venerdì 12 ottobre 2012
Guarda, c'è Platone in tv!
Mi hanno regalato un libro di narrativa che tratta di filosofia. In chiave ironica vengono presentati i sommi maestri della filosofia, i filosofi antichi; in quarta di copertina è scritto: "Altamente istruttivo e altamente divertente, questo è un libro di etica narrata. Una cosa nuova sul mercato delle idee. Una cosa di cui si sente sempre più il bisogno..."
Innamorarsi e restarne soggiogati, nella vita vi sono vari innamoramenti e non solo di tipo sentimentale: l'autrice dopo aver letto "Storia della filosofia greca", libro scritto da Luciano De Crescenzo, al quale dedica un particolare ringraziamento, subisce un colpo di fulmine filosofico. Ma l'innamoramento nasce in lei sin dalle scuole elementari è lì che il seme radica con la conoscenza di Pitagora, in seguito amerà Platone per il "Simposio", Aristotele per il principio di non contraddizione, Epicuro per la concezione dell'amicizia e Cartesio per il cogito. Lei dice che senza di loro la sua vita sarebbe stata vuota.
Giovanna Zucca, è un'infermiera e lavora come strumentista e aiuto anestesista; è laureata in filosofia e tiene parecchi seminari. Avete già avuto modo di conoscerla, attraverso la mia presentazione del suo libro d'esordio "Mani calde" che tratta la storia di un bimbo scampato alla morte dopo il coma. Questo libro è la libera rielaborazione della sua tesi di laurea e nella parte conclusiva, dedicata ai ringraziamenti, l'autrice con umorismo si addossa ogni responsabilità della sua eventuale "cialtroneria intellettuale" (queste sono le sue precise parole).
La narrazione comincia con alcune righe tratte dal Parmenide di Platone: "Zenone, che cosa vuoi dire? Che se la realtà è molteplice, i molti devono essere insieme simili e dissimili, ma questo è impossibile, perché le cose dissimili non sono simili, né quelle dissimili?..."
Siamo a casa di Giovanna che con tanta buona volontà tenta di leggere il Parmenide, fa molto caldo e la concentrazione è scarsa, le disquisizioni filosofiche fra Socrate e Zenone sono astruse e incomprensibili, l'ontologia è difficile da apprendere.
La scena si sposta a casa di una famiglia romana, stessa serata calda, in televisione un evento importante, una serata speciale di "Porta a Porta" con ospiti illustri, i mitici maestri della filosofia chiamati lì per discutere il tema della virtù come bene comune. Si parla di un evento straordinario con collegamenti satellitari, seduti in studio ci sono già il "divino" Platone, Aristotele di Stagira ed Epicuro di Samo; seduti tra il pubblico altri illustri maestri contemporanei, Gianni Vattimo, Massimo Cacciari e Luciano De Crescenzo. La famiglia romana, come tante altre, ha il televisore acceso, lo speciale di Vespa incuriosisce il signor Nando che richiama sua moglie Grazia; sopraggiungono in un secondo momento la fidanzata del figlio ed in seguito il ragazzo. I coniugi romani, a digiuno totale di filosofia, attraverso le spiegazioni della ragazza s'incuriosiscono e decidono di seguire il programma con molto interesse anche per imparare qualcosa. La signora Grazia comprende che gli argomenti filosofici riguardano la quotidianità e che la filosofia aiuta nella comprensione degli stessi.
La scena si sposta, poi, in Sicilia, un professore di filosofia in pensione non crede ai suoi occhi quando vede sul palcoscenico di "Porta a Porta" i sommi maestri; finalmente trattano la sua amata materia insegnata con fervente passione; crede che il tutto sia un artifizio metafisico e si irrita soltanto quando scorge De Crescenzo seduto tra il pubblico. Entrambe le situazioni sono narrate nell'idioma di appartenenza, infatti i dialoghi sono in perfetto romanesco e in perfetto siciliano.
