S'aggirava da sola per
le camere, quanti ricordi, quanti momenti vissuti tra quelle mura che
traspiravano ancora di odori e di colori. I ritratti degli avi di suo marito
sembravano sfidarla con il loro sguardo altero, lei conosceva a mena dito la
storia del loro passato glorioso che non esitava a rinvangare tutte le volte in
cui le era chiesto. Anche suo marito ormai apparteneva al passato ed erano anni
che l'aveva resa vedova; le erano rimasti i figli, ma essi avevano la
loro vita che lei viveva di riflesso. Il panorama del suo paese entrava
attraverso la vetrata del soggiorno di quella casa che l'aveva vista giungere
sposa, se ci pensava, ricordava ancora l'annuncio imperativo di Armando: "Ho
fatto affiggere le pubblicazioni, fra otto giorni ci sposiamo!" L'aveva
lasciata di stucco, erano fidanzati da più di dieci anni, ma lei stava troppo
bene con i suoi che l'adoravano e comprendevano le sue perplessità.
Era una ragazzina che frequentava il ginnasio e
conobbe Armando alla festa patronale, da quel momento non le dette tregua e lei
era felice di essere corteggiata dal ragazzo appartenente alla famiglia più
illustre del suo borgo. Lui era anche bello e con le idee chiare, avrebbe
ricalcato le orme dei suoi avi, avrebbe restituito dignità al casato: il
bisnonno, a causa del vizio del gioco e delle belle donne, aveva dilapidato
ogni cosa, erano rimasti a memoria gli stemmi su alcuni palazzotti di vecchia
proprietà. Lara aveva preso la maturità, il fidanzamento non l'aveva distolta
dai suoi studi, poi partecipò al concorso per l'abilitazione ad insegnante
delle elementari, ottenne la cattedra e cominciò ad insegnare con tanta
passione, la sua vita era ricca così, i bambini, i genitori e Armando come
cornice alla sua esistenza appagata. Lui comprendeva e imputava il fatto che
Lara non fosse ancora pronta
per il matrimonio a causa della giovane età, mentre lui ne aveva dieci in più
ed era divenuto l'unico legale del paese, era stimato e ben considerato, i più
avrebbero voluto che si mettesse in politica e che si candidasse come sindaco.
"Amore, ormai sei
un'adulta già da tempo, sei maggiorenne; siamo fidanzati da dieci anni, io non
posso più aspettare, ho trentacinque anni, sono realizzato, forse mi candido
come sindaco, perché non ci sposiamo?"
"Non posso, non posso, se mi vuoi continuiamo
così!"
"Basta, oggi passo dai tuoi, mi dovranno
ascoltare questa volta, o mi sposi o ti lascio per sempre!"
Erano gli anni in cui si convolava a nozze anche in
giovane età, quindi il comportamento di lei era inspiegabile, non c'era motivo
di tenere in piedi un rapporto privo d'amore, tra l'altro non era stata neanche
compromessa: Armando non era mai riuscito a valicare quel muro di moralità e
tutto ciò rendeva lei ancora più speciale ai suoi occhi.
Si fermò un attimo nei ricordi e sorrise
amorevolmente alla foto di suo marito che pareva ricordarle il suo grande
amore: non ci aveva pensato due volte a prenderla in sposa nonostante la sua
presunta infertilità.
Lara s'era ammalata di tifo poco dopo la maturità,
la febbre alta non calava e
l'infezione la tenne a letto per circa un mese, si temette che non potesse
farcela: al tempo la guarigione era difficile, la convalescenza fu, infatti,
lenta e la ripresa fisica altrettanto. Il medico dopo l'ultimo controllo
dichiarò la guarigione con una complicanza ginecologica, Lara non avrebbe
avuto figli: il tifo l'aveva resa sterile. I genitori della ragazza non si
accontentarono di una diagnosi e sottoposero la figlia a vari consulti,
l'ultimo medico fu categorico: "Figli? Ci saranno altre gioie nella vita
di questa creatura."
