Un'anima in pena, avrei potuto definirla così, e me la ritrovai davanti un giorno, con la stessa espressione mesta, uguale a come l'avevo lasciata.
"Giorgia, che piacere ritrovarti!"esclamò e un timido sorriso abbozzò la sua bocca ormai increspata da rughette; il tempo asciuga la freschezza e la bellezza che lei aveva avuto in abbondanza quasi non le apparteneva più. Ma Lucy non aveva occhi per sé: credo non si piacesse, direi non si amasse al punto da spegnere quella luce naturale.
Non avevo mai compreso da cosa nascesse cotanta insoddisfazione, eppure sembrava che il mondo le avesse regalato ogni cosa: oltre che bella e statuaria, era nata in un contesto familiare generoso sotto il profilo economico e affettivo. Io, invece, non possedevo le sue qualità estetiche, i miei genitori sgobbavano ai mercati generali e per far fronte all'assenza della mamma, avevo tirato su tre fratelli scatenati ma prodighi di sentimento che mi gratificava e mi ristorava dalle fatiche. Avevo un carattere gioviale, sempre pronto al sorriso e trascorrevo la giornata fra scuola e casa; solo la domenica potevo pensare a me stessa: era il giorno in cui mi riunivo con i miei amici che mi cercavano come colei che teneva su il morale della comitiva.
Lucy aveva sempre una faccetta triste, io l'avevo notata a scuola e avevo stretto con lei un'amicizia particolare, mi sentivo un po' crocerossina, avendo fatto da mamma ai miei fratelli, lo spirito era quello dell'aiuto, della comprensione. Lei si legò a me nonostante il divario sociale: suo padre era un chirurgo stimato e sua madre era figlia del prefetto del paese. Lucy impose la mia amicizia alla sua famiglia che non si oppose: erano persone speciali che non assumevano l'alterigia di casta. Frequentai poco la sua casa, direi che lei era sempre da me, come se il mio mondo umile le fosse più congeniale.
Conoscemmo un ragazzo che rivolse subito le attenzioni a lei, inizialmente fu così: Lucy non passava inosservata, era come un bel diamante che cattura per il suo splendore. Lei sembrava presa da lui, solo che non si lasciava andare, era talmente inibita e spenta che lui scambiò quell'atteggiamento per disinteresse.
"Ma cosa dici, Sergio!" cercai di farlo ragionare, quando me ne parlò: oltre che essere la burlona della comitiva ero anche la confidente generale.
"Dico quello che penso. Invece ora so che sei tu quella che mi attrae, con te c'è vita!"
Lo ignorai, feci finta di non aver compreso, anche se nel mio segreto l'amavo, ma mai avrei fatto soffrire la mia amica. E invece Sergio aveva ragione, l'interesse che io avevo notato, da parte di lei, era solo un puro sentimento d'amicizia: un giorno Lucy lo respinse in malo modo.
"Non sopporto le manacce che mi sfiorano, lui mi piace ma perché non essere solo amici?"
"Forse a te non piace veramente. Essere toccate o accarezzate è una delizia, non si aspetta altro; per quelle poche esperienze che ho avuto è così."
"Lo lascio a te, e sai cosa faccio mi tolgo di mezzo, te lo puoi anche sposare!" sfoderò una grinta amara che non le conoscevo.
S'interruppe un'amicizia, io ne ero addolorata, per fortuna la scuola era terminata da un pezzo, ormai ero all'università, sicuramente una diversa da quella scelta da Lucy, quindi le nostre strade non s'incrociarono più, sino ad ora.
"Raccontami, amica cara, quanto ti ho pensato! Ti venni pure a cercare e mi dissero che vi eravate trasferiti, tuo padre aveva ricevuto l'incarico di occuparsi di un ospedale di un'altra città."
"Sì, tutto vero. Vieni accomodiamoci al bar, ti offro qualcosa e nello stesso tempo ti racconto la storia della bella-infelice che ebbe la sventura di nascere in una famiglia..."
"Perché ti sei interrotta, io ti sono stata vicino per svariati anni e per quelle volte che venivo da te, ho visto dei genitori molto gentili e amabili."
"Giusto per quelle poche volte, recitavano una parte. Loro non erano così, loro mi tormentavano, per questo motivo ero sempre da te, cara Giorgia."
