anima da tutto il rancore compresso e soffocato. Una voce di donna gentile e soffusa mi ha risposto, mi ha ascoltato, non mi ha interrotto quando ho incalzato con il mio veleno. Dov’erano la mia precedente dolcezza e buon umore? Lei non mi conosceva eppure ha compreso. Le conversazioni telefoniche si sono susseguite e lei pazientemente mi ha ascoltato, solo ascoltato, e alla fine ha aggiunto: “Chiamami ancora!”
  •    Una laconica frase, solo una stringata intimazione che mi lasciava senza parole, ma che m'irritava.
  •    Ora sono qui e ho deciso, mi lancio giù da questo precipizio, la faccio finita, anche la stupida voce non ho voglia di sentirla ancora, ho chiuso con il mondo intero, sono solo una palla vuota, anzi piena di “lardo”.
  • Odo uno squillo, che noia è il mio telefonino, sto per lanciarlo giù prima di me, ma poi mi dico: ‘Si concede un’ultima possibilità anche ad un condannato, rispondiamo a chiunque sia!’
  •    E’ lei la voce amica che mi mormora: “Ti aspetto, lo sai dove abito!”e riattacca.
  •    Figuriamoci proprio ora, non mi va, ma voglio esaudirla, voglio guardarla in faccia e voglio che mi veda. Sono giunta, attendo un po’, mi apre la porta un’anziana donna dal volto bonario e rassicurante.
  •    “Si accomodi, lei è Sonia; prego, mia figlia Chiara l’aspetta!”
  •    Entro in una camera ampia e profumata di fresco, una stanza asettica dove troneggia un letto ospedaliero con le sponde in metallo e una leva anteriore.
  •    Mi avvicino e la guardo, due occhi grandi e luminosi mi scrutano, mentre il volto bellissimo reclina il capo e la mano destra scosta a fatica una ciocca riccioluta di capelli color oro.
  •    “Sei Chiara?” le dico titubante e tutta la mia baldanza irosa è annullata, svanita.
  •    “Accomodati!” mi risponde a fatica con la stessa vocina flebile interrotta da un attacco respiratorio.
  •    Sono frastornata. Chi è costei? Perché è a letto e mi ha chiesto di venire da lei?
  •    “Sono affetta da “sclerosi laterale amiotrofica. Ho poco da vivere.”esordisce interpretando i miei pensieri.
  •     Sono sconvolta: un tornado si è abbattuto su di me, ho il cervello in fiamme. Provo vergogna per me stessa: sono solo una mentecatta che non si è mai guardata indietro. Sento gocciolare la mia adiposità assieme alla mia miseria.
  •    “Chiara, perdonami!”le dico avvilita.
  •    Sono trascorsi quattro anni e oggi ho accompagnato l’angelo amico nel suo ultimo viaggio. Volevo una famiglia e il destino me ne ha dato una. La sorella-amica, che da quel giorno non ho più abbandonato assistendola sino alla fine, mi ha lasciato la sua forza di volontà e la sua mamma. Per lei sono stata una dolce burlona che le ha strappato un sorriso anche nei momenti più intensi della sua sofferenza.   


27 commenti:

  1. La vita è anche questo. Saluti da Salvatore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Proprio così, caro amico.

      ricambio con un sorriso
      annamaria

      Elimina
  2. Annamaria carissima sono frastornata dalla bellezza di questo tuo scritto, nonché commossa dal finale. Già, quante volte dovremmo vergognarci per esserci troppo soffermati sulla nostra esteriorità! Ci si mettono anche i mass-media a mostrarci di continuo bellezze sconvolgenti, da togliere il respiro. Ma cosa ci sarà dentro quegli straordinari involucri? Ecco che il tuo bellissimo racconto ci fornisce la risposta. Ben altri sono i problemi di cui ci dovremmo preoccupare. Tra questi, la sofferenza altrui, quella vera, quella che incide sulla sopravvivenza.
    Complimentissimi amica cara, sereno fine settimana e un abbraccio di stima e affetto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come sempre mi stupisci e mi inorgoglisci: troppo buona, cara amica.
      In effetti, cara Rossella, quando io mi trovo dinanzi ad un problema cerco di risolverlo pensando che dietro di me c'è chi vive una situazione peggiore e magari non si lamenta e l'affronta con determinazione e forza. La bellezza esteriore per essere tale richiede anche quella interiore, in questa società ci si attacca solo all'esteriorità, ecco che sfociano le donne rifatte che poi per schiocchi cambiamenti ci rimettono la vita, ma la vita è fatta anche di bellezza interiore. Una persona che soffre nel suo letto porta a far riflettere su molte cose che abbiamo e non consideriamo.
      Grazie infinite per tutti gli elogi, ricambio con sincero affetto augurandoti anch'io un buon weekend.
      annamaria

      Elimina
  3. che bello quanto hai scritto, sembra di viverlo! sono sempre contenta quando leggo i tuoi commenti da me. Non perdiamoci di vista, ok? Buon fine settimana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, cara Stefania, per l'apprezzamento al mio scritto e grazie anche per il giudizio ai miei commenti.
      Sarà un piacere mantenere i contatti con te amica amante della lettura. I libri sono il cibo della mente.
      Buon fine settimana anche a te, di vero cuore.
      un bacione
      annamaria

      Elimina
  4. Saluti sentiti ricambiati, Salvatore.

