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sabato 10 agosto 2019

Auguri

Buon Ferragosto a tutti, a chi c'è e a chi non c'è; a chi passa, a chi scruta, a chi ha dimenticato questa riva, un tempo zona ristoratrice.
Buon Ferragosto proprio a tutti! 🙂💥💥🌝

venerdì 29 dicembre 2017

Buon Anno


                  Risultati immagini per foto buon anno

                     

 












   Ogni anno, fra l'ironico e il dolente, diciamo che non ci siamo fatti mancare nulla: fra disastri ambientali, sciagure, omicidi, truffe, soprusi, lotte di potere, carneficine familiari, anche il 2017, suo malgrado, ha visto nuovamente sorridere il male, peccato: era nato animato da buone speranze, ma si sa i nascituri nulla conoscono e vanno incontro alla vita forti della loro giovinezza e delle loro idee filantrope. Ma possiamo abbandonare quelle idee di giustizia e amore? Possiamo abbandonarci allo sconforto totale e farci avviluppare dal male che attende da tempo immemorabile di assoggettarci tutti? No, non dobbiamo dichiararci vinti, dobbiamo continuare a combattere come abbiamo sempre fatto, perché anche un solo seme d'amore potrebbe generare immense coltivazioni. Con questi presupposti predisponiamoci ad accogliere il nuovo anno; auguro a tutti Voi, amici, che il 2018 vi porti tanta serenità, salute e generosi sentimenti, a voi e ai vostri cari.
   Brindiamo al nuovo anno, Auguri!

sabato 31 dicembre 2016

BUON ANNO!

                       Risultati immagini per buon fine e inizio anno




   Siamo alla fine di un anno ricco di eventi che hanno movimentato la nostra quotidianità, eventi dei quali avremmo fatto volentieri a meno, ma non è possibile essi ci investono: accadono punto e basta.     Non ci siamo fatti mancare nulla, dicono che la piattezza giornaliera porti alla noia, dicono chi? Forse le eccelse menti che non conoscono la corsa contro il tempo, l'affanno problematico delle famiglie, il dover perdere tutto e per forza di cose ripartire da zero senza aver il tempo di piangersi addosso? E poi trovarsi privati dell'affetto più caro, perché un folle invasato crede di essere il giustiziere senza macchia. Credere che i sacrifici di una vita possano giacere immacolati e crescere per far fronte a probabili evenienze.
    Chi occupa posti privilegiati ha il potere di elargire accattivanti sermoni, finge di calarsi nei panni sdruciti e scomodi, assume anche un'espressione di compatimento, come se la sofferenza ingiusta la provasse sulla propria pelle. La vicinanza nei momenti tragici è conforto, certamente, ed è conforto prezioso chi si prodiga nell'aiuto disperato di salvare vite umane mettendo a rischio le proprie; è conforto chi in una lotta estenuante si batte per cercare l'antidoto al male incurabile che ora sempre meno la fa da padrone, ed è conforto il sostegno di chi, pur sapendo che forse non tornerà più a casa, continua a offrire il suo aiuto nei luoghi dove la parola pace è sconosciuta. Ecco dove esiste l'assoluta inadempienza che genera sfaceli, esiste anche un'umanità preziosa che cerca di tamponare i disastri umani. E noi che ne subiamo i flussi, possiamo solo coltivare la speranza e continuare a fare nostro il motto "Sinché c'è vita, c'è speranza!"
   Buona fine, dovrei augurare ciò ma non mi piace: nella parola fine leggo un augurio di non continuità; allora Buon San Silvestro e Buon Capodanno a tutti e in gamba più che mai, altrimenti come facciamo a mettere in atto i propositi di cambiare questo mondo? AUGURI!

lunedì 19 dicembre 2016

Buon Natale

(Questo post è di qualche anno fa, ma è ancora perfetto ecco perché mi sento di condividerlo nuovamente)