E Armando che aveva sempre ignorato ogni cosa, quel
pomeriggio fu informato sulla verità dai genitori della sua fidanzata.
"Era questo, solo questo!" esclamò
risollevato "Non m'importa, io amo vostra figlia, la mia vita è già ricca
così!"
Fece costruire una casa perfetta per le loro
esigenze di coppia, una palazzina prospiciente i monti a nord del paese. Quella
prova d'amore non fece esitare più Lara. Si sposarono e sulla coppia aleggiò il
sentimento autentico, i figli non erano predominanti. E i figli a dispetto
delle previsioni giunsero, dapprima una femmina, poi un'altra ed infine il
maschio, tre creature tutte in perfetta salute di mente e corpo che
completarono quella già perfetta unione.
"Vero Armando!" lei rammentava tutte le
volte che andava a ritroso nel tempo.
Lui tenne fede anche
alle sue promesse, divenne sindaco e ridette lustro al suo casato: tornarono ad
essere la famiglia più stimata del paese.
Riesci sempre a commuovermi, cara!
RispondiEliminaUn grande abbraccio.
Grazie infinite, cara Ale, comunque ho cercato di raccontare una storia vera che commosse anche me quando la protagonista me l'ha narrata.
EliminaRicambio di cuore
annamaria
la capacità che hai di creare varie chiavi di lettura è veramente notevole, in questo post albergano diverse metafore... il potere dell'amore di trasformare in forza punti deboli, il bisogno atavico di non percorrere strade in solitudine ma, soprattutto, la volontà di portare aventi un progetto anche se privato di elementi fondamentali come la procreazione.
RispondiEliminaComplimenti sinceri Annamaria
TADS
Albergano metafore che prendono spunto dalla realtà, caro amico. La protagonista mi ha raccontato la sua storia e io ne sono rimasta colpita a tal punto da pensare di scriverla e gliel'ho anche fatta leggere.
EliminaTi ringrazio infinitamente per l'elogio che mi onora.
un affettuoso saluto
annamaria
bell'esempio d'amore, se questo sentimento fosse vero, la coppia sarebbe realizzata in quanto tale, unione di anime e di corpi, a prescindere da tutto il resto.
RispondiEliminacomplimenti.
un abbraccio
cri
Questo sentimento, cara Cristina, è stato autentico, dico è stato perché il lui non c'è più: la vicenda l'ho appresa dalla moglie, io conosco anche la casa che si affaccia sul monte, c'è un bel panorama e ho visto anche i ritratti dei suoi avi.
EliminaGrazie a te per il gratificante giudizio.
molte affettuosità
annamaria
Che bello, sembra una fiaba ed è invece realtà vera. Esistono queste vite, questi amori e quella montagna da scalare che è la vita, se sorretta dalle corde dell'amore, diviene un sentiero più percorribile. Mi è piaciuto il gesto dei genitori di Lara: iniziare a costruire senza menzogne è la prima garanzia di un progetto solido.
RispondiEliminaComplimenti per il post. Una bella lettura.
Un sorriso, ciao.
Grazie mille, cara Maria Rosaria, faccio tanti complimenti a te per la bella metafora sulla vita.
EliminaBuon inizio settimanale.
un abbraccio
annamaria
Non vedo il vero amore nuziale nella ragazza, mentre è lui che ama davvero,ma la vita li premia entrambi. Un racconto che apre alla speranza contro ogni speranza.
RispondiEliminaChe bella storia! e che piacevole lettura! Adoro le storie e questa mi è tanto piaciuta. Brava Annamaria, vedo con piacere che continui a portare avanti il baluardo dell'amore in tutte le sue sfaccettature. Evvai così!
RispondiEliminaun salutone! PS: stavolta te lo lascio il mio indirizzo :-)