Marilena s’alzò
prima del solito, aveva avuto una notte agitata ed era ancora frastornata:
aveva sognato una sconosciuta ragazza che le parlava come se la conoscesse da
tempo.
“Devi cercare, mi
devi far giustizia!” e mentre le comunicava lo strano messaggio, sembrava
svanire al di là di una porta segreta, in un luogo mai visto prima. Nel sogno,
per lo stupore, era ammutolita e s’era guardata intorno, chiedendosi dove fosse.
Erano seguiti attimi di angoscia e di timore di non poter più ritornare alla
sua normale vita, invece s’era svegliata di soprassalto e dopo i primi istanti
di smarrimento, aveva benedetto la sua realtà.
“Ma guarda che strano
sogno, tutta colpa di quella lettera del passato, che suggestione!”
Guardò attraverso i
vetri e scorse un cielo limpido, all’orizzonte s’intravedeva un delicato
chiarore che lasciava presagire l’arrivo del sole. Adorava le giornate terse
riscaldate dai fulgidi raggi solari, le pareva di essere ancora nella sua terra, dove il sole generoso si donava quasi per tutto l’anno: da quando era in quella
terra del nord lo spettacolo naturale era ben diverso e lei a malincuore
cercava di adattarsi. Era ancora confusa quando le squillò il cellulare, era la
sua amica Mimma che le proponeva una cenetta a casa sua, sarebbe stata anche
un’occasione per consegnarle gli appunti del giorno prima. Marilena ne fu
felice, l’intimità del suo nido era preziosa ma anche la compagnia lo era
altrettanto, si disse, per cui sarebbe stata gentile e avrebbe fatto una
sorpresa a Mimma, portandole un dolce preparato con le sue mani. Quella telefonata
le fece dimenticare il sogno inspiegabile e mentre era in macchina per
raggiungere la biblioteca, accese la radio e canticchiò il motivo che stavano
trasmettendo. Giunse di buon umore al posto di lavoro e cominciò a controllare
la lista dei libri resi e di quelli presenti per stilare un promemoria di tutti
i volumi mancanti: il lavoro le piaceva e lo faceva con impegno. Scorse un
ragazzo nella sala lettura che guardava nel vuoto, poté coglierne anche le
espressioni del viso: egli era in una posizione frontale alla sua. Le
sopracciglia aggrottate esprimevano pensiero, perplessità, forse dubbio, o
stanchezza, poi lo vide reclinare il capo e portarsi le mani alla fronte,
tamburellare con le dita sul piano del tavolo e in seguito lanciarle uno
sguardo infastidito, quasi a volerle dire che doveva guardare altrove. Marilena
provò impaccio e si allontanò da quella sala quasi come fosse una ladra, si
ricordò del romanzo latore della missiva misteriosa e lo cercò nello scaffale,
sperava di poter trovare qualche interessante annotazione. Il libro era
intonso, nulla, solo ingiallito dal tempo, la copertina ne portava i segni e
fra le pagine della polvere sottile e un bel nastrino rosso segna libro.
“Cosa cerchi fra
quelle pagine?” disse lo sconosciuto che poc’anzi aveva attratto il suo
sguardo.
“Nulla.” rispose “E
poi non sono tenuta a spiegarti alcunché!”
“E solo che, è dall’altro giorno che mi sono
accorto del tuo interesse per questo romanzo che tra l’altro ho letto anch’io
come svago. L’ho restituito prima che tu cominciassi a lavorare qui.” disse il
giovane che visto da vicino aveva un’espressione meno tesa.
“Ci vediamo, bella
bibliotecaria!” esclamò subito dopo e si allontanò, senza darle il tempo di
replicare.
“Ma guarda che
tipo!” mormorò Marilena e proseguì con il suo lavoro, poi si sedette e aprì i
suoi appunti, notò in calce la voce: “Approfondire con ricerche!” nulla di più
facile per lei: in quella biblioteca vi era tutto il materiale inerente
all’argomento che le interessava. Prese il volume e decise di portarlo a casa,
nella tranquillità senza occhi indiscreti e libri da catalogare avrebbe trovato
la giusta concentrazione.
Era già in macchina
quando si ricordò della frase del giovane sconosciuto: “Questo romanzo l’ho
letto anch’io”. Quelle parole le fecero dedurre che la lettera del passato era
stata messa recentemente, per cui sicuramente non apparteneva a una lontana lei
che aveva letto il libro; quindi l’unica spiegazione plausibile era che qualcun
altro avesse deciso di ordirle uno strano scherzo, oppure era semplicemente una
richiesta d’aiuto, quindi il sogno era frutto del suo inconscio turbato, ma perché
era stata scelta lei, pensò? Notò che una stessa auto le stava dietro: mentre
rifletteva, di tanto in tanto, per una guida sicura, aveva dato uno sguardo
allo specchietto retrovisore e s’era accorta che quella fiat panda color crema
percorreva il suo medesimo tragitto. Non riusciva a scorgere il conducente: aveva
un cappellino unisex calato sulla fronte, uno di quei berretti di lana che
indossano un po’ tutti. Volle allungare il tratto e fece una deviazione,
proprio per studiare l’inseguitore e parcheggiò dinanzi a un centro
commerciale; entrò e si fece un giro, aveva bisogno di tempo per scoraggiare
quell’anonimo tallonatore. Fu attratta da un nuovo negozio di calzature, ve
n’erano di carine a prezzi stracciati, volle concedersi una pausa distensiva,
sembrava quasi che qualcuno le volesse avvelenare quella nuova vita. “Non ci
riuscirai chiunque tu sia!” mormorò.
