Rimpiango i periodi in cui non vivevo le attuali preoccupazioni, rimpiango i periodi in cui credevo di averne; beata giovinezza ora beata, ma quando c'era non credevo fosse tale: mi arrovellavo in varie ansie tipiche del periodo giovanile.
La prima che mi salta in mente era l'ansia dell'interrogazione, che patema, che batticuore! Gli sguardi della classe, il professore insidioso, il timore di fare una figuraccia.
L'ansia del giudizio altrui, il doversi conquistare un posto fra gli amici, tenendo testa alle canzonature e riderne insieme, un po' fingendo e un po' soffrendo tacitamente.
L'ansia della conquista dei diritti che sarebbero seguiti ai doveri: conquistare un plausibile diritto non era semplicissimo, i genitori non demordevano e tenevano ferme le loro idee.
L'ansia del fidanzato, del ragazzo attraente e simpatico; il sottovalutarsi e non credere nelle proprie potenzialità, guardarsi allo specchio e ritenersi di aspetto mediocre; osservarsi sempre con occhi critici e soffrire, soffrire anche senza motivo.
L'ansia dell'ottenimento del denaro da parte dei genitori, qualche spicciolo per le piccole necessità.
Beata giovinezza offuscata anche dai motivi creati da una mente in crescita, farsi tanti complessi e desiderare di essere già grande per avere voce e dare una lezione a tutti i persecutori dei giovani indifesi. Un quadro patetico ora, un paradosso con l'attuale vita in cui i giovani hanno dalla loro genitori consenzienti e tolleranti, genitori che si schierano con i figli e non insegnano ad affrontare le difficoltà: i rifiuti degli adulti fanno crescere.
Le stagioni della vita, molto spesso viene usata questa metafora come analogia al trascorrere del tempo nelle varie fasi che ci caratterizzano. La gemma quando spunta e s'affaccia è timida, preoccupata: deve affrontare le avversità; non lo comprende subito, ma durante la crescita. Poi quella gemma diviene più sicura, più pronta, più capace e lotta per divenire frutto con le sue caratteristiche, peculiarità diverse ma altrettanto degne di considerazione. Il frutto raggiunge il massimo fulgore, esiste, è pronto per soddisfare se stesso e il probabile estimatore; quel frutto vive momenti di protagonismo, di vita, ma quel frutto comprende anche cosa implichi essere nel turbinio dell'esistenza. Una stagione della vita che lo vede impegnato e vittima del mutamento del cielo, dell'improvvisa folata di vento, del cataclisma paventato che non ha potuto arginare: gli è piombato addosso per il disinteresse di chi avrebbe dovuto vigilare e costruire un mondo degno d'essere abitato. Il frutto è allo stremo: difficile è la sopravvivenza. Allora ripensa al periodo in cui era un germoglio, ripensa alle sue insicurezze e ripensa anche alla fatica dello sviluppo, vorrebbe riappropriarsi di quel periodo, c'era l'albero maestro a sostenerlo, a incoraggiarlo, a donargli linfa. Ora invece deve cavarsela da solo e lottare contro i parassiti che si nutrono del suo corpo, sono parassiti avidi, insaziabili: non gliene basta mai. ECCO, sentirsi simile a quel frutto e subire il potere dei parassiti in guanti gialli, parassiti desiderosi solo di soddisfare la loro insaziabile avidità!
Bellissimo!
RispondiEliminaI tempi sono cambiati, cara Annamaria, e i giovani di oggi fanno quello che vogliono, a loro futuro discapito. I genitori sono assenti. Mi piace molto come hai ricordato i tuoi anni della scuola.
Un caro abbraccio!
I genitori sono assenti, ecco è questo il problema concedono e basta: non hanno il tempo per seguirli nella crescita e un rifiuto è impegnativo.