I filosofi durante la trasmissione sciorinano acuti pensieri e disquisiscono sul valore della virtù, si scatena una diatriba che porta i telespettatori a comprendere meglio gli avvenimenti contemporanei alla luce della filosofia antica. Vespa ha molta difficoltà a condurre il programma, il tutto sembra sfuggirgli di mano e spera di placare i sommi maestri con l'ultimo ospite: durante la puntata una poltrona è rimasta vuota, si attende il Grande Cartesio, che involontariamente è stato dirottato altrove.
Questo è un libro non solo etico, ma anche pedagogico: trattare un argomento importante, sotto forma di narrazione, è particolarmente adatto per coloro che necessitano di un approccio ad una materia che migliora il modo di pensare e di ragionare sull'esistenza nella sua totalità. Tutti noi ci chiediamo il senso delle cose e perché esistiamo, e questa è "Filosofia"; Giovanna Zucca si pone come obiettivo insegnare la filosofia dei Grandi, ossia l'amore per il sapere.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Ricordo che la lettura di De Crescenzo aveva ispirato anche me... d'altra parte è molto importante saper parlare di argomenti complessi con semplicità ed ironia, anzi credo che questo sia il miglior metodo d'insegnamento possibile...
RispondiEliminain questo caso il libro è sicuramente utile, oltre che piacevole, per chi sa poco o nulla di filosofia, perché potrebbe accorgersi che è proprio l'approccio che stava cercando senza saperlo...
i libri chiamano...
un abbraccione carissima
Già, i libri chiamano: quanto hai ragione, cara Maria, lo stesso è per quegli insegnanti che sanno coinvolgere e trascinare. Questo libro è come un seme gettato in un campo arido che magari attendeva di essere reso fertile. Il libro si legge con piacevolezza proprio per l'ironia e raggiunge lo scopo che si prefigge.
RispondiEliminaGrazie, cara, ti auguro un buon weekend.
con affetto
annamaria
Potrebbe essere un approccio alla filosofia per chi alle primissime armi! ;-) Divertente, come del resto lo sono i lavori di De Crescenzo; tuttavia discuisire su filèin e σοφία, ovvero su l'amare la conoscenza è un po' più complicato. Già il solo fatto di far filosofia è un problema filosofico, oltreché epistemologico.
RispondiEliminaDirei che questo libro è proprio per i neofiti, sperando che poi vogliano approfondire sul serio e ponzare pensieri con la loro propria testa. ;-)
Un caro abbraccio, Annamaria e buona domenica
beppe
E' un libro che perlomeno parla dei Grandi Maestri della filosofia antica e per sommi gradi ne presenta il loro pensiero. Certo lo studio profondo è tutt'altra cosa, ma ha la prerogativa di divertire e informare sotto forma di narrazione.
EliminaGrazie, Beppe, buona domenica anche a te.
ricambio affettuosamente
annamaria
Senza semplicità e ironia non si insegna nulla, c'è un insegnamento per chi è già esperto nel campo, e quindi si può procedere per sintesi fulminee e brevità addensate, e c'è un insegnamento per chi è a digiuno, così come ci sono le scuole medie e l'università. Ottima l'idea di spiegare ironicamente e vivacemente i grandi concetti filosofici.
RispondiEliminaE se lo dici tu, cara Mimma, che hai fatto l'insegnante con passione e grande capacità, vuol dire che il metodo è quello giusto. L'approccio se fatto con tatto e convincimento occulto ottiene sempre i suoi risultati e l'ironia in una spiegazione è sempre accattivante.
EliminaBuona domenica, un bacio.
annamaria
Davvero una idea curiosa e... funzionante! ;-) Non ho dubbi che possa incuriosire anche chi di filosofia ne ha masticata davvero poca :-)
RispondiEliminaUn caro saluto :-)
Grazie per il tuo pensiero.
Eliminaun saluto pomeridiano
annamaria
Vediamo se riesco...
RispondiEliminaWow! Finalmente! Cara Annamaria, per me che amo la filosofia dell'antica Grecia questo è un testo imperdibile.
RispondiEliminaUn caro abbraccio.
Ce l'hai fatta, cara Ale, sono felicissima.
EliminaBene, sono contenta di aver suscitato il tuo interesse; il libro è ironico e piacevole.
Ricambio affettuosamente, buonanotte.
annamaria