“Che fai, parli da
sola?” Marilena si voltò e riconobbe il giovane conosciuto alla biblioteca. Le
sembrò che un santo protettore gliel’avesse mandato.
“Che ci fai qui?”
chiese con un certo sollievo.
“Io abito di
fronte, tu piuttosto?”
“Mi hanno detto che
qui si spende bene, sono venuta a dare un’occhiatina e perché no, a fare
acquisti. E visto che ci sono mi concedo anche uno spuntino veloce.”
“Ok, bellezza,
allora offro io!”
Si ritrovarono al
tavolo del self-service come due amici di vecchia data.
“Non sei di Verona,
strano non si direbbe dall’accento, anche se non ne hai uno specifico!” esclamò
Fulvio “Hai fatto bene a conquistarti
un’indipendenza di tutto rispetto.”
Marilena gli narrò la sua vita e le sue
aspirazioni, tra un boccone e l’altro ne tracciò i punti più salienti; tacque
su quell’ombra che non sapeva neanche cosa fosse, su quello strano punto oscuro
che non osava neanche confessare a se stessa, non ne aveva mai parlato con
nessuno: sua madre, che pur era la sua confidente, non ne era a conoscenza. E
non gli disse che si trovava lì perché si era sentita minacciata da un inseguitore
ipotetico: non aveva certezze e non le sembrava giusto tediare un ragazzo
conosciuto da poco.(continua)
(Vacanze, cara: grazie!)
RispondiEliminaLa storia procede alla grande. Ottima la scrittura (e non è certo una novità) e molto buoni i personaggi, assai ben descritti.
Buona serata.
Buongiorno, Alessandra, ti riferisci al tuo periodo di riposo, sono contenta che tu ti sia presa una vacanza.
EliminaTi ringrazio per l'apprezzamento ai personaggi della storia, ti auguro un buon weekend.
un abbraccio
annamaria
Talvolta sogni e libri ci legano, o cercano di legarci a qualcosa o a qualcuno. Ma i sogni più dei libri sono menzogneri, e credere ciecamente nel destino chiuso in un sogno o indicato fra le pagine di un libro non porta quasi mai bene. Un incontro fortuito con un bel giovane che ama persino leggere. Direi che sei romantica, o meglio ancora: per questa storia la tua scrittura è versata nel romanticismo. E c'è la minaccia dell'inseguitore, reale non si sa quanto, non per il momento. Però la protagonista avverte di essere seguita, o perlomeno così le pare.
RispondiEliminaI personaggi sono ben tratteggiati e rispondono bene al ruolo che tu, Annamaria, hai loro assegnato. Sì, decisamente questa storia è molto alla Fabio Volo - che però non amo. ;-) E con ciò non sto dicendo che non mi piace la tua storia. Solo è che preferisco scrittori come Marc Levy a Volo: anche Levy scrive romanzi d'amore, romantici, però la cifra di Levy è qualcosa, quella di Volo è quel che è. Perdona la critica al volo a "Volo". ;-)
Continua così, sei sulla giusta strada.
Un caro saluto.
Beppe
Si, hai ragione sono romantica, amo le storie d'amore e tutto ciò che ruota intorno. Non ho letto nulla degli autori che citi, per cui non posso esprimermi, quello che so è che la narrativa mi ha sempre affascinato e ti ringrazio per l'attenta lettura e per l'esaustivo commento.
EliminaUn abbraccio
Annamaria
buongiorno Annamaria,
RispondiEliminail romanticismo era/è un movimento culturale e letterario che si fonda su alcuni principi, tra i quali capeggia il sentimento, certo nella accezione allargata del termine ma sempre nella sfera dei valori. Non aver paura di essere romantica ;)
sei una grandiosa penna
buona giornata
Grazie mille, caro Tads, per il lusinghiero commento è soprattutto sono contenta d tuo rientro, ora non posso sono con il cellulare, dopo a casa andrò a leggerti sul pc, forse hai pubblicato un nuovo post.
EliminaUn abbraccio
Annamaria
Scusa i refusi da tastiera. Ciao
EliminaQualcosa inizia a cambiare nella vita di Marilena?
RispondiEliminaPerò, è vero, sai? E' vero che ti può capitare di esternare tutto di te a una persona appena conosciuta, una fiducia istintiva immediata, un attacco quasi logorroico che nasconde un bisogno represso da tempo di dire. E' bello quando succede.
Riprenderò la lettura dei capitoli nei prossimi giorni.
Un abbraccio, ciao
Grazie per il passaggio e per il bel commento.
EliminaTi aspetto.
Un abbraccio
Annamaria
Grazie per il passaggio e per il bel commento.
EliminaTi aspetto.
Un abbraccio
Annamaria