lunedì 2 novembre 2015

Gelée alla fragola

                                                       
                          


   Umettavo con la lingua le labbra e quel gusto nauseante era l’unico contatto con la realtà che percepivo distante. Ero in una dimensione che non coglievo, mentre annaspavo nei meandri della memoria cercando di emergere dal limbo oscuro dal quale stavo risalendo. Pian piano giungevano a me suoni ovattati e confusi, voci fastidiose che non riconoscevo; l’unica certezza era quell’intenso sapore di fragola che mi riportò indietro facendomi riappropriare dei miei ricordi.
   “Francesca, mi sposo!” annunciò con gioia stentata Valentina, la mia amica preferita.
   “E quando l’hai conosciuto?” le chiesi meravigliata. Eravamo sempre insieme, tranne i fine settimana, quando io tornavo al paese dai miei, come studentessa fuori sede iscritta alla facoltà di Medicina.
   “L’ho incontrato un sabato pomeriggio all’ingresso del cinema. Lui era lì per la prima visione e poi… ci siamo ritrovati seduti accanto, alla fine del film eravamo amici. Così è nata la nostra storia!”
   “Valentina,” rimarcai “noi ci confidiamo tutto, perché mi hai taciuto un evento così importante? Viviamo insieme da sei anni, sai tutto di me!”
   “Non potevo.” mi confidò a testa bassa “Lui è Alfonso, il tuo Alfonso! Lo so che lo ami ancora.”
Alfonso, lo conoscevo dall’infanzia, era il più bello del nostro paese prospiciente il mare. Ci s'incontrava quasi tutti i giorni e io sentivo il cuore in gola ogni qual volta lo incrociavo, ma fingevo di nulla, quel sentimento che s’affacciava l’avevo taciuto persino alle mie compagne di classe che morivano per lui. Crescendo Alfonso, studente liceale, prosperò anche in bellezza: da adolescente carino ma acerbo, divenne un giovane dal fascino alla Brad Pitt.    
   Io e lui ci incontravamo tutti i giorni, abitavamo nella stessa zona ed eravamo amici fraterni, ma una mattina mentre mi recavo a scuola, lui mi sbarrò la strada ed azzardò: “Andiamocene al mare, per un giorno saltiamo la scuola!”
   Anch’io frequentavo l’istituto di Alfonso, ci separavano tre anni di età, io ero al quinto ginnasio e lui al terzo liceo.
   “Scherzi”, gli risposi sbarrando gli occhi!
   “No! Ho voglia di stare con te!”
   Mi ritrovai al mare, eravamo all’inizio di ottobre e il clima era ancora estivo, non mi preoccupai di nulla e dimenticai i miei, i professori e il mondo intero. Se lui era bello, di me dicevano in giro che ero una brunetta niente male, solo che… io ero una quindicenne insicura che non si piaceva. Con Alfonso, scoprii di essere bella e mi amai come amai lui profondamente, quella mattina nacque una nuova Francesca. Per un anno intero fummo sempre insieme, ma dopo qualche mese dopo la maturità, Alfonso lasciò il paese e si trasferì per frequentare l’università.
   “Non ci saranno problemi, amore.” mi rivelò “Verrò i fine settimana, poi ci sentiremo per telefono, abbiamo la tariffa “You and me”, vedrai… sarà ancora più bello!”
   Pian piano non ci sentimmo più e io non potetti contattarlo, seppi in seguito da amici comuni che aveva cambiato scheda telefonica, non voleva più saperne di me: cambiava ragazza come si cambiano i calzini.
   Dopo aver rivangato, mi rivolsi a Valentina fingendo indifferenza: “Ti sbagli cara, ero innamorata di lui, lui è il passato. Verrò al vostro matrimonio e se vuoi farò anche la testimone!”
   Me lo ritrovai al paese una domenica mattina, mi si parò davanti con nonchalance, come se ci fossimo lasciati il giorno prima.
   “Francesca tu sei stata l’unica per me”, mi confessò con foga. “Avevo paura del sentimento vero che si stava impossessando di me. Ho dovuto farlo… Valentina rappresenta la certezza economica, lo sai quanto è influente suo padre nel mondo politico.”
   “Ma davvero?” sbottai. “Sei solo un arrivista senza sentimenti. Ho perso tempo con te, coltivando quest' amore che mi brucia ancora! Sparisci Alfonso, non preoccuparti ci sarò alle tue nozze, voglio guardarti in faccia quando pronuncerai il ‘si’ per godermi la scena!”
   Ero sull’altare accanto all’altro testimone e non ce la feci. Scappai via, raggiunsi la mia auto e mi sedetti al posto di guida, aprii istintivamente lo sportellino del vano oggetti e presi una gelee alla fragola, continuavo a mangiarne ancora da quando me le aveva offerte Alfonso, durante i nostri passati incontri. Mi pareva di udire la sua voce morbida che mi diceva: “Voglio che i nostri baci sappiano di fragola… frutto afrodisiaco.”
   “Brutto schifoso!” urlai, mentre afferrai la morbida caramella per addentarla con rabbia.
   Partii all’impazzata, svoltando alla prima curva e con un testacoda dopo aver urtato violentemente il guardrail, precipitai nel burrone sottostante.
   Riaprii gli occhi. Quanto tempo è passato, mi chiesi guardandomi intorno? Scorsi i volti dei miei genitori che mi sorridevano paradisiaci e io ciancicai a fior di labbra: “Sono viva?”, mentre quel sapore di fragola non mi lasciava.
   “Bentornata fra noi, cara!” annuì mia madre col volto impastato di lacrime.
   Sibilai un ‘grazie’, volgendo gli occhi al cielo che s’intravedeva attraverso la vetrata di quella camera asettica d’ospedale.



      

10 commenti:

  1. Sei bravissima come sempre, mia cara amica!

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    1. Buongiorno, cara Ale, grazie infinite.
      un abbraccio
      annamaria

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  2. Accidenti, questo sì che è un amore che uccide! :-D
    Molto ben scritto, bravissima! :-)
    www.wolfghost.com

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    1. Troppo buono, caro amico.
      felice giornata
      annamaria

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  3. Meraviglioso questo racconto pieno d'amore!
    Un abbraccio da Beatris

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    1. Grazie per le gratificanti parole.
      ricambio di cuore
      annamaria

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  4. devo prendermi il tempo giusto, le ore in cui sono più attenta e rilassata per passare da te e...gustarmi la tua gelatina di fragole davvero succulenta! sei davvero una eccellenta narratrice cara Annamaria, ti auguro un lieta giornata

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    1. Buongiorno, cara, ti ringrazio tantissimo, e tu sei una documentatrice nonché narratrice di luoghi incantevoli.
      A presto, un bacio e ricambio di cuore.

      Annamaria

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  5. Si legge d'un fiato anche se lascia l'amaro in bocca. Come certe storie d'amore che prima finiscono e meglio è.
    Complimenti alla scrittrice! :-)

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    1. Grazie mille, per aver letto e apprezzato.
      Buona serata, un affettuoso abbraccio
      annamaria

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