   Carissimo, chi l'avrebbe detto che ti avrei scritto, alla mia età poi! Vorresti forse sapere l'età? Ma dai, lo sai che una signora è quasi sempre reticente e preferisce lasciare agli altri il calcolo della sua età: è così bello quando sottraggono anni, è come recuperare una ventata di gioventù, e noi donne non lesiniamo i complimenti mai, anche quando giovani lo siamo per davvero.
Quest'anno ho deciso di rivolgermi a te, di scomodarti, del resto non ti ho mai disturbato in passato: tu non facevi parte del mio mondo natalizio, dalle mie parti quando ero una bimba si aspettava l'Epifania per ricevere doni.
 Il natale è alle porte, carissimo, e i bambini si affrettano a consegnarti le loro letterine, sai anche i miei nipotini l'hanno fatto, che bella età è quella: non si conosce nulla del mondo torbido che ci tocca in sorte. Nell'aria l'atmosfera natalizia è malinconica e i luccichii, gli addobbi non riescono a illuminare i cuori spenti dai problemi sempre più crescenti che ci avviluppano ogni giorno e ci deprimono; e anche chi ha una vita pressoché normale, non ce la fa a restare indifferente. E poi diciamocelo francamente, è come una situazione a catena e anche chi non se la passa male potrebbe precipitare e affondare; ma anche se così non fosse, non si può gioire sapendo che intorno a noi il malcontento e la sofferenza dilagano sempre più. Famiglie che vivevano una condizione di benessere, si ritrovano oramai a combattere contro la povertà e i disagi di una vita di stenti senza sbocchi e senza futuro; un'esistenza dove la vita umana non conta quasi nulla e la si sopprime con molta facilità: ti alzi la mattina e apprendi che la tal persona stimata non c'è più e che il tal dei tali è stato ucciso per quattro spiccioli. Viviamo una vita dove la meritocrazia conta meno di niente e allora chi si è impegnato, pensa che avrebbe fatto meglio ad andare a divertirsi invece di aver sgobbato ed essersi privato della leggerezza di una giornata meno faticosa, e chi è stato sempre onesto, si dice che avrebbe fatto meglio a frodare il prossimo in quanto la trasparenza non premia. 
   Carissimo, in questo mondo da adulti i buoni non ricevono premi  e chi si comporta in maniera retta viene perseguito, a differenza di coloro che possono e assoldano chi sappiamo per farla franca; pensa che l'Italia è forse l'unico paese dove esiste la prescrizione e poiché i processi si trascinano per le lunghe con costi elevatissimi che gravano sulla traballante economia, chi dovrebbe finire in galera resta impunito. 
   Lo so che ne sei dispiaciuto e che vorresti fare man bassa di tutti i disturbatori e disonesti di questa società, lo so che vorresti, come so anche che ti è toccato in sorte di non poter intervenire perché l'uomo giunge alla comprensione attraverso i suoi errori. Però c'è qualcosa che potresti fare, per natale potresti donarci nuovamente la speranza: l'abbiamo persa e non va bene, con essa si guarda al domani con ottimismo e coraggio, quella sana voglia di fare che cerca l'impegno; voglia anche di combattere i soprusi, di emergere e di farla in barba agli uomini di potere che ci hanno privato anche dei sogni. 
   Giustizia, solo giustizia, dove chi sbaglia paga! E diamine abbiamo superato gli anni di piombo, l'austerity dovuta alla crisi petrolifera, il terrorismo e andando più indietro la famosa crisi del '29 detta anche Grande depressione: se tu ci porterai in dono la speranza, ci rialzeremo come sempre è stato!    


