Una nuvola di raso
e perline luccicanti occhieggiava nella penombra della camera che vedeva il
nuovo giorno. Rosa osservava il sontuoso abito e un groppo in gola le faceva
detestare quello sfavillio ingannevole come la sua partecipazione. Fra un po’
avrebbe preso il via la musicalità del giorno più importante, se tale fosse stato…
anche per lei. Si agitavano pensieri in tumulto, sensazioni che non aveva osato
confidare e che l’avrebbero schiacciata, mettendola nel dileggio familiare. Non
aveva osato rivelare la sua vera natura, quella che aveva scoperto di possedere
e che avrebbe causato uno sconvolgimento.
Gli amori giovanili
nascono anche sui banchi di scuola e Rosa era stata corteggiata dal primo della
classe, Ivan, che si era proposto di aiutarla nelle versioni di greco così ostiche
per lei. Un ragazzo educato che aveva ricevuto la piena approvazione dalla mamma
di Rosa.
“Mamma quella
lingua morta, è un vero tormento.” si lamentava, e di rimando sua madre: “C’è
Ivan, lo sai quant’è bravo!” divenne un membro di quella famiglia e la ragazza
subì anche la sua corte.
Nacque così un fidanzamento, approvato da
tutti, che si protrasse nel tempo, per via della giovane età di entrambi che dopo
il liceo frequentarono anche la stessa facoltà. I giorni si susseguirono in un
crescente di vicende e di emozioni; nei pensieri di lui lo studio e Rosa che
amava alla follia; in quelli di lei anche l’amore quieto per lui.
Dopo la laurea Ivan
iniziò il praticantato nello studio del padre avvocato, mentre Rosa in quello
di un amico di famiglia. Ada, segretaria efficiente, dal volto mascolino, ma
con un aspetto intrigante, strinse subito amicizia con Rosa, elargendole
spiegazioni e consigli.
Rosa era inquieta: da
quando frequentava quello studio, la sua vita interiore era mutata. Non
riusciva a capire cosa fosse e la sua pacatezza aveva fatto posto
all’irrequietezza che si acuiva tutte le volte in cui Ada le si rivolgeva con
il suo ammiccante sorriso.
“Vorresti accompagnarmi
alla sfilata di moda questa sera?” cantilenò Ada, dopo vari mesi. “Andiamo via
da sole, il tuo Ivan farà altro!”
Erano davanti al
portone di casa di Rosa, la serata si era svolta bene, la nuova collezione
aveva riscosso successo, quando Ada l’abbracciò e le cercò le labbra.
“Vieni da me!”
sussurrò “Ti farò conoscere l’amore, conosco la tua inquietudine!”
Cominciò una
relazione nascosta che portò ad alte sfere Rosa, la quale visse la sua duplice
vita all’insaputa di tutti. Il fine settimana fra le lenzuola con Ivan, al
quale concedeva una spenta passione, e nei giorni lavorativi fra vari
espedienti si appartava con la segretaria. Quella celata passione le apparteneva
a tal punto che bramava Ada, come mai aveva desiderato il suo futuro marito. Ada
era un’amante eccezionale, romantica, premurosa e sapeva come accenderla di
desiderio.
“Ti rendi conto Ada,
abbiamo fissato la data delle nozze e incominciano fra un po’ anche i
preparativi. Sono nell’inferno, ti desidero e mi detesto!”
Rosa conosceva il
moralismo della sua famiglia, i loro preconcetti, e continuò con la sua farsa che la stava uccidendo.
Il giorno delle
nozze era giunto, fra un po’ quella casa si sarebbe animata per lei che aveva
il cuore in lutto.
Non se la sentiva
di giurare sull’altare, non poteva offendere la sacralità del luogo. Era una
codarda: non aveva la forza di rivelare la verità, solo un gesto estremo
l’avrebbe salvata. Uscì di corsa, ancora tutti dormivano e si diresse all’auto,
entrò e mise in moto raggiungendo l’abitazione di Ada, luogo deserto; scese
dalla sua vettura, tappò il tubo di scappamento, entrò nuovamente, bloccò
ermeticamente i finestrini dell’auto, accese il motore e poi attese che il sonno
eterno le desse la libertà.
Bello e terribile, cara!
RispondiEliminaTi ringrazio, cara Alessandra, per l'apprezzamento, per fortuna ora molti tabù sono superati. Buon pomeriggio, un abbraccio. Annamaria
Eliminaciao Annamaria,
RispondiEliminaper fortuna queste soluzioni estreme sono in calando, comunque il tuo racconto è attualissimo, questa società non ha ancora metabolizzato le diversità, forse perché non ancora educata al farlo.
grande penna, chapeau!!!
un caro abbraccio
Troppo buono, il tuo gratificante commento mi entusiasma.
EliminaRicambio l'abbraccio di cuore.
buona serata
annamaria