(Il Natale è alle porte, allora... m'ispirano storie così.
Che sia un Natale di aggregazione familiare e di buoni propositi: ciò che conta è quella sensazione speciale nel cuore che alimenta la luce della speranza e del rinnovamento. Non siete i soli a sorridere scetticamente: anch'io in questo momento ho qualche perplessità. Ma è Natale, rilassiamoci e facciamo festa, con poco e con quello che c'è. In barba a tutti i grovigli politici, sociali e agli antichi Maya, anticipatamente, BUONE FESTE A TUTTI VOI!)
Doveva farlo, non c’erano altri mezzi: era l’unico bene che possedesse, allora l’aveva donato.
Che sia un Natale di aggregazione familiare e di buoni propositi: ciò che conta è quella sensazione speciale nel cuore che alimenta la luce della speranza e del rinnovamento. Non siete i soli a sorridere scetticamente: anch'io in questo momento ho qualche perplessità. Ma è Natale, rilassiamoci e facciamo festa, con poco e con quello che c'è. In barba a tutti i grovigli politici, sociali e agli antichi Maya, anticipatamente, BUONE FESTE A TUTTI VOI!)
Doveva farlo, non c’erano altri mezzi: era l’unico bene che possedesse, allora l’aveva donato.
L’adorata figlia
necessitava di un intervento costoso: la sua vita si stava spegnendo assieme
alla luce che irradiava. L’aveva vista crescere e fiorire come un bocciolo
prezioso, l’aveva vista fare i primi passi nel mondo della danza come una
libellula leggera, leggiadra e armoniosa, Martino era un genitore a senso unico
e quella figlia era il fulcro della sua esistenza vuota.
“Papà, la mamma non
ci serve, ha preferito un’altra vita a noi.” diceva Letizia. “Noi siamo felici
così!”
Gioia dei suoi occhi, felicità smisurata. Bimba modello a
scuola e nella vita, poi, adolescente esemplare, bella nell’aspetto e
nell’anima. Martino s’impegnava tutto il giorno, dividendosi fra il lavoro e la
sua creatura, fra il lavoro e la casa. Mai un attimo di malinconia, mai un
momento di stanchezza: gli bastavano il sorriso di Letizia e la sua amorevole
attenzione. Un pomeriggio durante le prove del Balletto “Il lago dei cigni”, la
ragazza si accasciò al pavimento, risuonò il tonfo, la disperazione e il
tormento si abbatterono su Martino. Analisi ed esami estenuanti, non si
comprendeva cosa avesse infierito sul giovane corpo; Letizia passò il calvario da
un ospedale all’altro, i medici brancolavano nel buio mentre lei lentamente si
allontanava dalla vita. Martino non aveva più lacrime e da solo chiuso nel suo
dolore, visse momenti di annientamento interiore, giunse anche a pensare di
farla finita. Ricordò il sorriso beffardo di sua moglie il giorno che la
sorprese con la valigia dell’addio.
“Sei un ometto,
sempre la stessa vita morigerata, casa e laboratorio, passeggiata domenicale e
null’altro. Ho voglia di conoscere il mondo, la bambina te la regalo. E’ una
piagnona come te che ti piangi addosso!”
Non la vide più e con il passar del tempo quella ferita si
rimarginò, la piccola Letizia divenne tutta la sua vita. Si adattò a svolgere
la doppia mansione, non aveva nessun parente che potesse aiutarlo e centellinò
il suo stipendio di restauratore di libri antichi fra spese domestiche ed
extra; la piccolina, quando lui era al lavoro, era affidata alle cure di una
fidata baby sitter, in seguito ai migliori istituti a pagamento.
Gli risuonava la
lamentela della moglie: “Ti piangi addosso”, non aveva avuto il tempo di
occuparsi dei suoi problemi di salute, nonostante l’età ancora giovane,
soffriva di una forma di artrosi agli arti inferiori che si accentuava nei
cambi stagionali. Giunse il referto, Letizia era affetta da una grave patologia
rara, l’unico centro ospedaliero dove effettuavano quel particolare intervento, che
avrebbe salvato la vita alla ragazza, si trovava in Hillinois e le possibilità
di recupero erano da considerarsi buone.