Si fermò un attimo, come a voler prendere respiro, e proseguì: "Io sono nata diversa, capita a tante che vivono ugualmente la loro vita, alla fine si fanno accettare, per me non è stato così. Io ti amavo, Giorgia, tu non l'hai mai capito, la mia insoddisfazione nasceva dal fatto che tu non l'avessi mai capito, mentre lo comprese mia madre, colei che mi amava come non avrebbe dovuto, anche mio padre sapeva e fingeva. Che bella famiglia di pervertiti! Se avessi parlato mi avrebbero smentito, loro erano stimati, per cui fandonie di una ragazzina pazza, mio padre era deciso a farmi internare se avessi parlato. Quando la mamma s'accorse che volevo te, cercò il modo di strapparmi da te. Da allora non ho provato più un sentimento simile. In seguito andai via di casa e ho avuto tante storie, quando ti venni a cercare seppi che ti eri sposata, oggi sono qui per caso."
A casa ripensai a Lucy, mai avrei immaginato quale fosse il suo problema, anzi la sua natura; quell'incontro giungeva in un momento particolare della mia vita, era come una sferzata ai miei pregiudizi. Sapevo che Peter, mio figlio era maschio solo per il nome, sapevo che in futuro non si sarebbe costruito una famiglia normale, sapevo ma non gliene parlavo: l'idea di vederlo con un altro uomo mi contrariava moltissimo, mi procurava risentimento e fastidio, per questo non avevo mai affrontato l'argomento, anche se mio marito tentava di mediare. Ripensai alle parole della mia amica, al suo disagio, alla sua sofferenza e al fatto che avesse abbandonato la famiglia; io mi sarei crogiolata in eterno se ciò fosse accaduto, non me lo sarei perdonato. Scorsi, attraverso la vetrata che dava sul giardino, il mio Peter in atteggiamento confidenziale con "lui", il lui che da qualche tempo era sempre da noi e che spesso si fermava a dormire da noi nella stanza degli ospiti. Uscii in giardino e andai incontro a mio figlio, lo guardai negli occhi e indirizzando lo sguardo al suo amore, ammiccai con un sorriso molto eloquente. "Non sopporto le manacce che mi sfiorano, lui mi piace ma perché non essere solo amici?"
"Forse a te non piace veramente. Essere toccate o accarezzate è una delizia, non si aspetta altro; per quelle poche esperienze che ho avuto è così."
"Lo lascio a te, e sai cosa faccio mi tolgo di mezzo, te lo puoi anche sposare!" sfoderò una grinta amara che non le conoscevo.
S'interruppe un'amicizia, io ne ero addolorata, per fortuna la scuola era terminata da un pezzo, ormai ero all'università, sicuramente una diversa da quella scelta da Lucy, quindi le nostre strade non s'incrociarono più, sino ad ora.
"Raccontami, amica cara, quanto ti ho pensato! Ti venni pure a cercare e mi dissero che vi eravate trasferiti, tuo padre aveva ricevuto l'incarico di occuparsi di un ospedale di un'altra città."
"Sì, tutto vero. Vieni accomodiamoci al bar, ti offro qualcosa e nello stesso tempo ti racconto la storia della bella-infelice che ebbe la sventura di nascere in una famiglia..."
"Perché ti sei interrotta, io ti sono stata vicino per svariati anni e per quelle volte che venivo da te, ho visto dei genitori molto gentili e amabili."
"Giusto per quelle poche volte, recitavano una parte. Loro non erano così, loro mi tormentavano, per questo motivo ero sempre da te, cara Giorgia."
Si fermò un attimo, come a voler prendere respiro, e proseguì: "Io sono nata diversa, capita a tante che vivono ugualmente la loro vita, alla fine si fanno accettare, per me non è stato così. Io ti amavo, Giorgia, tu non l'hai mai capito, la mia insoddisfazione nasceva dal fatto che tu non l'avessi mai capito, mentre lo comprese mia madre, colei che mi amava come non avrebbe dovuto, anche mio padre sapeva e fingeva. Che bella famiglia di pervertiti! Se avessi parlato mi avrebbero smentito, loro erano stimati, per cui fandonie di una ragazzina pazza, mio padre era deciso a farmi internare se avessi parlato. Quando la mamma s'accorse che volevo te, cercò il modo di strapparmi da te. Da allora non ho provato più un sentimento simile. In seguito andai via di casa e ho avuto tante storie, quando ti venni a cercare seppi che ti eri sposata, oggi sono qui per caso."