                                                      BUON NATALE A TUTTI!

mercoledì 30 dicembre 2015

Buon Anno




                                                                   A TUTTI:

A CHI SPERA, A CHI SBUFFA, A CHI POLEMIZZA, A CHI SORVOLA, A CHI PROGETTA, A CHI ATTENDE, A CHI AMA, A CHI VORREBBE AMARE, A CHI CERCA, A CHI E' SOLO, A CHI VORREBBE ESSERE SOLO, A CHI E' IN LOTTA CON SE STESSO, A CHI E' SEMPLICEMENTE IN CERCA DELLA FELICITA', A CHI VA CONTROCORRENTE, A CHI DESIDERA SOLO PACE E SERENITA'.
                                                               BUON ANNO

martedì 22 dicembre 2015

Buon Natale

                 


   AUGURO UN SERENO E FELICE NATALE A TUTTI VOI, AMICI NOTI, NUOVI AMICI E VIANDANTI OCCASIONALI. A CHIUNQUE PASSERA' DI QUI AUSPICO DI TRASCORRERE       MOMENTI LIETI CHE PORTINO LUCE E SPERANZA PER LA NASCITA DI UN MONDO MIGLIORE. SARA' UNA COSTRUZIONE LENTA, MA STRAORDINARIA: DOPO UN PERCORSO DIFFICILE, CIO' CHE SCATURISCE, E' SEMPRE MIGLIORE! E FORSE, FORSE, I PRIMI LUMICINI SI STANNO ACCENDENDO, SONO FIOCHI, MA CI SONO. 
                                UN ABBRACCIO DI STIMA E AFFETTO A TUTTI!
                                                        BUON NATALE!

martedì 30 dicembre 2014

BUON ANNO!

           



   Ci siamo: manca poco all'addio del 2014 e come ogni anno tiriamo le somme sull'andamento che ci ha visti partecipi. Sarebbe superfluo menzionare tutti i disastri, gli scandali, i percorsi politici, le promesse ventilate, la povertà dilagante, gli omicidi efferati, in due parole le brutture di questa società. Sarebbe superfluo in quanto tutti noi ne siamo a conoscenza e siamo stanchi, molto stanchi, per di più non facciamo in tempo a rilassarci che apprendiamo tragedie che straziano l'anima.
   Ma l'anno trascorso è stato solo questo? No! La vita è anche impegno dei volontari al servizio dei tanti bisognosi, impegno dei medici nei luoghi dove la morte appare all'improvviso, impegno dei tanti ricercatori, impegno di chi dona la sua vita all'altro nel tentativo di recuperarlo, impegno di chi tenta il tutto per tutto per aiutare chi soffre e impegno di chi fa il possibile per cambiare questo sfascio sociale: anche chi si batte per un solo ideale, si mette al nostro servizio.
   Vi auguro un nuovo anno più concreto, più partecipe, più onesto; in due parole più tutto o quasi e soprattutto un 2015 in salute: diversamente la vita prenderebbe risvolti diversi.
                       
                                                                 A TUTTI!
                                                   
                                       
           

venerdì 18 aprile 2014

Buona Pasqua

                           

                                         Auguro una BUONA PASQUA a tutti voi.
   Buona nel senso che sia serena, in armonia, in salute e con qualche spicciolo in più per godervi una gita fuori porta e qualche piccolo extra, ma se ciò non sarà fattibile quello che più conta è il benessere fisico e interiore tutto il resto, non è retorica, viene da sé.
   Per essere in tema con il clima pasquale, vi auguro quindi un "passaggio" dalle incertezze alle certezze, dalla solitudine al recupero della compagnia affettiva, dall'incomprensione alla comprensione, dalla tristezza alla gioia. Questi passaggi portano vita nuova anche in questo clima poco edificante.
                                               Un abbraccio virtuale a tutti.
                                                             Annamaria

domenica 5 gennaio 2014

Conseguenze da botti

                        

