lunedì 3 giugno 2013

Una nuova esistenza

                                                                 

   Un cartello sbiadito attrasse l’attenzione di Monica. Chissà da quanto tempo era sullo stipite del portone, si domandò la giovane donna? Lei cercava un’abitazione in quella zona, un monolocale di modeste proporzioni; sarebbe andata a vivere da sola: il suo matrimonio era naufragato e non le restava più nulla, neanche la precedente casa pignorata a causa dei debiti dell’ex marito.
   Monica lesse e rilesse: non riusciva a visualizzare tutta la descrizione, varie parole erano scolorite. Comunque ciò che lesse la entusiasmò: era confacente al suo ideale di casa; luminosa, ariosa, ben accessoriata e con un affaccio sulla strada. Guardò lo stabile dal basso verso l’alto e le piacque l’aria signorile, anche se vetusta, aveva quel tocco discreto e raffinato del palazzo d’epoca.
   S’immaginò già inquilina di quel condominio, mentre osservava l’androne elegante e l’ascensore di ferro battuto. ‘Che sciccheria!’ pensò ‘Farò conoscenze di un certo tipo e chissà la mia vita potrebbe cambiare?’.   Prese nota del numero telefonico che, nonostante i caratteri stinti del cartello, ancora s’intravedevano. Allegramente si avviò allo studio dentistico, dove lavorava come segretaria, e contattò l’agenzia immobiliare della casa che, era ormai certa, sarebbe stata quella giusta per lei anche per la vicinanza: era infatti nei pressi del posto di lavoro.
   L’indomani un compito agente immobiliare le fece visionare la casa situata in terrazza: era quella del custode dello stabile che svolgeva precedentemente opera di portierato. Concordò, anche se il prezzo era superiore alle sue possibilità e, nonostante fosse di dimensioni ridotte con un piccolissimo bagno e un angolo cottura al posto della cucina, per non perdere la priorità consegnò la caparra al gentilissimo intermediario.
   Le lusinghe del cartello, ripensava Monica. “Luminosa, ariosa” su luminosa non c’era nulla da eccepire: di luce ce n’era tanta, ma in quanto a spazio avevano sbagliato aggettivo, per non parlare della dicitura dotata di accessori. Figuriamoci – si disse – per un bagnetto ed un ridotto cucinino!
   Comunque erano pur sempre trenta metri quadri, l’incaricato aveva misurato la lunghezza e larghezza della camera, prima di consegnarle le chiavi del monolocale.
      Monica l’arredò con buon gusto e trasformò quell’anonimo stanzone in un loft gradevole e funzionale.
 In quella nuova sistemazione la vita della giovane cambiò: lasciò alle spalle le delusioni e le disavventure del precedente matrimonio. Il terrazzo era il luogo in cui si ossigenava e si ritemprava dopo un’intera giornata di lavoro: poteva guardare dall’alto la vista sul vialone alberato che si collegava col porto della città. Sognava di intraprendere un viaggio su quella nuova nave da crociera della quale aveva sentito parlare, le sarebbe tanto piaciuto, solcare i mari e fare scalo nelle città straniere.
   Da qualche tempo Monica incontrava nell’androne del palazzo un distinto giovane, non lo aveva mai incrociato, mentre ora sembrava essere apparso dal nulla. Lui le sorrideva e la salutava cortesemente, giunsero a scambiarsi parole di circostanza e i loro relativi nomi.
   “Sai la mia mamma vorrebbe conoscere la nuova inquilina, le ho parlato di te.” disse un pomeriggio Giulio “Potresti venire domani, è sabato e tu non lavori.”
   Monica da persona discreta non aveva mai chiesto a Giulio quale attività svolgesse, mentre lui sapeva che lei era segretaria del dentista della zona. La ragazza accettò l’invito e si recò il sabato pomeriggio a far visita alla signora che aveva chiesto di lei. La accolse una distinta e amabile donna e il pomeriggio trascorse velocemente in un’interessante conversazione. Monica divenne un’ospite fissa nei fine settimana e la sua vita con quell’amicizia mutò: da persona sola e senza parenti aveva trovato una famiglia gentile e disponibile.    Nacque anche un forte sentimento fra i due giovani, ma stranamente Giulio ancora non parlava del suo lavoro, lo fece Monica: “Perché sei sempre a casa, sei alla ricerca di un’occupazione?”
   “Non te ne ho parlato, perché temevo che non mi prendessi in considerazione. Io ti ho amata sin dalla prima volta che ti ho vista. Sono sei mesi a terra e sei mesi sulla nave. Sono un Capitano di lungo corso, e fra un mese mi imbarco.”      
   Strana la vita! pensò lei. Adorava il mare per intraprendere viaggi, ma così … amava Giulio, si era affezionata anche a sua madre, però avrebbe passato una vita a metà.
   “Non mi rispondere,” intervenne lui che subodorò i pensieri della ragazza“quando tornerò ne riparleremo. Lasciami la speranza!”
   Quando era andata ad abitare in quel condominio aveva auspicato per lei un cambiamento, ma questo era difficile da accettare; nei giorni successivi non si pronunciò e lo lasciò partire senza dargli una risposta.
   La vita ormai non era più la stessa, cosa avrebbe dovuto fare, quale decisione prendere? Monica con il suo ex marito era rimasta a lungo da sola: lui amava scomparire e poi rientrare, era il suo stile di vita per i suoi illeciti traffici; con Giulio avrebbe vissuto insieme solo sei mesi all’anno, e lui sarebbe stato fedele durante il periodo fuori casa? Lei lo amava di un sentimento vero che non aveva mai provato, ma non se la sentiva di rischiare, la passata delusione ancora le bruciava: troppi ‘se’ sul suo futuro.
   “Non ho voluto aspettare!” annunciò Giulio quella mattina, quando si recò da Monica che se lo trovò dietro alla porta all’improvviso. “Ho chiesto di restare a terra, non mi imbarco più! Ora puoi anche darmi quella risposta che attendevo!”
   Quella scelta le fece comprendere quanto lui l’amasse veramente.
   “Non è giusto!” disse lei “Perché dovresti rinunciare a qualcosa che fai con passione, non sarei in pace con me stessa. Ti prego, forse è più bello così, sarà ogni volta un ritrovarsi, sarà come cominciare daccapo.”
    Monica ignorava che Giulio era atteso a bordo dal comandante Karin.
    
  


6 commenti:

  1. Umm il finale(?) lascia un pò col dubbio circa gli eventi..ma continua vero?:D...Cmq è sempre bello il tuo modo di scrivere,fresco,spontaneo,lineare..molto apprezzato:) Baci^^

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    1. Il finale è da interpretare, credo comunque che s'intuisca fra le righe.
      Ti ringrazio, cara Ethel, per il giudizio lusinghiero nei miei confronti.
      un abbraccio e a presto.
      annamaria

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  2. Grande finale, cara Annamaria!
    Uno di quei finali a sorpresa che io adoro. Lui, forse un po' cinico e calcolatore; però sicuramente ama Monica.
    Bravissima, come sempre!
    Un caro abbraccio.

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    1. Ti ringrazio, cara Alessandra, sono contenta che ti sia piaciuto il finale.
      Ti auguro un buon proseguimento di giornata.
      ricambio di vero cuore
      annamaria

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  3. Un colpo di coda finale da applauso.
    Bacionotte
    grazia sempre anonima

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    1. Oh, grazie mille, carissima amica. Il perché tu sia anonima è un mistero, se penso che anche tu hai un blog su questa piattaforma.
      Ti ringrazio nuovamente.
      un abbraccio
      annamaria

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