E il nuovo anno è partito da qualche giorno, mi sono proposta per quest'anno più grinta e voglia di continuare, ma in cosa vi starete chiedendo? Continuare a scrivere con più impegno per me stessa, per chi mi segue e per qualcuno che potrebbe farlo.
Durante un percorso di qualunque genere le strade non sempre sono scorrevoli, anzi sono proprio le interruzioni e le sconfitte che danno quello sprone necessario al miglioramento e alla voglia di fare, alla voglia di dare il massimo.
Ho già affrontato quest'argomento e non voglio tediarvi ancora, per cui partirei dal fatto che anche se le porte non si aprono e i tentativi falliscono, ciò non toglie che la speranza debba essere più forte. Uno scrittore desidera pubblicare, un pittore desidera esporre la sua opera e un musicista è felice quando ha un pubblico pronto ad ascoltarlo, ma per giungere a questi livelli la strada è irta di ostacoli, a volte di compromessi. Ed è qui il nocciolo della mia questione, i compromessi.
A me non va giù, ora che so o credo di sapere, che per pubblicare bisogna pagarsi l'opera. Quando ero agli albori in questo campo, non avendo esperienze e mal consigliata, foraggiai a mie spese la mia opera prima, risultato: scarsa attenzione e critiche negative penalizzanti proprio per l'autofinanziamento. Da allora ho detto stop, non verserò più un centesimo, anche se il discorso dell'auto pubblicazione non farebbe una piega: l'esordiente è un investimento al buio.
Ma allora le case editrici che accettano i manoscritti, rispondendo dopo che sono degni di pubblicazione, potrebbero risparmiarsi tutto l'iter, in quanto l'essere degni emerge dalla speculazione che si fa ai danni degli scrittori o pseudo tali. Non sarebbe meglio dire loro "l'opera non merita attenzione, occorre migliorarla perché ci mettiamo la nostra faccia".
So che l'Italia abundat in scrittori e scarseggia in lettori e che le case editrici devono pur campare e so anche che all'inizio non vogliono mettere a rischio i loro denari, ma se facessero una cernita e dessero più visibilità ai meritevoli, forse le cose cambierebbero. Discorso di non facile accettazione, ma ci sta in questi primi giorni dell'anno nuovo in cui sentiamo dirci che le cose stanno cambiando e che cambieranno ancora. Avrei voluto che invece della risposta siamo interessati e "bla-bla", dicessero che l'opera andrebbe riscritta, l'argomento non rientra nell'interesse comune, lo stile è pessimo e "non è stata selezionata come meritevole", e che comunque, a prescindere, le pubblicazioni sono a pagamento!
Non so se ci avete fatto caso, appaiono sempre più spesso annunci adescatori, tipo: "Inviate le vostre opere le selezioneremo in tempi brevi.". Allora si fanno delle ricerche e non si comprende che c'è sotto l'inghippo perché sia gli annunci che le risposte sono ingannevoli e fuorvianti.
Ma ci sono anche le case editrici non a pagamento e quelle sono difficilmente accessibili o non rispondono per il semplice fatto che cestinano a priori i manoscritti. Ma io non mi arrendo, ecco questo è il monito che terrò a mente per tutto il 2016, non mi arrendo e nel frattempo mi consolo con voi, con questi spazi virtuali che gratificano e tengono viva la passione, è come fare sport non smettendo di allenarsi.