   Nel precedente post ho parlato della mancata campagna di prevenzione contro i botti di fine anno ed ero giunta alla conclusione che con i problemi seri che abbiamo, forse lo stato non ha avuto il tempo di occuparsene, ma lo ha fatto in ultima giornata ricordando la pericolosità e sequestrando i botti non a norma.    Credevo, e come me tanti altri, che la crisi e la mancanza di soldi tenessero i fanatici dello scoppio facile lontani dai botti, invece no anche quest'anno, nonostante ci sia stato un netto calo rispetto al capodanno del 2012, le conseguenze dei botti restano pesanti. Infatti fra i numerosi feriti, alcuni anche gravi, un bambino ha perso la mano, un altro ha riportato lesioni all'occhio e ustioni al volto e un signore ha subito l'amputazione dell'arto inferiore. Strano come l'ostinazione possa far ignorare che aggravarsi di ulteriori problemi, significhi peggiorare una situazione già precaria e fragile: un bimbo che subisce una mutilazione è un bambino che richiede cure speciali, ossia costi aggiuntivi, lo stesso dicasi per il bambino con la lesione all'occhio e per quell'uomo con la mano amputata, nonché per tutti gli altri feriti. 
   Abbiamo una nazione che stenta a rialzarsi, è come un malato indebolito che sta perdendo le sue difese immunitarie, quel malato non può permettersi nuove infezioni. La gente, nonostante sia disperata economicamente e moralmente, continua a comportarsi come fosse un ragazzino discolo che ignora gli avvertimenti dei genitori. La salute è un bene prezioso ed è con essa che si può combattere contro le avversità: la forza interiore e fisica giunge dalla salute e mai come in questo momento è necessaria. 
   I veri botti li hanno fatti gli aumenti che son scattati dal 1° gennaio, autostrade, bollette e carburanti, tasse in crescita: si stima che per il 2014 si avrà un rincaro di 1400 euro all'anno. Siamo spremuti come limoni che di vitamina C non ne posseggono quasi più, altro che lasciarsi fiaccare da ludici comportamenti ormai andati in pensione: anche il gioco ha i suoi tempi e questo è un tempo in cui non è concesso smarrirsi dietro petardi dannosi che di lieto non hanno nulla. Auguriamoci che il giorno di chiusura alle festività natalizie non faccia riesplodere qualche botto dimenticato!

sabato 28 dicembre 2013

Buon Anno

                        

   Dovrei parlare della pericolosità dei botti di fine anno, dovrei... invece mi sono accorta che quest'anno la campagna di prevenzione non si è ancora attivata: siamo troppo impegnati col governo e i relativi problemi, non da ultimo quello dei migranti e dell'illegalità italiana che li blocca in centri d'accoglienza anche per due anni, non pensavo che da noi vi fossero ancora i lager.
   Abbiamo problemi con le carceri troppo affollate e allora si mettono in semi-libertà soggetti pericolosi che una volta fuori tornano a delinquere.
   Abbiamo problemi con la vecchia IMU che pare ora sia stata canalizzata nella TARES, ogni giorno nasce una voce nuova con lo scopo di spillarci quattrini sotto un'altra veste.
  Abbiamo problemi con la legge elettorale che dovrebbe essere cambiata per consentirci di sceglierci il candidato; avevamo anche il problema di un rappresentante politico ventennale che pare sia stato messo fuori gioco, dico pare perché la persona in questione è dotata di risorse che forniscono nuova vita.
   E, poi, la burocrazia cavillosa, il lavoro che non c'è, le tasse, la mancanza di denaro, gli scioperi dovuti al malcontento, le alluvioni disastrose, le morti ingiustificate, la sanità, ed ora anche il blocco degli immigrati che se li lasciassimo andare per la destinazione che vorrebbero ci costerebbero meno e invece siamo ora considerati un popolo oppressivo.
   Ma che sta succedendo alla nostra Italia? Eppure siamo considerati di buon cuore, anzi eccessivamente buonisti, è vero con la truffa facile, ma eravamo e siamo un popolo generoso.
   E' nato, ho sentito dire, un nuovo mondo politico, un mondo costituito da quarantenni; ce la faranno a cambiare le sorti di questo nostro paese e a non lasciarsi contaminare dagli uomini di potere? Si scrolleranno di dosso gli opportunismi precedenti e penseranno alla trasparenza che fa crescere e dona benessere a tutti?
   Lo spero, lo speriamo. E con questo pensiero guardo al 2014, auguriamoci che sia l'anno chiave della rinascita in tutti i sensi: sono stanca, siamo stanchi di subire e di patire, ma non solo di dover dare risposte che forse non conosciamo a chi ce le chiede insistentemente, a quei giovani stanchi più di noi di vivere in un mondo senza prospettive. 
   E i botti? Ogni giorno li udiamo, la deflagrazione giunge dal video e la cogliamo intorno a noi. Ma nonostante tutto, sta per nascere un nuovo anno e i nuovi nati hanno bisogno di parole beneauguranti e di gente prudente che non aggiunga ulteriori problemi a quelli già esistenti, per cui sarà meglio non affollare i pronto soccorsi ospedalieri: meglio divertirsi senza rimetterci la pelle o qualche parte del corpo. 
   Con questi presupposti,
                                         BUON ANNO E FELICE 2014 A TUTTI!

