S’increspavano e
s’infrangevano le schiumose e biancastre onde in piena. L’anima dei flutti esplodeva
in un tormento di amarezza e faceva udire il suo diniego al mondo. Il vento
sibilava feroce in quel nuovo giorno che si annunciava tempestoso.
Era da giorni che
effettuavano quegli esperimenti al largo della costa oceanica, erano in mare
aperto e seguitavano a infastidire quelle acque, una tortura per la fauna
marina e la sua flora. Esplosioni a ritmo serrato, uno scombussolamento
acquatico privo di rispetto, in una vibrazione senza sosta.
Glauco, Dio delle
acque, era in pena per i suoi abitanti e anche per gli umani: essendo stato
anch’egli un uomo, un semplice pescatore che viveva un tempo dei prodotti del
mare, comprendeva i danni che quegli scienziati senza rispetto stavano
infliggendo al mondo globale. Allora convocò i possenti cetacei, gli insidiosi
squali, le pacate tartarughe e pesci di ogni specie e dimensione, per ultimo la
famiglia degli invertebrati. Giunsero in blocco frastornati e macilenti, altri
infiacchiti e altri ancora avevano perso il senno; si radunarono alla rinfusa
in un sit-in sul fondale marino. Glauco, roboante, cercò di richiamare
l’attenzione per infondere loro quell’energia che avevano perso, mentre
un’esplosione improvvisa sovrastò la sua voce. Atterrito e angosciato il popolo
marino stava per inabissarsi, quando il Dio del mare li richiamò, ricordando
loro che quegli uomini avevano oltrepassato ogni limite per cui andavano
puniti. Il mondo marino si sarebbe rigenerato, mentre gli scienziati senza
scrupoli e i loro simili non avrebbero avuto scampo: le acque si sarebbero innalzate
fino al cielo e ogni cosa sarebbe andata distrutta. Non meritavano di vivere!
“Non puoi fare
questo!” disse una flebile vocina, era un cucciolo di delfino.
“Tu, osi
contraddirmi, piccolo cetaceo!” esclamò furente Glauco.
“Signore divino, la
mia mamma si era arenata ed è stata soccorsa da due bravi biologi, io non sarei
qui se loro non fossero stati così generosi.”
Il Dio del mare
ripensò a quelle parole e convenne che gli umani non sono tutti uguali: lui
aveva vissuto nei panni mortali e aveva incontrato persone disponibili, altre
insensibili, altre ancora opportuniste e ingannatrici, ma anche gente generosa
pronta a schierarsi per difendere i propri simili. Avrebbe dato loro solo una lezione,
un avvertimento, per far comprendere che non andavano sfidate le forze della
natura.
E quella mattina il
cielo tuonò, Zeus dette man forte a Glauco, lampi e fulmini si abbatterono
sulle coste, si scatenò una tempesta in cielo e in mare e i marosi furenti
colpivano a scudisciate le imbarcazioni e le coste, senza clemenza alcuna,
sempre con più forza e più vigore. Minuti di panico e di terrore, poi tutto si
placò: tornò il sereno, le onde si ritrassero, il mare si acquietò e il vento
soffiò come un refolo dolce al profumo salmastro. I balenotteri affiorarono a
pelo d’acqua, i delfini fecero piroette, mentre i gabbiani li sorvolavano; le
famiglie dei pesci palla, dei pesci rana, tigre e pesci migratori si
assemblarono e ripresero a vagare gioiose nelle azzurrine acque. I coralli
danzarono in un caleidoscopio di colori, la vegetazione fluttuò alla ricerca
della luce, gli abissi marini si animarono in uno spettacolo meraviglioso e
paradisiaco.
Si destò in preda
all’ansia, fra qualche giorno avrebbe dovuto salpare: nuovi esperimenti di
armamenti chimico batteriologici sarebbero stati ripresi. Quel sogno l’aveva
angosciato, egli non era mai stato d’accordo con gli altri ricercatori, ma suo
malgrado, aveva approvato il progetto: dirigeva le operazioni. Spalancò le
persiane: aveva bisogno di ossigenarsi. Contemplò il cielo terso e ne ammirò la
bellezza con nuovi occhi. Mirò la strada alberata del suo quartiere e gioì alla
vista del fiore di magnolia, lo stupendo fiore bianco dal profumo delicato pareva
un’orchidea pronta per essere offerta in dono ad una sposa. Una coppia di
passerotti passò in volo e una farfalla si posò sul suo davanzale, i raggi
diretti del sole lo avvilupparono, anzi parevano schiaffeggiarlo.
‘Non è giusto!’
pensò.
Chiuse le imposte,
si fece forza e …
ciao Annamaria,
RispondiEliminaleggerti è tè caldo in un pomeriggio plumbeo,
hai una grande capacità di trasformare in prosa i concetti esistenziali
Grazie per le belle e gratificanti parole nei miei confronti.
EliminaTi auguro una buona serata.
Un abbraccio
Annamaria
... e? Cambiò idea, spero?? :-)
RispondiEliminaUn sogno che dovrebbe apparire nei sonni di tante persone...
Molto bello!
www.wolfghost.com
Ma certo, cambiò idea, la natura stravolta si ribella e i danni sono sotto gli occhi di tutti.
EliminaTi ringrazio e ti auguro una buona giornata.
Annamaria
Ce ne fossero di uomini così! Capaci di apprezzare la delicatezza di una magnolia in fiore, la bellezza di un cielo terso...e capaci di dire Basta.
RispondiEliminaUn grande post, splendidamente scritto, che fa tanto riflettere.
Un abbraccio, ciao
Marirò
Fra tanta gente insensibile esiste anche una categoria di persone attenta alla natura e alla sua preservazione: l'umanità ha anche un cuore, merce rara ma ancora presente.
EliminaTi ringrazio, cara Marirò, per il giudizio gratificante.
Ricambio di cuore augurandoti un buon weekend.
annamaria
Dieci e lode per la scrittura e il profondo significato etico.
RispondiEliminaUn abbraccio, cara.
Troppo buona, cara Ale.
EliminaGrazie infinite, ricambio di cuore.
annamaria
Il rispetto è alla base della relazione umana, un valore imprescindibile
RispondiEliminaInfatti, caro Mattia, ti auguro una buona giornata.
Eliminaannamaria
Splendido il tuo scrivere, di grande importanza, porta alla profonda riflessione!
RispondiEliminaUn abbraccio e buona giornata da Beatris
Ti ringrazio per le tue gratificanti parole.
RispondiEliminaBuona serata e buon fine settimana
ricambio di cuore
annamaria