Umettavo con la
lingua le labbra e quel gusto nauseante era l’unico contatto con la realtà che
percepivo distante. Ero in una dimensione che non coglievo, mentre annaspavo
nei meandri della memoria cercando di emergere dal limbo oscuro dal quale stavo
risalendo. Pian piano giungevano a me suoni ovattati e confusi, voci fastidiose
che non riconoscevo; l’unica certezza era quell’intenso sapore di fragola che
mi riportò indietro facendomi riappropriare dei miei ricordi.
“Francesca, mi
sposo!” annunciò con gioia stentata Valentina, la mia amica preferita.
“E quando l’hai
conosciuto?” le chiesi meravigliata. Eravamo sempre insieme, tranne i fine settimana,
quando io tornavo al paese dai miei, come studentessa fuori sede iscritta alla
facoltà di Medicina.
“L’ho incontrato un
sabato pomeriggio all’ingresso del cinema. Lui era lì per la prima visione e
poi… ci siamo ritrovati seduti accanto, alla fine del film eravamo amici. Così
è nata la nostra storia!”
“Valentina,”
rimarcai “noi ci confidiamo tutto, perché mi hai taciuto un evento così
importante? Viviamo insieme da sei anni, sai tutto di me!”
“Non potevo.” mi
confidò a testa bassa “Lui è Alfonso, il tuo Alfonso! Lo so che lo ami ancora.”
Alfonso, lo conoscevo dall’infanzia, era il più bello del nostro
paese prospiciente il mare. Ci s'incontrava quasi tutti i giorni e io sentivo
il cuore in gola ogni qual volta lo incrociavo, ma fingevo di nulla, quel
sentimento che s’affacciava l’avevo taciuto persino alle mie compagne di classe
che morivano per lui. Crescendo Alfonso, studente liceale, prosperò anche in
bellezza: da adolescente carino ma acerbo, divenne un giovane dal fascino alla
Brad Pitt.
Io e lui ci
incontravamo tutti i giorni, abitavamo nella stessa zona ed eravamo amici
fraterni, ma una mattina mentre mi recavo a scuola, lui mi sbarrò la strada ed
azzardò: “Andiamocene al mare, per un giorno saltiamo la scuola!”
Anch’io frequentavo
l’istituto di Alfonso, ci separavano tre anni di età, io ero al quinto ginnasio
e lui al terzo liceo.
“Scherzi”, gli
risposi sbarrando gli occhi!
“No! Ho voglia di
stare con te!”
Mi ritrovai al
mare, eravamo all’inizio di ottobre e il clima era ancora estivo, non mi
preoccupai di nulla e dimenticai i miei, i professori e il mondo intero. Se lui
era bello, di me dicevano in giro che ero una brunetta niente male, solo che… io
ero una quindicenne insicura che non si piaceva. Con Alfonso, scoprii di essere
bella e mi amai come amai lui profondamente, quella mattina nacque una nuova
Francesca. Per un anno intero fummo sempre insieme, ma dopo qualche mese dopo la
maturità, Alfonso lasciò il paese e si trasferì per frequentare l’università.
“Non ci saranno
problemi, amore.” mi rivelò “Verrò i fine settimana, poi ci sentiremo per telefono,
abbiamo la tariffa “You and me”, vedrai… sarà ancora più bello!”
Pian piano non ci
sentimmo più e io non potetti contattarlo, seppi in seguito da amici comuni che
aveva cambiato scheda telefonica, non voleva più saperne di me: cambiava
ragazza come si cambiano i calzini.
Dopo aver rivangato,
mi rivolsi a Valentina fingendo indifferenza: “Ti sbagli cara, ero innamorata
di lui, lui è il passato. Verrò al vostro matrimonio e se vuoi farò anche la
testimone!”
Me lo ritrovai al
paese una domenica mattina, mi si parò davanti con nonchalance, come se ci fossimo
lasciati il giorno prima.
“Francesca tu sei
stata l’unica per me”, mi confessò con foga. “Avevo paura del sentimento vero
che si stava impossessando di me. Ho dovuto farlo… Valentina rappresenta la
certezza economica, lo sai quanto è influente suo padre nel mondo politico.”
“Ma davvero?”
sbottai. “Sei solo un arrivista senza sentimenti. Ho perso tempo con te,
coltivando quest' amore che mi brucia ancora! Sparisci Alfonso, non
preoccuparti ci sarò alle tue nozze, voglio guardarti in faccia quando pronuncerai
il ‘si’ per godermi la scena!”
Ero sull’altare
accanto all’altro testimone e non ce la feci. Scappai via, raggiunsi la mia
auto e mi sedetti al posto di guida, aprii istintivamente lo sportellino del
vano oggetti e presi una gelee alla fragola, continuavo a mangiarne ancora da quando
me le aveva offerte Alfonso, durante i nostri passati incontri. Mi pareva di
udire la sua voce morbida che mi diceva: “Voglio che i nostri baci sappiano di
fragola… frutto afrodisiaco.”
“Brutto schifoso!”
urlai, mentre afferrai la morbida caramella per addentarla con rabbia.
Partii
all’impazzata, svoltando alla prima curva e con un testacoda dopo aver urtato
violentemente il guardrail, precipitai nel burrone sottostante.
Riaprii gli occhi. Quanto
tempo è passato, mi chiesi guardandomi intorno? Scorsi i volti dei miei
genitori che mi sorridevano paradisiaci e io ciancicai a fior di labbra: “Sono
viva?”, mentre quel sapore di fragola non mi lasciava.
“Bentornata fra noi, cara!” annuì mia madre
col volto impastato di lacrime.
Sibilai un ‘grazie’,
volgendo gli occhi al cielo che s’intravedeva attraverso la vetrata di quella camera
asettica d’ospedale.
Sei bravissima come sempre, mia cara amica!
RispondiEliminaBuongiorno, cara Ale, grazie infinite.
Eliminaun abbraccio
annamaria
Accidenti, questo sì che è un amore che uccide! :-D
RispondiEliminaMolto ben scritto, bravissima! :-)
www.wolfghost.com
Troppo buono, caro amico.
Eliminafelice giornata
annamaria
Meraviglioso questo racconto pieno d'amore!
RispondiEliminaUn abbraccio da Beatris
Grazie per le gratificanti parole.
Eliminaricambio di cuore
annamaria
devo prendermi il tempo giusto, le ore in cui sono più attenta e rilassata per passare da te e...gustarmi la tua gelatina di fragole davvero succulenta! sei davvero una eccellenta narratrice cara Annamaria, ti auguro un lieta giornata
RispondiEliminaBuongiorno, cara, ti ringrazio tantissimo, e tu sei una documentatrice nonché narratrice di luoghi incantevoli.
EliminaA presto, un bacio e ricambio di cuore.
Annamaria
Si legge d'un fiato anche se lascia l'amaro in bocca. Come certe storie d'amore che prima finiscono e meglio è.
RispondiEliminaComplimenti alla scrittrice! :-)
Grazie mille, per aver letto e apprezzato.
EliminaBuona serata, un affettuoso abbraccio
annamaria