sabato 30 marzo 2013

BUONA PASQUA

                     

   L'uovo simboleggia la nascita, l'uovo metafora dell'esistenza che si rinnova. Pasqua uguale passaggio che ci rievoca un altro transito davvero memorabile: la conquista della libertà da parte di un popolo schiavo e oppresso dal sistema. Oggi più che mai abbiamo bisogno di un messaggio forte di migrazione, ossia di un passaggio dalla mancanza di certezze che hanno generato il caos, ad una stabilità che riporti la crescita e dia speranze di una rinascita. 
   Con questi presupposti, auguro a tutti Voi, cari amici, una "Buona Pasqua!"

domenica 30 dicembre 2012

Adorabile, piatta vita.

              

   Come le sarebbe piaciuto riappropriarsi della precedente banalità, di quella vita sempre uguale scandita dai soliti ritmi. Un'esistenza scontata, lei l'aveva denominata, un'esistenza blanda alla quale non bisognava chiedere il come e il quando o il che si farà: la progettualità non c'era e si conosceva anzitempo quello che andava fatto. Le feste ogni anno finivano per accentuarle quel senso di grigiore e per quanto in definitiva non aveva nulla che non andasse, un marito fedele e innamorato, dei figli sani e diligenti, lei era stanca della mancanza di quell'organizzazione imprevista e imprevedibile, ovvero sia avrebbe voluto vivere le festività all'insegna dell'innovazione, rispettare le tradizioni certamente, ma vivere i giorni speciali tutti insieme sotto una luce diversa, una luce dallo sfavillio nuovo. Allora sapendo che andava incontro alla solita programmazione scontata, ogni anno le prendeva l'insoddisfazione e ne sentiva il peso; cercava di mostrarsi serena e appagata ma dentro di sé covava quel senso di frustrazione, di malinconia che la sviliva, oh quanto la sviliva! Poi al termine dei rituali, quando riprendeva la normalità, le si alleggeriva il cuore e adorava la quotidianità recuperata, quella dei giorni normali in cui non doveva dar conto a nessuno, di quei giorni in cui decideva per sé: marito e figli erano alle loro occupazioni e lei viveva il tempo secondo i suoi canoni. 
   La vita è strana, tanti vivono il disagio dell'emarginazione sofferta, di quella povertà che non permette di godere di un'esistenza normale e a volte scontata, ma pur sempre un'esistenza fatta di rituali vissuti al riparo della propria casa con gli affetti più cari, e per quanto la situazione sia ripetitiva e quindi forse non stimolante, è una situazione di privilegio apprezzabile: questo Silvana se lo diceva ora in quel letto d'ospedale, nell'assoluta immobilità rifletteva sulla sua precedente vita che avrebbe voluto tale e quale, non una differenza, la sua vita uguale, scontata ma viva, viva nel senso della totale e splendida autonomia che fino a ieri le apparteneva. 
   Era successo tutto all'improvviso, era l'antivigilia di San Silvestro e sapeva già che l'indomani avrebbe trascorso a casa il fine d'anno, mai un fuori onda veglione di mezzanotte in uno dei tanti locali della città, l'attendeva il solito cenone a base di pesce e contorni vari, per finire zampone e lenticchie. Come odiava l'odore di lenticchie: era così nauseante! Era stufa anche della bottiglia di spumante stappata alla mezzanotte in attesa davanti al televisore che trasmetteva i rintocchi dei secondi mancanti all'anno