EliminaTi ringrazio per l'apprezzamento e ti auguro una buona serata.
affettuosità
annamaria
carissima Annamaria,
RispondiEliminaintanto ti auguro buongiorno, vista l'ora ;)
dunque... mi hai fatto venire in mente una lunga amichevole discussione che si è tenuta su un forum tantissimi anni fa, vado a memoria. Se fossi un credente penserei che lo scotto del peccato originale lo si paghi proprio in questo modo, cioè, non riuscendo mai a vivere appieno, in modo integrale e totale la "stagione" dell'esistenza che si attraversa. Come suol dirsi... ne manca sempre un pezzo, quando raggiungiamo la totale consapevolezza non abbiamo più il sostegno del corpo ed iniziano a scarseggiare le energie su tutti i fronti. Nella sostanza viviamo in un lunghissimo sabato e poi, all'improvviso... è lunedì.
Penso sia sostanzialmente giusto perché pensare al domani e poi al passato è ciò che ci tiene vivi, la domenica chiuderebbe la "settimana", il ciclo, pochissimi avrebbero uno scopo per ricominciare, non so se mi sono spiegato. ;)
bravissima come sempre
TADS
Ti sei spiegato benissimo, anzi mi è piaciuta la tua disamina sul passato e sul domani e poiché ho fede, trovo giusto che lo scotto del peccato originale si paghi nel modo che sappiamo, a tal proposito cito le parole di una signora di mia conoscenza: "La felicità non è di questo mondo."
EliminaGrazie mille per l'arricchimento al mio post e grazie per il lusinghiero apprezzamento.
un abbraccio
annamaria
E pensare che anche senza parassiti la vita non sarebbe agevole di per sé. Non mi è mai piaciuta l'espressione "valle di lacrime", nella vita c'è tutto: ci sono lacrime ma c'è anche gioia, tuttavia credere di poter fare a meno delle prime è pia illusione. In realtà credo che razionalmente molti di noi questo lo imparino presto, fin da ragazzini se non da bimbi, per me almeno è stato così, ma certo più vai avanti e più hai, purtroppo, occasioni e preoccupazioni che te lo ricordano.
RispondiEliminaUn caro saluto :-)
www.wolfghost.com
Buongiorno, caro amico, condivido il tuo pensiero: senza le sofferenze, le tristezze, le delusioni non siamo in grado di apprezzare i momenti belli, la normale quotidianità che di per sé essendo normale è un grande regalo. I parassiti, ecco mentre scrivevo questo post pensavo ai succhiatori politici, a coloro che ci dovrebbero governare anche per il nostro benessere e invece ci portano al deperimento succhiandoci ogni cosa.
EliminaGrazie e buona domenica.
affettuosità
annamaria
Che bel post! Dentro scorre un'intera vita con le sue incertezze, i timori, le ansie, le fragilità che ne caratterizzano le varie fasi. Ma nelle tue parole non mancano le pennellate della bellezza di una esistenza che, via via, si rende più forte, più sicura e riesce anche a splendere.Si è esposti in questa fase, è vero, alle disillusioni, alle cattiverie, ai repentini mutamenti della sorte. E poi? E poi inizia la fase più fragile , quella in cui si è esposti ad ogni intemperia. Il grande ombrello dei ricordi può proteggere così come l'ombrello del domani, un domani fatto di tranquille consuetudini e delicate consapevolezze che potranno essere utili a fronteggiare le sempre crescenti preoccupazioni.
RispondiEliminaAffettuosamente,
maria rosaria
Ed io aggiungo che bel commento, grazie mille!
EliminaHai detto ogni cosa, cara Maria Rosaria: è proprio così, per ultimo aggiungo che, come dicevo al caro amico Wolfghost, questo scritto nella parte conclusiva è indirizzato ai politici, ai nostri corrotti politici che succhiano il sangue del popolo italiano.
Buona domenica
un abbraccio
annamaria
In effetti ho interpretato diversamente la tua conclusione, lasciandola nell'ambito della familiarità.
RispondiEliminaI politici sono sanguisughe che stanno rubando i sogni anche e soprattutto ai nostri giovani e quindi distruggendo il futuro.
Infatti, cara Maria Rosaria, ed è triste, tanto triste. Noi abbiamo il compito di incoraggiarli e di infondere loro speranze per costruire un mondo nuovo.
EliminaGrazie, un abbraccio.
annamaria