Bel racconto, scritto con delicatezza e sensibilità femminile. Sono cose che accadono e non di rado, nella vita reale, anche se qui siamo di fronte a della finzione. Hai messo a nudo un problema non poco difficile: l'essere accettati per quel che si è. Purtroppo la società, ancor oggi, respinge chi dimostra di avere attitudini sessuali in contrasto con quelle comunemente accettate e ritenute normali.
RispondiEliminaSolo l'amore è normale. Altro non c'è.
Un fresco abbraccio e buona serata
beppe
Sono contenta che ti sia piaciuto, grazie Beppe.
EliminaHai ragione il problema è ancora presente e tanti vivono nel disagio sociale.
Ricambio l'abbraccio e auguriamoci che Caronte non ci infuochi.
buona giornata
annamaria
Annamaria carissima, con questo caldo riesci a scrivere ancora racconti così belli e coinvolgenti? Hai tutta la mia ammirazione e, naturalmente, l'affetto di sempre. Ti penso spesso, sai? Oggi ho fatto una breve apparizione e non potevo non passare da te. Un abbraccione
RispondiEliminaBentornata, cara Rossella! Il tuo affetto è per me una grande gioia, comincio bene il mese di agosto.
EliminaIl racconto l'ho scritto prima dell'arrivo di Caronte. Ti ringrazio per le belle parole, per l'ammirazione e tutto il resto. Spero che per te stia andando tutto bene, mi manchi, mi mancano tutti gli amici: le visite si sono diradate, come è giusto che sia nel periodo estivo. Io aspetto qualche altro giorno è metto il blog in pausa.
Buon proseguimento, buona domenica, e buon tutto, cara amica.
con affetto
annamaria
Buone vacanze anche a te, carissima, buon tutto anche a te. L'affetto che provo nei tuoi confronti è meritatissimo, sei una persona splendida e magari ce ne fossero di più nel web. Ti abbraccio forte, a settembre! Smack
Eliminarossella
E tu sei una persona splendida, Rossella. Grazie, grazie mille!
EliminaRicambio con affetto.
annamaria
Cara Annamaria, si è ripresentato il problema nel mio pc, non sono riuscita a visulaiizzare il tuo blog, niente di niente, solo il titolo! Ho riprovato ora, così, senza convinzione, ed è apparso per un arrimo, ma in quell'attimo ho letto "clicca qui" e così l'ho battuto sul tempo! :) :)
RispondiEliminaUn racconto bellissimo e avvincente oltre che molto attuale! Chissà perché abbiamo tanta difficoltà ad accettare chi non è come noi, chi è "diverso" o per il colore della pelle o per la religione o per la nazionalità o per qualsiasi altro motivo.
RispondiEliminaMa, hai ragione, l'affetto è forte e può sconfiggere ogni pregiudizio!
Complimenti e un abbraccio affettuoso.
Cara Giusi, non so cosa succeda, tu a volte non riesci a leggere il post, Anneheche non riesce a commentare, purtroppo non lo so, se l'avessi saputo avrei cercato di rimediare, mi dispiace veramente per il disagio.
EliminaGrazie infinite per l'apprezzamento e per aver colto il messaggio che intendevo, la diversità è motivo di enorme disagio e sofferenza.
Buona domenica, ricambio affettuosamente.
annamaria
Diciamo che dopo la conferenza stampa di Cassano e polemiche varie, un racconto a sfondo omosessuale ci sta tutto :-)
RispondiEliminaChe dire cara Annamaria, io non ce la faccio a capire...e con questo non voglio discriminare nessuno. Certo, se mia figlia fosse gay, penso che alla fine l'accetterei comunque e vorrei la sua felicità...ma dentro di me qualcosa morirà di certo, mi sentirei un padre che non ha saputo fare il padre. Sarò di idee antiche, ma certi valori per me sono importanti...
Quando si nasce diversi non si può contrastare la natura. Hai ragione dentro qualcosa muore: ci si aspetta una normale famiglia dai nostri figli. Quando invece si nasce normali e si cercano emozioni diverse, beh allora anch'io non comprendo. Il ruolo di genitori è difficile sempre.
EliminaGrazie, Stefano, buon tutto.
un caro saluto
annamaria
Questo dimostra l'ignoranza che impera in questa società! un bel racconto, brava!! felice inizio settimana a te...ciao
RispondiEliminaGrazie, Giancarlo, per aver apprezzato,
Eliminaricambio cordialmente.
annamaria
Sono passata la settimana scorsa, ma non so come mai
RispondiEliminanon sono riuscita a mandare il commento..