nuovo; loro, i protagonisti dello spettacolo in ghingheri parati a festa, lei col solito pulloverino rosso e quell'aria stanca da factotum tuttofare. Poi gli auguri sempre uguali, abbracci e baci a profusione, un accenno di degustazione del piatto propiziatorio di buona sorte, un'ulteriore scorsa al programma in onda sulla tv di stato e dopo una mezzora di sosta sul divano, teneramente stretta al marito che non la lasciava un attimo: dopo vent'anni era ancora innamorato come il primo giorno, andava a dormire mentre fuori il roboante festeggiamento giungeva sonoro e comunicava l'esistenza di vitalità celebrativa del nuovo anno. Lei sapeva che, a poco meno di ventiquattro ore, ancora una volta si sarebbe ripetuta la solita commemorazione di fine anno e sapeva anche che quest'anno sarebbero stati in due: i figli avevano deciso di cambiare atmosfera, beati loro si diceva. Allora le era presa una rabbia, avrebbe voluto gridarla al mondo intero, ma lei no: era una persona controllata, sopportava tutto per il bene dell'unità familiare. I primi tempi aveva provato a ribellarsi, ma non era accaduto nulla: suo marito aveva trovato il modo per condurre l'acqua al suo mulino e con il passare degli anni le proteste di Silvana si annullavano sul nascere e la vita scorreva precisamente come la voleva lui, il consorte. Ricordava con chiarezza come si era svolta l'ultima giornata da persona sana, anziché infuriarsi e urlare, era scesa velocemente da casa e stava per andare in stazione, voleva sparire e non farsi ritrovare neanche da "chi l'ha visto", come odiava quel programma che suo marito guardava con assiduità, odiava la sua totale metodicità: giungeva a casa sempre alla stessa ora, non sgarrava mai. Doveva fare in fretta, perché non ci aveva pensato prima, stupida si diceva, stupida e tollerante. Farneticava e gesticolava, mormorava persino; mise un piede in fallo e inciampò all'incrocio, mentre sopraggiungeva un motorino che la scaraventò per aria, poi il nulla e quest'odore di disinfettante. Quest'odore e il volto di suo marito distrutto dal dolore, a capo chino appoggiato al suo cuscino non l'aveva lasciata un attimo dal momento del ricovero d'urgenza, la corsa in ospedale e l'intervento. Suo marito era rimasto con lei, sempre e solo con lei, seduto ad una sedia non l'aveva abbandonata tutta la notte e ne spiava le mosse. Le asciugava il volto cosparso di goccioline, le sussurrava tenere parole, le diceva che sarebbe tornata normale, solo un po' di pazienza; la riabilitazione certamente, ma poi normale, e a stento tratteneva le lacrime. Povero caro, lui l'amava; ora lo comprendeva, lui semplicemente l'amava. Le sue amiche erano in angoscia per i loro mariti che rientravano tardi e ne spiavano i movimenti controllando ogni cosa perché non si sentivano amate e considerate. Le sue amiche festeggiavano alla grande nei locali "in" della città, cambiavano atmosfera, ma si lamentavano perché non ricevevano un gesto di tenerezza e d'amore, e a letto erano anni che il dovere era diventato solo un dovere sporadico, mentre suo marito era appassionato come il primo giorno e lei, Silvana, doveva tenerlo a bada. Dio com'era stata ingrata!
   Lo guardò negli occhi, mancava solo un'ora alla mezzanotte, e gli disse: "Desidero tanto le lenticchie, amore mio!"

