Un cartello
sbiadito attrasse l’attenzione di Monica. Chissà da quanto tempo era sullo
stipite del portone, si domandò la giovane donna? Lei cercava un’abitazione in
quella zona, un monolocale di modeste proporzioni; sarebbe andata a vivere da
sola: il suo matrimonio era naufragato e non le restava più nulla, neanche la
precedente casa pignorata a causa dei debiti dell’ex marito.
Monica lesse e
rilesse: non riusciva a visualizzare tutta la descrizione, varie parole erano
scolorite. Comunque ciò che lesse la entusiasmò: era confacente al suo ideale
di casa; luminosa, ariosa, ben accessoriata e con un affaccio sulla strada. Guardò
lo stabile dal basso verso l’alto e le piacque l’aria signorile, anche se
vetusta, aveva quel tocco discreto e raffinato del palazzo d’epoca.
S’immaginò già
inquilina di quel condominio, mentre osservava l’androne elegante e l’ascensore
di ferro battuto. ‘Che sciccheria!’ pensò ‘Farò conoscenze di un certo tipo e
chissà la mia vita potrebbe cambiare?’. Prese nota del numero telefonico che,
nonostante i caratteri stinti del cartello, ancora s’intravedevano. Allegramente
si avviò allo studio dentistico, dove lavorava come segretaria, e contattò
l’agenzia immobiliare della casa che, era ormai certa, sarebbe stata quella
giusta per lei anche per la vicinanza: era infatti nei pressi del posto di
lavoro.
L’indomani un
compito agente immobiliare le fece visionare la casa situata in terrazza: era
quella del custode dello stabile che svolgeva precedentemente opera di
portierato. Concordò, anche se il prezzo era superiore alle sue possibilità e,
nonostante fosse di dimensioni ridotte con un piccolissimo bagno e un angolo
cottura al posto della cucina, per non perdere la priorità consegnò la caparra
al gentilissimo intermediario.
Le lusinghe del
cartello, ripensava Monica. “Luminosa, ariosa” su luminosa non c’era nulla da
eccepire: di luce ce n’era tanta, ma in quanto a spazio avevano sbagliato
aggettivo, per non parlare della dicitura dotata di accessori. Figuriamoci – si
disse – per un bagnetto ed un ridotto cucinino!
Comunque erano pur
sempre trenta metri quadri, l’incaricato aveva misurato la lunghezza e
larghezza della camera, prima di consegnarle le chiavi del monolocale.
Monica l’arredò con buon gusto e trasformò
quell’anonimo stanzone in un loft gradevole e funzionale.
In quella nuova
sistemazione la vita della giovane cambiò: lasciò alle spalle le delusioni e le
disavventure del precedente matrimonio. Il terrazzo era il luogo in cui si
ossigenava e si ritemprava dopo un’intera giornata di lavoro: poteva guardare
dall’alto la vista sul vialone alberato che si collegava col porto della città.
Sognava di intraprendere un viaggio su quella nuova nave da crociera della
quale aveva sentito parlare, le sarebbe tanto piaciuto, solcare i mari e fare
scalo nelle città straniere.
Da qualche tempo
Monica incontrava nell’androne del palazzo un distinto giovane, non lo aveva
mai incrociato, mentre ora sembrava essere apparso dal nulla. Lui le sorrideva
e la salutava cortesemente, giunsero a scambiarsi parole di circostanza e i
loro relativi nomi.
“Sai la mia mamma
vorrebbe conoscere la nuova inquilina, le ho parlato di te.” disse un
pomeriggio Giulio “Potresti venire domani, è sabato e tu non lavori.”
Monica da persona
discreta non aveva mai chiesto a Giulio quale attività svolgesse, mentre lui
sapeva che lei era segretaria del dentista della zona. La ragazza accettò
l’invito e si recò il sabato pomeriggio a far visita alla signora che aveva
chiesto di lei. La accolse una distinta e amabile donna e il pomeriggio
trascorse velocemente in un’interessante conversazione. Monica divenne un’ospite
fissa nei fine settimana e la sua vita con quell’amicizia mutò: da persona sola
e senza parenti aveva trovato una famiglia gentile e disponibile. Nacque anche un forte sentimento fra i due
giovani, ma stranamente Giulio ancora non parlava del suo lavoro, lo fece
Monica: “Perché sei sempre a casa, sei alla ricerca di un’occupazione?”
“Non te ne ho
parlato, perché temevo che non mi prendessi in considerazione. Io ti ho amata
sin dalla prima volta che ti ho vista. Sono sei mesi a terra e sei mesi sulla
nave. Sono un Capitano di lungo corso, e fra un mese mi imbarco.”
Strana la vita! pensò
lei. Adorava il mare per intraprendere viaggi, ma così … amava Giulio, si era
affezionata anche a sua madre, però avrebbe passato una vita a metà.
“Non mi
rispondere,” intervenne lui che subodorò i pensieri della ragazza“quando
tornerò ne riparleremo. Lasciami la speranza!”
Quando era andata
ad abitare in quel condominio aveva auspicato per lei un cambiamento, ma questo
era difficile da accettare; nei giorni successivi non si pronunciò e lo lasciò
partire senza dargli una risposta.
La vita ormai non
era più la stessa, cosa avrebbe dovuto fare, quale decisione prendere? Monica
con il suo ex marito era rimasta a lungo da sola: lui amava scomparire e poi
rientrare, era il suo stile di vita per i suoi illeciti traffici; con Giulio
avrebbe vissuto insieme solo sei mesi all’anno, e lui sarebbe stato fedele durante
il periodo fuori casa? Lei lo amava di un sentimento vero che non aveva mai
provato, ma non se la sentiva di rischiare, la passata delusione ancora le
bruciava: troppi ‘se’ sul suo futuro.
“Non ho voluto
aspettare!” annunciò Giulio quella mattina, quando si recò da Monica che se lo
trovò dietro alla porta all’improvviso. “Ho chiesto di restare a terra, non mi
imbarco più! Ora puoi anche darmi quella risposta che attendevo!”
Quella scelta le
fece comprendere quanto lui l’amasse veramente.
“Non è giusto!”
disse lei “Perché dovresti rinunciare a qualcosa che fai con passione, non
sarei in pace con me stessa. Ti prego, forse è più bello così, sarà ogni volta
un ritrovarsi, sarà come cominciare daccapo.”
Monica ignorava
che Giulio era atteso a bordo dal comandante Karin.
Umm il finale(?) lascia un pò col dubbio circa gli eventi..ma continua vero?:D...Cmq è sempre bello il tuo modo di scrivere,fresco,spontaneo,lineare..molto apprezzato:) Baci^^
RispondiEliminaIl finale è da interpretare, credo comunque che s'intuisca fra le righe.
EliminaTi ringrazio, cara Ethel, per il giudizio lusinghiero nei miei confronti.
un abbraccio e a presto.
annamaria
Grande finale, cara Annamaria!
RispondiEliminaUno di quei finali a sorpresa che io adoro. Lui, forse un po' cinico e calcolatore; però sicuramente ama Monica.
Bravissima, come sempre!
Un caro abbraccio.
Ti ringrazio, cara Alessandra, sono contenta che ti sia piaciuto il finale.
EliminaTi auguro un buon proseguimento di giornata.
ricambio di vero cuore
annamaria
Un colpo di coda finale da applauso.
RispondiEliminaBacionotte
grazia sempre anonima
Oh, grazie mille, carissima amica. Il perché tu sia anonima è un mistero, se penso che anche tu hai un blog su questa piattaforma.
EliminaTi ringrazio nuovamente.
un abbraccio
annamaria