Ho avuto difficoltà anche oggi..
Piacevole racconto che mette in evidenza ciò
che ancora la società fatica ad accettare...
Spero che questa volta parta Annamaria!
Ti lascio un grande abbraccio e spero sia un fresco
inizio di settimana!
Michelle
Mi dispiace che anche tu abbia avuto problemi, cara Michelle, io non ho cognizioni tecniche, quando eravamo tutti alla splinder questo non accadeva.
EliminaLe devianze sessuali sono ancora oggi un problema, forse è anche l'esagerazione di alcuni, quel mettersi in mostra che dà più fastidio, magari se lo facessero con garbo, perché se ci pensi anche le coppie normali se eccedono danno fastidio.
Ti ringrazio tantissimo e speriamo che Caronte ci lasci al più presto.
Buon inizio di settimana anche a te.
un abbraccio
annamaria
Ciao...è sempre un emozione leggerti, un racconto delicato per un argomento ancora oggi controverso...accettare l'amore in ogni sua forma, non è semplice ma è un passo che può solo riconciliare l'uomo con se stesso...
RispondiEliminaspero ti faccia piacere...per te, un premio per i blogger che con i loro scritti più ci emozionano...
clicca qui
un abbraccio e buon inizio settimana
lella
Cara Lella, hai colto l'essenza del racconto, accettare l'amore in ogni sua forma, ma come dicevo a Michelle è il come ci si pone che evidentemente viene osteggiato: ora c'è una certa esagerazione a mettersi in piazza, manca quella discrezione che è giusta per tutti.
EliminaTi ringrazio per il bel premio, se riuscirò a metterlo nel blog sarà un vero piacere per me.
Ricambio con affetto.
annamaria
ciao Annamaria,
RispondiEliminail tuo post più che un racconto mi pare un accendere luci su ombre diffuse molto più di quanto si immagini, scoprire d'avere un figlio/a omosessuale significa ritrovarsi tra il martello della società e l'incudine del disagio personale.
non credo alla ipocrita accettazione sbandierata ai quattro venti, certo è un grave errore lottare contro una indole sessuale difficile da comprendere, magari sarebbe giusto, come hai fatto tu, dare più spazio anche al punto di vista genitoriale, troppo spesso considerato ottuso.
TADS
La comprensione genitoriale è l'unico modo per non rendere la situazione invivibile, i figli sapranno così di avere ancora i loro affetti saldi e non scivoleranno in una protesta che potrebbe indurli a commettere azioni indegne.
EliminaE' una situazione difficile, tutte le diversità lo sono.
Grazie buona serata
annamaria
Sono sofferenze grandissime e tuttavia la madre di Peter ha capito che l'unica strada giusta, come in tutti i casi, è l'amore e l'accettazione.
RispondiEliminaProprio così, cara amica: un genitore non può abbandonare un figlio anche in questi casi. Il vero genitore si accolla i disagi di una diversità: contano di più un comportamento corretto, la bontà d'animo e tanto altro.
EliminaGrazie, Mimma, buone vacanze.
un abbraccio
annamaria
Molte persone omosessuali nascondono i loro veri sentimenti e attività a causa della paura della disapprovazione altrui e della violenza; vengono comunemente definiti repressi. I tentativi di emancipazione dell'omosessualità esistono, l'omofobia persiste, e soprattutto si presenta nei confronti dei più giovani, comportando un grande rischio di difficoltà alla socializzazione, con gravi conseguenze tra cui il suicidio. Lo status legale delle relazioni omosessuali varia enormemente da uno stato all'altro e rimangono ancora giurisdizioni in cui alcuni comportamenti omosessuali sono considerati crimini e vengono puniti con pene severe, tra cui la morte.
RispondiEliminaSi certamente non è gradevole per un genitore accettare questa cosa,ma purtroppo esiste e nessuno nasce perfetto.
Ciao ♥ vany
Infatti, cara Vany, nessuno nasce perfetto. Non sapevo che gli omosessuali fossero puniti con la morte, è inconcepibile! Come resta inconcepibile che le bambine in alcuni stati vengano uccise o private della loro natura femminile: le leggi umane sono crudeli. Auguriamoci che la giustizia sia uguale per tutti in qualunque luogo della terra, chissà quando avremo un mondo così?
EliminaBene, cara, ti auguro buone vacanze, sei un tesoro di ragazza e ti auguro anche ogni bene.
un abbraccio
annamaria