                                                           BUON 2013 A TUTTI!

giovedì 29 dicembre 2011

Notte di capodanno

              

   C'era stata una nevicata che aveva imbiancato ogni cosa, il battente della finestra era incastrato, occorreva uscire fuori per scostare la neve, ma anche la porta non scorreva, pareva sigillata. La legna stava per terminare, tutta la notte le braci erano arse nel caminetto e Poldo non l'aveva spente: sua moglie era febbricitante nel letto sistemato lì in soggiorno. Valeria e Massimo, i due figli adolescenti, si erano addormentati sul divano, mentre lui era rimasto a vigilare e a pensare. 
   Aveva avuto una vita ricca: non gli era mancato mai nulla, un lavoro fiorente e una bella famiglia che ora apprezzava. S'era dato ai bagordi, allo sperpero e concedeva fin troppo ai figli che crescendo senza freni avevano creduto che la vita fosse facile. Sua moglie di origini umili, gli ricordava che non sempre la ruota gira nel verso giusto e che un buon genitore deve anche saper negare. Lui, Poldo, che strano nome sembrava uscito da una favola, era un tipo che non accettava consigli: la vita doveva essere godereccia per essere felice. Quanto lo annoiava quella moglie previdente e saggia, finiva per sfogare la monotonia di casa nel privè di un amico, poker e belle donne. 
   "Papà, per questo natale mi regali il nuovo modello Nokia, tutte le mie amiche ce l'hanno. "
   "Papà, il motorino dell'anno scorso è passato di moda, per natale mi regali l'ultimo nato."
   Richieste solo richieste, lui era per i figli una fabbrica di soldi. Perché non aveva dato retta a sua moglie, perché aveva sempre speso tutto senza pensare al domani? 
   Guardava sua moglie, com'era bella e pura, nulla a che vedere con le balorde di quel locale privato, lui non si meritava quella fortuna ed ora la vita gli presentava il conto: aveva perso il lavoro e la sua preziosa compagna forse non ce l'avrebbe fatta, la febbre non calava ormai da una settimana. Pensieri, su pensieri, riflessioni che mai l'avevano sfiorato, ora lo stavano avvilendo. 
   Era la notte di San Silvestro, in lontananza il cielo era tornato scuro: i bagliori dei botti erano cessati. Lui aveva dovuto improvvisare una parca cena di fine anno, in casa non c'erano provviste: non aveva provveduto e s'era inventato la scusa che non sapeva dell'arrivo della burrasca ed invece ne era informato, e non solo gli ultimi soldi li aveva spesi in frivolezze per se stesso. Irresponsabile e immaturo, ecco cos'era, ora lo riconosceva; allora pianse, lo fece di nascosto e s'inginocchiò dinanzi alla grotta che sua moglie ogni anno allestiva e chiese perdono, in cambio avrebbe mutato vita se sua moglie fosse guarita, con lei ce l'avrebbe fatta e non solo, lui l'amava.
   Era la mattina di capodanno, il sole splendeva nel cielo, la neve cominciava a sciogliersi e Poldo poté aprire l'uscio, almeno avrebbe recuperato la legna che era sotto il porticato. Entrò in casa con le braccia cariche e con gioia vide sua moglie seduta al letto, i figli gli sorridevano augurandogli "buon anno", non mostravano malumore e non chiedevano dove fosse la strenna che lui ogni anno lasciava davanti al caminetto. Cosa era successo, non riusciva a spiegarselo, poi si ricordò della sua promessa e comprese che quella era la vera felicità; a tutto il resto avrebbe trovato una soluzione, era ancora in tempo per rimediare.   

                                                              BUON
                           
                                                                  A TUTTI!