Sapevo che prima o poi sarebbe
successo, era solo questione di tempo. E poi bisogna saperlo fare. Scappare
intendo. Mi sedetti sullo sgabello vicino alla finestra e pensai che sarebbe
stata troppo impegnativa, per me, la fuga.
La mia mente e la mia mano avevano
agito in simultanea, non c’era stato il momento in cui avevo elaborato a
livello mentale e il momento successivo in cui avevo agito. L’avevo fatto e
basta. Il pensiero era stato azione ed era la prima volta che mi succedeva. “Una
donna così riflessiva e contenuta.”
questo diceva di me mio marito.
Da un po’ di tempo mia sorella non era
più la stessa da quando l’aveva conosciuto e iniziato a frequentare. Era una
persona intelligente mia sorella, ma lui le diceva cosa fare, cosa pensare, in
cosa doveva credere e lei ubbidiva e pagava per ubbidire. I soldi, sporchi e
maledetti, in cambio di una guarigione, di una liberazione da influenze
negative, dal malocchio! I soldi e il corpo come merce di scambio perché senza
un contatto fisico, senza un miscuglio di odori e umori e capelli e peli, la magia non funziona: questo lui affermava. Beh, la mia magia aveva funzionato! Grazie alla mia
professione di infermiera era stato facile reperire l’anestetico, il bisturi e tutto
ciò che occorreva, ma anche delle grosse corde per immobilizzarlo. Quindici
minuti di tempo per privarlo della sua prepotente virilità. Per sempre!
Sentii la sirena farsi sempre più
vicina, ma non mi mossi dalla posizione in cui mi trovavo. Udii lo sbattere degli
sportelli delle auto e pochi secondi dopo i poliziotti erano già nel mio salotto.
Mi trovarono lì seduta e abbassarono le armi. Probabilmente avevano colto nei
miei occhi l’immobilità di chi non ha la voglia di lottare. L’uomo in
divisa più alto fece un passo verso di me ed io alzai lo sguardo su di lui.
“L’autopsia ha confermato la morte di
sua sorella per overdose. Lui… lo stanno interrogando… in ospedale. Ora sia
gentile, deve venire con noi”.
Aveva parlato piano, quasi con dolcezza
e anche i suoi occhi mi guardavano come se temesse di farmi del male in qualche
modo. Non capivano tutti quegli uomini che ormai niente e nessuno potevano
più farmi nulla, poiché non avevo più niente e perciò ero libera. Lo sarei
stata per sempre, pensai mentre mi alzavo e mi dirigevo a passi lenti verso le
loro auto ferme davanti alla mia casa. Loro mi seguivano: udivo il loro incedere pesante. A
me pareva, invece, di sentirmi sempre più leggera a tal punto che avrei potuto
alzarmi in volo. Respirai ad ampi polmoni e sorrisi.
Cosa riesce a fare la disperazione, Annamaria cara.... E questa volta non c'è il finale a sorpresa (o forse non sono stata cpace di coglierlo?) Anche una persona dpolce, riflessiva, può compeiere gesti di cui neanche si sentirebbe capace. Doloroso e bellissimo. <tu, brava come sempre. Un abbraccio, amica cara
RispondiEliminaBuongiorno, cara Rossella, scusa se rispondo in ritardo: sono stata presa dal vortice delle mie quotidianità.
EliminaE' vero non c'è il finale a sorpresa, questa volta ho scelto una narrazione diversa: già il titolo introduce e fa comprendere lo svolgimento.
Ti ringrazio per il gratificante giudizio.
ricambio con crescente affetto
annamaria
Il male che ci assedia, è facile che metta i panni più insoliti e inaspettati. Anche la Vendetta è talmente astuta da insinuarsi in noi, sotto mentite sembianze, fingendosi il più caritatevole dei gesti.
RispondiEliminaPerfino l'attentato di Brindisi, viene a dirci quanto IL MALE ASSOLUTO possa assumere le sembianze del più insospettabile individuo. Il tuo raccontare può essere letto su più piani. Io scelgo di scorgerci una consapevolezza ironica e beffarda di chi tutto questo, lo sa.
Hannan Arendt è lì seduta in un angolo della scena ad osservare attenta la concatenzazione degli eventi. Un caro saluto.
Carlo
Caro amico, il male assedia le fragilità umane: anche quando ci sono tutte le motivazioni del caso, occorre avere un animo predisposto per compiere l'atto finale.
EliminaTi ringrazio per essere tornato, ricambio il saluto di vero cuore.
annamaria
Racconto cupo e insinuante, e nello stesso tempo dolce ed etereo.
RispondiEliminaIl piccolo colpo di scena della morte (riferita) della sorella mi sembra un ottimo escamotage nella costruzione della breve storia, per rendere del tutto verosimile l'atteggiamento delicato dei poliziotti.
Una pagina che rivela grandi doti di scrittura!
Caro Franz, molto spesso si ascoltano storie di cartomanti, di maghi improvvisati che plagiano creature fragili al punto di piegarle allo loro volontà deleteria; ho scritto questa storia pensando a quelle donne che divengono vittime delle loro fragilità.
EliminaTi ringrazio per l'apprezzamento lusinghiero.
affettuosità
annamaria
scritto veramente benissimo!
RispondiEliminaottimo effetto, su basi psicologiche ma anche realistiche.
grazie
un abbraccio
cr
Grazie mille, carissima Cristina, il tuo apprezzamento mi lusinga.
Eliminaricambio con affetto.
annamaria
Ci sono dei romanzi che assomigliano a cattedrali, e racconti (come il tuo) che rassomigliano a mosaici bizantini.
RispondiEliminaOgni tessera gettata lì con apparente noncuranza prende significato da un'altra tessera e da un'altra ancora. Devi fare un passo indietro per apprezzare l'insieme, magari due o tre, e poi ti avvolge un'arcana fascinazione.
"Amo scrivere". Anche quelle due parole apparentemente banali e noncuranti aprono un mondo.
Annamaria, meno male che ci sei.
Un abbraccio.
Troppo buono, Luca, mi disorienti, forse non merito tanto.
EliminaLa tua metafora sui mosaici bizantini è davvero bella e raffinata, del resto conosco la tua scrittura di qualità e questo commento ne è una prova.
Grazie mille, ricambio affettuosamente.
annamaria
Una vendetta che trova riscontro in alcuni fatti di cronaca: l'evirazione non è cosa nuova, da parte di alcune donne che hanno sofferto a causa di un uomo. Viviamo purtroppo in una società che è incivile, dove la lotta fra i sessi è continua, dove uno si crede migliore dell'altro e dove il corpo viene sempre più utilizzato come merce di scambio e questo vale tanto per le donne quanto per gli uomini.
RispondiEliminaHai fatto molto bene a evidenziare il problema attraverso questo racconto, cara Annamaria. Ma io mi sarei vendicato in maniera più trucolenta e ferale. Credo che questo tu possa immaginarlo: l'evirazione è davvero poca cosa di fronte a simili drammi.
Bacione e buona serata
beppe
Sì, hai ragione Beppe mi sono ispirata ai fatti di cronaca, specialmente a quei tali santoni che s'approfittano delle fragilità umane.
EliminaSo bene che avresti scritto in maniera diversa: tu sei più diretto e crudo. Ognuno si esprime come sente e tu sai farlo molto bene, da vero professionista; la mia non è retorica, non ne sarei capace: dico quello che penso.
Ricambio di vero cuore.
annamaria