Titolo intrigante dallo spunto
riflessivo: un titolo contiene un messaggio e anche se nello specifico si
tratta di una silloge di racconti, quindi ogni storia è a se stante, comunque
esiste un filo conduttore, un genere letterario che accomuna l’intero libro di
Grazia Giordani, scrittrice, giornalista e critico letterario. Un libro che
cattura al primo sguardo: sulla copertina primeggia la Pescatrice, opera di Giorgio
Giordani rinomato padre dell’autrice morto prematuramente, scultore di grande
talento, del quale si è ingiustamente obnubilata la memoria e la valenza
artistica.
Grazia Giordani ha ereditato l’amore per l’arte in ogni forma e
della quale ha competenza e passione che trasmette ai suoi lettori. Le sue recensioni
artistiche e letterarie sono appassionate e dettagliate, esaustive nella valutazione
e da più di vent’anni è critico letterario del quotidiano l’Arena. I libri sono
la passione primaria di Grazia Giordani, senza nulla togliere all’arte
pittorica, alla conoscenze delle lettere e alla scrittura sempre raffinata e
gentile, scrittura che denota l’essenza stessa dell’autrice.
La silloge, con il primo
racconto che porta il titolo del libro, c’introduce nell’ambiente fanciullesco,
nella rimembranza dei ricordi che partono dall’infanzia ai banchi liceali, a
quell’amicizia femminile fatta di conoscenza e osservazione da parte
dell’autrice di un comportamento strano della sua amica, una morbosità esagerata
nei confronti degli animali, morbosità che la portava a scuoiare uno sfortunato
ramarro per metterlo a nudo. Con la crescita le strade si separano e restano i
ricordi di quelle anomalie, da divenire un racconto iniziale della silloge che ha
un filo conduttore: svelare le emozioni più intime dei protagonisti.
Sono storie di vita ora reali
ora immaginate, come se i pensieri prendessero corpo e si materializzassero: in
“Dissolvenza” c’è tutta la sinestesia che procura emozioni, accompagnandoci per
mano e siamo spettatori di un irreale che pare esserci, di un immaginario
creato ad hoc perché rappresenta i desideri più riposti.
L’autrice ha origini emiliane,
ma la sua vita matrimoniale e lavorativa si svolge a Badia, zona nei pressi del
fiume Adige che porta l’eco dei monti; un fiume è pace, concentrazione e
ispirazione che prende forma nelle storie di Grazia Giordani e “nell’Eco della
Montagna” che le valse un premio, c’è tutta l’atmosfera e la consuetudine dei
gesti, della ripetitività scontata che appiattiscono i rapporti, e a farne le
spese è la protagonista Helga alla quale resta il bellissimo spettacolo montano
con i suoi rumori, odori e sensazioni. “Il
mormorio delle fronde, il sapore pastoso
delle castagne, il mistero del bosco, la musica del vento” metafore che la
scrittrice sa come dosare e creare.
Innamorarsi di una foto,
accade e molto più spesso di quanto si pensi, è la storia del protagonista del
racconto che s’intitola “La Fotografia”, l’uomo è ossessionato da quella foto
pubblicitaria e scopre che appartiene a una scrittrice che reclamizza l’ultimo
romanzo. Lui l’adora ma vorrebbe farle piegare quell’alterigia
che appare sul suo sguardo e farnetica in strane elucubrazioni; del resto è ben
avvezzo a vari deliri che cerca di arginare con sedute psichiatriche, ma al
tempo stesso giustifica il suo comportamento paragonando le sue paranoie a quelle
di Nietzsche e Schumann.
E che dire di Ginevra
protagonista del racconto “Frenesia”, Ginevra vive fra le pagine di un libro e
decide di divenire un personaggio reale uscendo dalle pagine del romanzo,
materializzare la sua entità incorporea e surreale per provare l’ebbrezza della
realtà, una frenesia appunto. Nel reale anche noi vorremmo costruirci un’altra
vita, magari nella nostra ci stiamo stretti e vorremmo uscire dalle nostre
pagine scritte di vita vera, ma non abbiamo il coraggio di farlo, di prendere
una posizione e restiamo chiusi nel nostro inciso fra due virgole.
La raffinata signora del “Mistero
a margine” pone degli interrogativi, delle riflessioni letterarie e deduzioni
psicologiche, fa accenno ai grandi letterati, poeti, filosofi dei quali ha
conoscenza e amore, ma non è ostentazione di quell’amore, è solo passione da
trasmettere ai lettori, perché lettura è arricchimento e se alla piacevolezza
si unisce la classe della conoscenza, un libro è un giardino di magnificenze
per lo spirito e per la mente.
La scrittura di Grazia
Giordani non è solo storia raccontata è molto di più: nell’eleganza delle sue parole
vi sono rimandi letterari e artistici di grande spessore e competenza.
Un'altra splendida recensione!
RispondiEliminaUn abbraccio.
Grazie, buongiorno mia fedelissima amica.
Eliminaricambio di cuore
annamaria
Una scrittrice di bella penna, ho letto alcuni suoi post nel blog di wordpress e sicuramente il suo libro sarà interessante.
RispondiEliminaTu, cara Annamaria, recensisci magnificamente, accompagnandoci con garbo tra le pagine dei libri.
Un abbraccio,
Marirò
Grazie, cara amica, ti auguro una buona domenica. Un abbraccio
EliminaAnnamaria