Un rumore di chiavi, un tintinnio
continuo contro la porta persiana sovrastò Il suono del concerto che stava
seguendo in televisione, dette voce per richiamare il marito che credeva si
trovasse all'esterno nel tentativo di entrare. Il tintinnio continuò, allora
lei si alzò dal divano di quella zona living situata a piano terra della
villetta al mare e girò le sue chiavi che erano ancora nella toppa, le roteò e
spinse. Due strani ceffi incappucciati erano lì fuori, lei non si perse d'animo
e nella frazione di secondi, spalancò con veemenza la porta finestra, uscì e
rincorse gli sconosciuti che si stavano allontanando velocemente. Lei imprecò,
mentre a grandi balzi attraversava il giardino, quei maledetti stavano per
scassinare la porta, le loro intenzioni erano esplicite. 'Non siamo più
sicuri,' pensò mordendosi un labbro 'neanche quando siamo presenti in casa '.
Stava per raggiungerli, loro velocemente spalancarono lo sportello dell'auto
parcheggiata davanti al cancello residenziale e il conducente mise in moto e
partì a tutta velocità, lasciando una scia di scarico carburante che appestò
l'aria fresca di quel timido mattino avvolto dai chiarori dell'aurora. Lei si
bloccò furente, fu raggiunta dai genitori che stavano dormendo al piano
superiore: erano stati svegliati dal rumore della porta sbattuta contro la
ringhiera del terrazzino; erano confusi e chiesero spiegazioni. Tutti rimasero
in quella situazione angosciante per un bel po' di tempo, poi rientrarono e si
accomodarono intorno al tavolo in attesa del caffè che avrebbe schiarito le
loro menti annebbiate e sbigottite. Continuarono la conversazione in giardino,
poi sopraggiunsero altri residenti del complesso e raccontarono l'accaduto, si
vedevano visi preoccupati, sarebbe potuto accadere anche a loro: la vita è una
ruota che gira. Passò di lì una condomina che rientrava dall'uscita mattutina,
mentre la sua famiglia ancora dormiva; lei premurosa, come ogni giorno, andava
in pasticceria ad acquistare i cornetti caldi per la colazione. Anche lei si
unì al capannello di gente e come tutore della legge dette qualche ragguaglio
sui furti nelle abitazioni e si mostrò preoccupata anche per se stessa: abitava
al primo piano della palazzina frontale alla villetta appena visitata. Li
salutò e si affrettò a tornare a casa per non far raffreddare i croissant
profumati di forno, non sapendo che i rapinatori erano stati prima da lei:
mentre credevano di dormire sonni tranquilli, i ladri erano penetrati da un piccolo
finestrino vasistas del terrazzo e con passo felino avevano compiuto la rapina,
quello che c'era, compreso un bottino in denaro non poi così magro!
Ciao Annamaria, sai che è un peccato abbandonare il rete dei racconti così belli?! Perché non torni e segui il blog come meriterebbe? Eppure è un piacere leggerti... Ciao e un abbraccio grande
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