Le sale d'aspetto non conoscono noia: si affollano di gente di quartiere e non; si trastullano con gli umori dei presenti; si arricchiscono di storie e di aspettative disilluse, si impregnano di odori e di occhiate furtive. Le sale d'aspetto avrebbero tanto da raccontare, se avessero voce.
Un tipo anonimo, calzoncino corto, modello pigiama, credo di maglina del genere tessuto fresco cotone dal colore sbiadito; al di sopra una maglietta slabbrata dello stesso tessuto stinto; occhiali da vista con montatura azzurra che lascia intravedere occhi vivaci, velati da rassegnazione che ben si accompagna alla furbizia, un ossimoro di sensazioni per me osservatrice forzata. Il tipo anonimo muove dei passi per raggiungere una giovane donna che, se fosse stata di un'altra estrazione sociale, avrebbe esaltato la sua bellezza. Discorrono a voce alta, nel loro dialetto incomprensibile: sono tanti i vernacoli che sembrano lingue arcaiche di quel passato fatto di insediamenti di vari popoli. Una donna divorziata lamenta un mantenimento esiguo per suo figlio che frequenta il liceo musicale; la donna dice di ricevere un aiuto economico in generi alimentari dai suoi parenti e intanto consulta il suo cellulare e mostra il braccio tatuato. Due ragazze attendono il loro turno e rovistano in una cartella alla ricerca dei documenti riposti in un raccoglitore di cellophane. Due anziani a passo lento abbandonano con mestizia la sala d'aspetto, dopo essere usciti dal salone d'accoglienza. Un giovane discute del mancato arrivo della bolletta Tari, è lì per quella informazione. Un Caf, uno dei tanti che offre assistenza fiscale, un porto di mare, che oggi ha il display spento e ci si dà voce con il numerino cartaceo. Tocca a me, ricevo le informazioni del caso, sono rapida, quando esco scorgo sguardi riconoscenti. Fuori splende il sole e ripenso a quelle persone, alle loro vite e a una donna che vive in un appartamentino umido che gocciola acqua dal soffitto, mentre c'è chi gozzoviglia raccogliendo anche le lacrime!
Ciao Annamaria, come stai? ogni tanto torno sulla blogsfera ;K)
RispondiEliminaquesto post mi piace per due motivi:
1) l'hai postato il giorno del mio compleanno
2) è un eccellente fotografia della quotidianità, uno spaccato di umanità che ridimensiona l'assurdo mondo virtuale in cui stiamo vivendo.
Un rispettoso abbraccio!
Che piacere ritrovarti, pensa che proprio ieri pensavo ai blog e ai blogger di talento come te. Bene sono contenta di tutte queste coincidenze, ti auguro una buona serata, a presto.
EliminaAnnamaria
Tads, dimenticavo, grazie per essere passato e per aver gradito.
RispondiEliminaUn caro saluto
Le sale d'aspetto sono un vero crocevia di umanità. Quando vado dal medico porto sempre con me il libro che sto leggendo e il tablet pensando all'attesa, ma restano quasi sempre in borsa perchè mi metto a seguire le variegate conversazioni e i chiacchiericci.A volte divertenti, altre tristi, ma tutte aperte al bisogno di comunicare.
RispondiEliminaUn abbraccio,
Marirò
Cara Marirö capita anche a me di portare un libro e di ignorarlo.
EliminaBuona domenica, un abbraccio!
Annamaria