Si accese una
speranza, tornò la luce nel cuore di Martino, ma i tempi erano brevi: bisognava
intervenire al più presto, il filo sottile che teneva in vita Letizia stava per
spezzarsi. Il pover’uomo fu felice ma al contempo disperato: urgevano i soldi per partire e
per la costosa parcella medica ed ospedaliera.
L’idea gli venne
ascoltando la confidenza di un affezionato cliente che cercava un rene per sua
moglie debilitata da ripetute dialisi; la lista d’attesa era lunga, avrebbe
pagato bene se avesse trovato un donatore. Tacitamente Martino si sottopose
all’espianto e il giorno stesso in cui fu dimesso volò sull’oceano assieme a
Letizia, passeggera speciale.
Le note di
Chaikovskij vibravano ancora nell’aria, sul palco della Scala gli applausi
scroscianti si fondevano al brusio dei presenti. La ballerina esordiente, giovane promessa
della danza, dopo l’inchino finale prese il microfono e col fiato grosso,
indirizzando lo sguardo a un uomo speciale seduto fra la folla, annunciò un
breve: “Grazie papà!”
Qui non lasciano più commentare!
RispondiEliminaSono Alessandra!
RispondiEliminaCara Annamaria, il tuo post è splendido.
RispondiEliminaMa temo che questa piattaforma attualmente non funzioni.
Ale
Io non so cosa stia accadendo, ho provato ad entrare per capirne le funzioni, ma non c'è una voce che mi fa capire come risolvere il problema. Io non sono addentrata in funzioni tecniche, cara Ale, figuriamoci cambiare e trasferire. Vediamo un po' come va. Grazie per l'apprezzamento.
Eliminaun abbraccio
annamaria
Se si ponesse più attenzione...
Elimina"Non c'è una voce che mi FACCIA capire, ecc."
ciao, Ale.
bella e commovente storia!
RispondiEliminaun abbraccio e tanti auguri di buone feste
cri
Buongiorno, cara Cristina, ti ringrazio e ricambio di vero cuore.
EliminaComunque, poi, ti rinnoverò gli auguri.
un abbraccio
annamaria
Cara Annamaria, a parte il bel gesto di un padre disperato, il tuo racconto offre tanti spunti su argomenti spinosi. Il fatto che a volte un genitore non possa salvare i propri figli per la mancanza di mezzi economici è un problema che in una società civile non dovrebbe presentarsi e poi non bisogna dimenticare il terribile mercato che sta dietro l'espianto di organi. A parte i casi di gente consenziente che comunque è spinta sempre da una tragedia personale, c'è tutto un mondo spietato e senza scrupoli le cui vittime preferite sono i bambini...
RispondiEliminaun forte abbraccio e tanti auguri di buone feste.
Cara Maria, l'argomento è veramente spinoso ed estremamente delicato, purtroppo il mercato dell'espianto organi è disumano, so bene di quei bambini che scompaiono e vengono ritrovati morti. Dove può arrivare un essere umano, uccidere un piccolo innocente a scopo di lucro, beneficiare uno per sopprimere un altro; mentre tutto potrebbe svolgersi normalmente, se dalle persone decedute, dopo averne accertato la morte, si potesse espiantarne gli organi, ciò accade ma è solo per una minoranza.
EliminaGrazie, carissima, ricambio con sincero affetto.
annamaria
Ciao Anamaria!
RispondiEliminaUn abbraccio d'amicizia per augurarti Felice Natale circondata dagli affetti più'grandi
Bacio e sorriso
Grazie, cara Claudia, ti auguro anch'io un Natale Gioioso assieme ai tuoi cari, del resto lo spirito del vero Natale è questo: solidarietà, aggregazione familiare.
