L’effimero
Cosa sei? Rifletto. Mi piace la tua parola in quanto armoniosa, sobria,
imponente, raffinata, compita e delicata con le due effe sinuose.
Però dimmi
del significato? Mi sussurra la voce che
non mi lascia scampo.
Dai lo sappiamo, lo sanno, lasciamo perdere.
Ma come? Insiste il pensiero molesto.
Ti devo rispondere?
Certo: tu duri un giorno e basti per un giorno.
Non nel senso che il
tuo lemma scompare, no!
Ciò che è espresso
con la tua parola ha vita breve.
Tu hai il tuo bel vocabolo
per sempre, ma il tuo significato è fugace.
Ci sarebbe anche la cultura dell’effimero. Mi ricorda la voce.
Ma certo, quelle attività ricreative e manifestazioni culturali organizzate dalle amministrazioni locali per lo svago della gente e della durata di un breve periodo di tempo. Quindi un vocabolo che esprime brevità e che poi ha valenza nella cultura.
Sei adorabile! Gli rispondo muta. Pardon, sei importante!
La cultura è per sempre, resta nel tempo. Riprendo, per appagare la domanda della voce. La cultura, continuo, anche se sceglie come complemento di specificazione il vocabolo “effimero" per il suo significato intrinseco, trasmette un messaggio che può essere imperituro o temporaneo.
La cultura
dell’effimero, quindi, pur essendo fuggevole, può lasciare il segno nelle menti
recettive.
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