domenica 18 luglio 2021

Recensione


 “I sogni della ragione non generano mostri” titolo di un romanzo a firma di Maria Gabriella Mariani, concertista e scrittrice napoletana, che ha al suo attivo diverse pubblicazioni, opere teatrali e premi. Una storia introspettiva che con ricercata scrittura ci conduce per mano nella disamina delle situazioni che ruotano intorno al protagonista. Bunny coltiva la passione della pittura, ma svolge un’attività diversa: è impiegato presso una ditta di cucine. La sua vita è monotona e preconfezionata;  lontano dagli affetti vive in un piccolo appartamento. Una sera per caso entra in un bookstore e comincia a osservare le fotografie affisse alla parete di una sala adiacente. Un signore anziano dall’aria distinta gli rivolge la parola e da quel momento in poi la vita di Bunny cambierà registro. Dapprima sarà una ricerca dai tanti interrogativi, poi assumerà una sfaccettatura più chiara. Entreranno in scena personaggi che daranno un senso alla vita di Bunny. Egli vivrà una crisi profonda in seguito a un dono ricevuto post mortem dal distinto signore conosciuto in libreria, uno scrittore importante che gli affida il compito di scrivere una storia sul libro in bianco commentato e firmato da lui stesso.  Difficile sfuggire a un desiderio di una persona passata a miglior vita, sarà un arrovellamento che lo porterà a nuove scelte e la pittura avrà il sopravvento, darà un senso alla sua esistenza. Nelle pagine conclusive entra a far parte della storia Valeria, anch’essa enigmatica, forse evanescente, come i sogni che tutti noi viviamo e che associamo alla realtà. I sogni possono realizzarsi se perseguiti con impegno e possono cambiare le sorti di una vita forse spenta dall’accettazione.  Un libro meritevole di riconoscimento: è tra i vincitori del XXVI Premio Internazionale E. Dickinson. Complimenti all’Autrice!

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