Eliminaun affettuoso abbraccio
annamaria
Buon Natale, mia carissima amica! Che sia lieto e sereno*
RispondiEliminaUna fiaba natalizia..commovente
RispondiEliminaCiao carissima..buone e serene feste...
Carla
^^
Affettuosissimi auguri belli.
RispondiEliminagrazia
L'anonimo sono io Grazia Giordani
RispondiEliminaL'anonimo sono io Grazia Giordani
RispondiEliminaUna storia bellissima per attendere questo Natale...una storia che ci lascia anche alla speranza...
RispondiEliminaTanti cari auguri di un sereno Natale...un abbraccio
lella
I miei migliori auguri di Buon Natale a Te e Famiglia!
RispondiEliminaCon affetto
Elvira
@: Ringrazio TUTTI GLI AMICI per le belle parole augurali, siete molto cari.
RispondiEliminaRicambio di vero cuore e vi abbraccio con affetto.
annamaria
Mia carissima Annamaria, buongiorno e buon Natale a te e alla tua famiglia! :-) Scusami se oggi non leggo il tuo post se non le prime righe, ma vado di fretta..è molto tardi e devo preparare... Ti mando un abbraccione grande :-) Licia
RispondiEliminaGrazie, cara, a questo punto Buon Anno.
Eliminaricambio affettuosamente
annamaria
Un post meraviglioso che sprigiona emozioni bellissime!
RispondiEliminaGrazie per questo tuo "dono"
Un abbraccio caro augurando a te e famiglia buon Natale di pace e serenità!
Grazie a te, cara Luisa.
EliminaSentitamente ti auguro Buon Anno e ricambio di cuore.
annamaria
Anch'io l'avrei fatto per una figlia di un così grande dolore. È bello a Natale, pigliare coscienza che il cuore umano è un gigante nell'amore oltre che capace di innominabili ignominie, che non tutto è perduto, anzi rinasce sorprendentemente.
RispondiEliminaCara Mimma, le tue considerazioni sono perfette, ti ringrazio e ti auguro a questo punto un Felice Anno Nuovo.
Eliminaun abbraccio
annamaria
Ho già tentato un paio di volte senza successo di commentare questo post, spero che questa sia la volta buona.
RispondiEliminaE' una bella storia di Natale, lineare e toccante, senza quei colpi di scena che a volte dissemini nei tuoi racconti, e che costringono (in modo gradevole e stimolante, s'intende) il lettore a riconnotare trama e personaggi.
Nell'ambito di questo "Canto di Natale" (spero che l'accostamento al grande Dickens ti vada a genio) c'è un padre che sfata i luoghi comuni per cui i mariti abbandonati, e spesso anche quelli abbandonanti, senza la moglie vanno nel pallone più totale ed assoluto e si abbandonano ad imperdonabili nequizie e nefandezze.
Questo garbato signore mi ricorda il "Ragazzo padre" di Enzo Jannacci, tira fuori quel po' di raziocinio e di spirito organizzativo che ogni tanto anche gli uomini (non solo le donne, intellettualmente superiori da che mondo e mondo e costrette a subire le prepotenze dei maschi che, direbbero a Roma, "nun ce vonno stà") riescono a mettere insieme.
Forse, prima di essere così arrogantemente e vigliaccamente abbandonato, quest'uomo era veramente un piagnone, un perdente, probabilmente colpevole di non ricordarsi che una donna merita di essere ri-conquistata ogni giorno e di non sentirsi mai una presenza sicura e scontata. Ma dopo l'abbandono ha saputo dimostrare a se stesso che la moglie, vivaddio, si sbagliava. (Sai che mi piace immaginare che i personaggi, come magistralmente ci ha insegnato Pirandello, pre-esistono ai loro "scopritori" più che "ideatori" e vivono in qualche modo di vita propria).
In questa conclusione di un annus horribilis ma horribilis sine ulla dubitatione, mi piace rinnovarti i complimenti per il tuo luminoso tlento letterario, e augurarti sempre nuove avventure e nuove "scoperte" di personaggi, trame, storie ed emozioni per te che scrivi e noi che volentieri ti leggiamo.