    RispondiElimina
  5. Una storia di vita che apre un'orizzonte luminoso, offuscato dal dolore, in una splendida lezione di cuore...non ti nascondo la mia commozione leggendola, è stupendo il finale, la crescita dell'amore, con le cure scambievoli dell'anima...
    Grazie Annamaria per questo "volo",una perla davvero, una grande lezione, per guardare la vita con occhi nuovi.
    Un forte abbraccio, buona domenica!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Luisa, sono io a ringraziarti per le belle parole tanto lusinghiere.
      buona giornata
      affettuosità
      annamaria

      Elimina
  6. Problemi reali e non-problemi a confronto.
    Con la tua magia hai saputo accostare due aspetti contrastanti della vita. Chi è condannato e vorrebe vivere, chi può vivere essendo fautore del proprio destino ma vorrebbe farla finita per.... cosa? Amore? Delusione? Disamore? Sfiducia?
    O semplicemente Fragilita? Basta aver accanto qualcuno che ci faccia sentire importanti, utili, non importa in quale modo, e subito la nostra vita assume un senso.

    Mitica Annamaria.
    Un abbraccio
    Giu

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carissima Giusy, è sempre la fragilità che procura insoddisfazioni. La vita attuale propone modelli che innalzano le apparenze, solo chi ha la capacità di considerare i veri problemi riesce ad essere forte e a costruirsi una vita giusta.
      Grazie per i complimenti tanto gratificanti.
      Ti auguro un buon inizio settimana.
      con affetto
      annamaria

      Elimina
  7. Un problema che 'è' contro uno che 'appare'...è il sottile gioco di chi si ferma a guardare contro chi invece, vede, come dico sempre io.
    Ti consiglio un libro...'Sirena senza coda' di Giancarlo Trapanese! Ti piacerà di sicuro...leggi la trama su IBS...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per il consiglio letterario. La gioia sta nella serenità interiore che va al di là delle apparenze. Chi ha quella speciale personalità offusca le esteriorità vuote.
      Buona giornata, un caro saluto
      annamaria

      Elimina
  8. Qualcuno una volta mi disse che l'entità del problema è relativo alla capacità di sopportarlo.
    Ci sono persone che soccombono per problemi che ci sembrano irrilevanti paragonati, ad esempio, alla situazione di Chiara. Eppure Chiara ha saputo conviverci con dignità sino alla fine, mentre Sonia stava per rinunciare alla vita per un problema che al confronto sembrerebbe una inezia.

    Voglio dire che non c'è un dolore più intenso o giustificato dell'altro. Il dolore è relativo alla capacità che abbiamo di contenerlo.

    Un abbraccio
    Annarita

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo, cara Annarita, tutto sta nella forza interiore. Ognuno porta la sua croce, c'è chi la porta con forza e chi s'abbatte, qualunque sofferenza è sempre dolorosa per chi la vive.
      Grazie, ti auguro un buon inizio settimana.
      ricambio affettuosamente.
      annamaria

      Elimina
  9. Annamaria scusa se ti scrivo qui ma non conosco altro modo per raggiungerti Non riesco ad entrare nell'altro tuo blog per commentarti. Spero non c siano problemi tecnici. Comunque non desisto. Riproverò più tardi. Un bacio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per essere passata anche qui, sei una persona squisita sempre così attenta. I collegamenti sono strani, ho visto che ce l'hai fatta.
      ricambio con un abbraccio
      annamaria

      Elimina
  10. Questo racconto mi è tanto piaciuto, hai detto la verità coi fatti, senza lungaggini né sdolcinature superflue. Molto bene.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Buongiorno, cara Mimma, sapessi che gioia nel leggere il tuo apprezzamento, grazie mille!
      Felice fine settimana.
      un bacio
      annamaria

      Elimina
  11. come dice il proverbio: "bisogna sempre voltarsi indietro.."..
    Bel racconto, scritto con l'animo sensibile di che coglie tutti i risvolti delle traversie umane..
    Buonanotte mia cara Annamaria e buona domenica

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, cara Licia, per le belle parole e per il giudizio lusinghiero.
      Buon proseguimento domenicale.
      un bacio
      annamaria

      Elimina
  12. mi è piaciuto il modo in cui hai raccontato senza cadere nella facile retorica e nel pietismo.
    hai detto l'essenziale, ma sei riuscita a dar risalto anche al non detto.
    ciao
    buona giornata e un abbraccio
    cri

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, cara Cristina, il tuo giudizio mi gratifica e lo accolgo con infinito piacere.
      Ti auguro un buon inizio settimana.
      con affetto
      annamaria

      Elimina
  13. Mia nonna diceva "C'è sempre chi sta peggio" e non era certo per godere del male altrui.
    Serviva invece per apprezzare quello che abbiamo e chi siamo.
    Come sempre esponi con delicatezza e profondità i vari argomenti.
    Un abbraccio
    Tea

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Buongiorno, cara Tea, ti ringrazio per il lusinghiero apprezzamento e condivido il pensiero di tua nonna: l'ho riscontrato in molte occasioni.
      Buona giornata
      tante affettuosità
      annamaria

      Elimina
  14. Mi ero persa questo bellissimo racconto...

    Un racconto stupendo carissima Annamaria
    che mi ha profondamente commosso
    soprattutto il finale, e devo dire non ho potuto
    fare a meno di versare delle lacrime...

    Ripasso per leggere quello sopra, appena trovo
    un pò di tempo!
    Un grande abbraccio e dolcissima serata!
    Michelle

    RispondiElimina