Il dolore non ha mai fine: ancora una volta un ennesimo fatto di sangue, di violenza camuffata sotto una spessa coltre di finto amore, ha stravolto le famiglie: perdere la vita a sedici anni per un amore sbagliato è assurdo, inconcepibile! L'adolescenza è il periodo delle storie sentimentali senza il fiato sul collo, senza l'ossessività della gelosia, del possesso; a sedici anni si sperimentano emozioni, conoscenze, nuove amicizie, integrazioni nel gruppo dei coetanei. E' il momento della scoperta del mondo, dei filarini batticuore, dell'approccio sentimentale: non può esservi un rapporto esclusivo e tormentato dai dubbi, dalla prevaricazione, dall'angoscia tipica del mondo degli adulti. A sedici anni si dovrebbe vivere la spensieratezza sentimentale, le preoccupazioni di quel genere sono del mondo dei Grandi!
La nostra vita è una conquista giorno dopo giorno, è una lotta per la sopravvivenza in un mondo egoista e avido che non sa che farsene dei valori di fratellanza e della prosperità comune: chi ci gestisce propina bei soliloqui a voce alta, discorsi enfatici atti a conquistare le folle. E tutto precipita, si sgretola trascinando con sé fango e macerie mietitori di morte e miseria. La gente è esasperata, parla, rivendica i suoi diritti; scrive, scrive pagine di protesta, urla nei talk show, ricevendo in cambio falsi sorrisi e altrettanto urla convinte che quell'interlocutore infuriato non dica il giusto. Un lavoratore se non fa bene il proprio lavoro è licenziato e non percepirà nulla, mentre un politico anche dopo un battito d'ali lavorativo percepirà il vitalizio. Ma questa è l'Italia e se il politico non dovesse ricevere il sostentamento futuro, dio ce ne liberi, sarebbe un'ingiustizia, mentre per il lavoratore lasciato a secco è giustizia!
E l'economia cresce, dicono; il turismo è aumentato, dicono; la vendita d'immobili è in ripresa, dicono; le città sono più sicure, dicono; e il rispetto, l'educazione, i buoni esempi, l'amore per la propria terra, dove sono? Dov'è quel prodigarsi per ripulire i volti ambientali insudiciati dall'abbandono, dalla superficialità? E se ne parla, se ne parla, in un bla, bla, bla reiterato e stanco di essere messo in prima linea. Ci vorrebbe azione: le parole se le porta il vento! Occorrerebbe muoversi, creare progetti, spendere i fondi della Comunità Europea, spenderli per il bene comune; al bando gli appalti manipolati, al bando gli incapaci, gli avidi, gli approfittatori del sangue umano. Ma in tutto questo bailamme assordante nascono anche buoni propositi che danno il loro frutto, ad Amatrice è sorto un liceo scientifico a indirizzo sportivo e internazionale, un convitto che ospiterà studenti di tutta Italia, una bella rinascita per la cittadina colpita dal sisma.
Una fetta di umanità esiste ancora, ma il male è ancora avvolto in una coltre di mistero che marchia le famiglie per sempre: difficile è continuare a vivere con mille domande che ossessionano la mente e con la perdita della persona cara strappata ingiustamente alla vita. Ancora oggi le donne sono vittime di follie omicide, ancora oggi l'uomo si arroga il diritto dell'esclusività, del possesso. Forse a quegli uomini non è stata insegnata la rinuncia, il non sempre tutto è dovuto? Perché se è vero che l'esasperazione per il sistema ha reso la gente incattivita, ciò esclude il fatto che la vita altrui non sia rispettata! L'esasperazione produce mostri umani del terrore? Stiamo regredendo? Il progresso tecnologico ha fatto regredire i sentimenti e il Medio Evo sta rinascendo!
Una disamina agghiacciante, ma purtroppo veritiera.
RispondiEliminaIl mondo di oggi è pervaso dall'ignoranza e dalla violenza, e non più da comprensione e saggezza. E risulta difficile vedere una luce di speranza in questo buio tunnel.
Un abbraccio, cara, e complimenti per il post!
Il tunnel non sarà sempre buio, troveremo la via di uscita, la luce, occorre sperare e avere pazienza, oppure impegnarsi nel cambiare le cose.
EliminaGrazie, cara Alessandra.
un abbraccio
annamaria
La retorica è tradizionalmente intesa come l'arte del dire, del parlare, e più specificatamente del persuadere con le parole. L’arte retorica già nella Magna Grecia era così importante che al suo studio si dedicavano ben tredici anni.
RispondiEliminaAttenzione però, perché la retorica venne concepita come un’arte capace di sedurre ed indurre dalla propria parte vasti pubblici, non sempre sostenendo le proprie ragioni con fini ragionamenti, ma piuttosto con esempi clamorosi, frasi ad effetto…tutti i mezzi erano leciti e la verità o la presunzione di verità del proprio discorso era cosa del tutto trascurabile. Insomma, i retori sofisti erano dei veri e propri “professionisti della parola”, nel V secolo a.C.
Oggi, cari amici, vi sembrano che le cose siano mutate? Ho timore di no e penso che, oggi, i professionisti della parola si chiamino politici.
E hanno imparato bene la lezione dei maestri greci: non il vero, né il giusto si deve difendere con la propria parola, ma il verosimile o meglio ancora l’utile.
Capisco, vi passano davanti agli occhi, leggendo queste parole molti dei nostri politici, avrete pensato a quelli di oggi, a quelli del passato, a quelli che hanno usato la retorica come scienza serva della verità e a quelli che hanno ingannato le masse portando intere nazioni a buttarsi in guerre assurde…
Oggi, i politici hanno dei team di professionisti che ne studiano il look, la posizione da tenere in pubblico, la pronuncia, danno loro gli strumenti per gestire la forza dei loro discorsi, gli escamotage per renderli più credibili, più vicini alla gente. Personale addetto alla formulazione stessa dei discorsi. E chi non ha questi professionisti, chi non li può o non li vuole pagare, si riconosce.
Siamo così abituati al rispetto della forma, che la sostanza passa in secondo piano. Se un politico durante un discorso ha la cravatta storta è possibile che sia quel particolare a catturare la nostra attenzione e a fare notizia, piuttosto che quello che ha detto.
La retorica però, cela anche un altro grande aspetto. Il discorso retorico deve concludersi con un comando, un’azione, un gesto che viene richiesto. Per esempio: “votami”, oppure “iscriviti”…
Allora, se volete mantenere il vostro libero arbitrio in uno stadio da esseri umani, se non vi piace che qualcuno che non sia un romanziere famoso o un bravo regista possa portarvi a pensare o a fare cose di cui non sareste d’accordo, guardatevi da coloro che utilizzano frasi ad effetto, esempi eclatanti, aneddoti ai limiti della realtà, battute o gag, ricorrono ad artifici dialettici quando gli avversari chiedono loro di dare spiegazioni circa il loro operato, o sono incapaci di riconoscere gli errori o ancora propongono un approccio troppo emozionale alla politica…
E, soprattutto, valutate. Valutate e confrontate a mente fredda, a qualche giorno di distanza dal discorso, alla luce dell’operato che ha condotto sin là quel tal politico. Esercitate il vostro potere discrezionale. Che sia anche questo un esercizio retorico?
PAROLAI
di Fausto Corsetti
Con un carissimo saluto.
Fausto
Grazie,per il corposo commento che arricchisce il mio post. Condivido ogni tua parola, i maestri di retorica sanno come abbindolarci e in questo momento storico i politici sfruttano la parola per i loro scopi.
RispondiEliminaBuona serata, cordialmente.
Annamaria